Vorrei fare alcune considerazioni di carattere generale sul vertice di Teheran
dei cosiddetti Paesi Non-Allineati. Ho già prodotto la
testimonianza di un giornalista indipendente irlandese che ha dato la
sua lettura dell'evento (qui),
ma credo sia necessario commentare ulteriormente l'evento, che a mio
modesto avviso è di importanza geopolitica cruciale.
Innanzitutto partiamo da
un FATTO: la maggioranza delle nazioni del mondo si sono schierate a
fianco dell'Iran affidando la presidenza triennale del NAM al paese
islamico. Questo, aldilà di un attestato di fiducia e una richiesta
implicita di sostegno ad un paese indipendente e più forte (parlo
dei paesi minori), è un chiarissimo messaggio all'Occidente e alle
politiche israeliane.
In primo luogo ciò
significa che le affermazioni e i giudizi che vengono dati
dall'Occidente, e dai media occidentali in particolare, sul paese
mediorientale, sono rifiutate dalla maggioranza della nazioni del
mondo. In secondo luogo, ciò significa che i paesi schieratisi a
fianco dell'Iran rifiutano qualsiasi politica di aggressione nei
confronti del paese islamico. In terzo luogo, significa che tali
paesi hanno tutte le intenzioni di tessere rapporti economici e
politici con l'Iran anche aggirando le sanzioni dell'ONU.
Il che si traduce in un
periodo in cui le tensioni internazionali saranno destinate a
crescere.
Aldilà infatti del dato
eclatante di come il vertice di Teheran sia stato un successo
diplomatico per l'Iran, esso ha sancito uno smacco politico nei
confronti dei paesi schierati apertamente contro l'Iran e a fianco di
USA e Israele nella lotta all'egemonia iraniana nell'area.
Un'egemonia non solo avversata per questioni di immagine,
naturalmente, ma per più pragmatiche e puntuali questioni
geostrategiche di controllo della zona più ricca di petrolio del
mondo. Il controllo dell'area, e quindi il regime-change auspicato
per l'Iran così com'è stato per Libia, Iraq e Afghanistan, e quello
che si sta tentando anche in Siria, è strumentale alla presa di
possesso di quei gangli energetici irrinunciabili da parte di un
paese, gli USA (e Israele) per tenere sotto scacco Cina e Russia.
Non è un caso infatti
che proprio in questi giorni, e dopo il vertice di Teheran, la Russia
abbia annunciato l'intenzione di garantire acquisti illimitati di
petrolio alla Cina direttamente con la propria valuta
nazionale (yuan). Un fatto rilevantissimo quasi completamente
ignorato e non analizzato a fondo per le conseguenze prepotenti che
potrebbe avere nei confronti della precaria economia statunitense.
Il tutto complica e, di
non poco, la situazione, mentre la palese richiesta da parte del
presidente iraniano Aahmadinejad di una chiarificazione dei
due paesi maggiori non Occidentali, Cina e Russia, in merito alla
loro posizione nei confronti del NAM, ma soprattutto dell'Iran e
delle posizioni occidentali in seno al Consiglio di Sicurezza
dell'ONU, è una evidente e incontestabile richiesta da parte dei
non-Allineati a scegliere in quale campo stare.
La politica iraniana è
abbastanza chiara: ricreare una sorta di nuovi blocchi
contrapposti in cui dividere il mondo e ottenere sicurezza per la
propria integrità territoriale, economica e politica.
In effetti un cambio di
strategia cinese e russa sulla questione darebbe una svolta
determinante alla situazione strategica mondiale.
Svolta che però a
tutt'oggi manca. E non è nemmeno tanto difficilmente intellegibile
la posizione dei due paesi che, probabilmente, sia per interessi
economici, sia per diplomazia internazionale, non hanno ancora
trovato il coraggio per schierarsi apertamente dalla parte dell'Iran
e del NAM.
Resta il fatto che però
sia la Russia, ma soprattutto la Cina hanno fortissimi interessi in
Iran, la minaccia dei quali ha già spinto i due paesi a forme non
ufficiali di collaborazione e di sostegno.
Quello che chiede l'Iran,
attraverso l'ottenimento della presidenza del NAM, è che tale
collaborazione e sostegno diventino effettivi, dichiarati.
Il mantenimento della
pace, dal punto di vista iraniano, risiede precisamente in questo
sostegno.
