La
campagna elettorale è iniziata, si dice. Tutto lo spettro
politico fibrilla. L'incertezza su quale sarà la legge elettorale
aumenta l'agitazione e la confusione. Le primarie del Pd, il
subbuglio in seno al Pdl (il Cavaliere si ricandida o no?), Monti
entrerà in politica? E con chi eventualmente? Lo spettacolo è già
uno psicodramma nazionale. Un gran casino. Che esso sia
iniziato a ben otto mesi dalla scadenza, non può non suscitare un
sospetto, quello per cui questo casino sia funzionale alle forze
dominanti, preoccupate assai dall'esodo dei cittadini "dalla
politica", che non si rechino alle urne voltando le spalle a
tutti i concorrenti, o che si "rifugino nel populismo". Il
potere, spalleggiato dai suoi ammennicoli, farà tutto il
possibile per portare i cittadini alle urne, e per questo deve
rendere avvincente la contesa.
Il
fatto è che questa contesa, a ben vedere, non è una contesa ma una
pantomima, una sceneggiata. Una cosa oramai è chiarissima: chiunque
vada al governo dovrà proseguire sulla strada tracciata dalla Ue e
dalla Bce, in ossequio ai mercati finanziari globali. La politica
economica italiana è oramai sovraordinata, imposta da poteri
esterni, la sovranità nazionale scippata. In altre parole la
democrazia, la facoltà del popolo di eleggere un Parlamento
effettivamente sovrano, evaporata.
Tuttavia
le classi dominanti malgrado abbiano oramai addomesticato il
grosso dei partiti, (che hanno assecondato il Golpe bianco di
Napolitano), sono preoccupati. Se l'astensione dovesse crescere in
maniera consistente e se in parallelo "il populismo"
ottenesse un successo nelle urne, sarebbe per l'establishment un
enorme disastro. Per quanto truccata, la partita elettorale, ha una
sua straordinaria importanza: malgrado tutto è infatti attraverso le
elezioni che questo establishment ottiene
legittimazione formale, il mandato a guidare il paese.
L'establishment teme
che la forzatura compiuta mettendo in sella Monti, ovvero
l'accettazione del protettorato europeo e la sovranità esterna,
possa rivelarsi un boomerang letale. La recessione che avanza invece
di indietreggiare ha fatto aumentare, a livelli inediti, un
trasversale malcontento popolare, un malcontento che non rigyarda più
solo i soliti, ma anche amplissimi strati di ceto medio e di
borgehsia tradizionlamnete conservatori. L'establishment e
i suoi partiti-cinghia-di-trasmissione sono
così in apprensione, presi dal panico. per questo si agitano e
preparano un secondo
golpe,
una legge
elettorale super-truffa,
che possa assicurargli il governo anche se venissero sconfitti.
In
questo contesto cosa debbono fare i rivoluzionari? Quale esito
elettorale dovrebbero augurarsi e quindi incoraggiare?
Abbiamo
ripetuto a iosa che non si esce da questo marasma senza una
sollevazione popolare. Essi debbono dunque, pur con le loro modeste
forze, agire per aiutare la sollevazione a farsi strada. E come la
sia aiuta? Anzitutto costruendo uno schieramento di alternativa,
quello che chiamiamo, come termine forse troppo antico, Fronte
popolare. Un Fronte che domani sappia non solo incrociare la
rivolta, ma indirizzarla a buon fine. Inutile farsi prendere dalle
fregole azioniste e movimentiste, dalla smania di accelerare la
sollevazione popolare. Nessuna rivolta sociale che si rispetti
scoppia a comando. Ma quando quel momento giungerà noi dovremo aver
saputo costruire la forza politica pronta a rappresentarla.
In
questa prospettiva va inquadrata la posizione elettorale. Se
l'orizzonte è la sollevazione a noi andrà bene qualsiasi risultato
che azzoppi le forze che hanno dominato il paese, che l'hanno portato
alla sfascio e quindi sottoposto a protettorato esterno. Molti giochi
devono ancora essere fatti in vista delle elezioni, non tutti gli
attori hanno scoperto le loro carte, ma possiamo già dire che
l'esito più favorevole sarebbe la combinazione di due fattori: la
crescita dell'astensionismo, da una parte e, dall'altra,
l'affermazione delle liste che, chi in un modo, chi in un altro, non
solo si oppongono a Monti, ma alla dittatura europea.
Tradotto
in numeri: la situazione diventerebbe drammatica se i partiti di
sistema non ottenessero il 50% dei voti degli aventi diritto, ovvero
se, più del 50% fosse composto dalla somma delle astensioni