Che non è una semplice
dichiarazione ufficiale di collaborazione, ma un esplicito annuncio
al mondo occidentale che Cina e Russia, appoggiando il paese
islamico, appoggiano anche indirettamente (e direttamente) il
PROGRAMMA NUCLEARE IRANIANO.
Aldilà infatti delle
dichiarazioni ufficiali iraniane, sono oltremodo convinto che la
corsa al nucleare non sia assolutamente mirata al nucleare
civile, ma a quello militare, fenomenale deterrente a qualsiasi
azione militare nei confronti dell'Iran. E' vitale dunque in questo
momento, vista l'accelerazione dell'accerchiamento militare
occidentale ed israeliano (è di oggi la notizia
della più grande esercitazione militare americana di sempre nel
Golfo di Hormuz), che l'Iran prendi tempo. Tutto il tempo
necessario. Ed il vertice di Teheran, oltre ad un messaggio politico
chiarissimo, è una presa di tempo.
E' chiaro che un palese
schierarsi di Cina e Russia a fianco dell'Iran, creerebbe tensioni
internazionali con l'Occidente ancora più forti e pericolose, ma
fino a che punto i due paesi saranno propensi ad accettare la
politica egemonica statunitense?
Quello che mi pare
importante rilevare a questo proposito infatti è che a fronte di una
crisi economica internazionale che sta facendo sentire i suoi effetti
“derivati” anche sulla Cina e sulla Russia, mettendo a rischio
previsioni di crescita e piani a lungo termine e, a fronte di una
situazione nella quale se, per ipotesi, dovesse crollare l'economia
occidentale, una scelta di campo ai due colossi orientali sarebbe
obbligata.
Sono molti gli analisti
finanziari, gli economisti e le parti politiche in occidente che
parlano di imminente collasso generale delle economie occidentali e
alcuni movimenti finanziari (di cui ho documentato qui)
fanno pensare a questa possibilità in maniera non troppo peregrina.
Il problema, dal punto di
vista dell'Iran e di Cina e Russia, è che l'opzione militare
americana sarebbe l'unico modo di tenere a freno la dissoluzione
economica (e mediaticamente sarebbe anche una giustificazione).
Dunque si tratterebbe di scegliere da che parte stare.
Si lascerà che l'Iran (e
gli immani interessi che legano l'Iran a Russia e Cina) venga
distrutto sulla scorta dell'esempio iracheno? Sarà così “semplice”
(più di 2 milioni di morti iracheni, sic) assoggettare un paese
organizzato, armato e profondamente orgoglioso come l'Iran?
Cina e Russia decideranno
di abbandonare al suo destino (e all'egemonia statunitense ed
israeliana) tutto il Medio Oriente, “accontentandosi” di legarsi
ancor di più reciprocamente? Pagherà questa politica?
In caso di attacco
all'Iran, cosa faranno le 120 nazioni del mondo che il 31 Agosto
scorso si sono schierate apertamente al suo fianco?
Le questioni in campo
sono tante.
Speriamo solo che la
ragionevolezza e la diplomazia riescano ad evitare l'ennesimo
spargimento di sangue in nome di cinici calcoli di convenienza
economica e di dominazione politica.
Da qualunque versante
essi giungano.
(Francesco Salistrari)
Mi soffermo anch'io in preghiera sulla speranza invocata nelle ultime righe di questa stupenda analisi, anche se la piega che la questione iraniana ha preso da tempo, lascia presagire spiacevoli epiloghi.
RispondiEliminaSe le fa piacere, da oggi ha un lettore in più.
saluti
SuperM
La ringrazio per la "stupenda analisi", veramente troppo buono.
EliminaAnch'io prego affinché qualcosa cambi nella situazione internazionale che riguarda l'Iran e in generale il Medio Oriente. Ma le preghiere servono a poco quando sono i Governi quelli che dovrebbero e potrebbero fare qualcosa. Soprattutto quelli che oggi, come ieri, si schierano incondizionatamente a fianco degli USA, anche quando vengono massacrate popolazioni, culture, territori e solo per tenere su la "bolla" del debito americano.
Purtroppo la situazione è pericolosa e il mondo rischia di scivolare nel baratro. Che Dio ci aiuti in tempi così duri.
La ringrazio per aver commentato il post.
Un caro saluto.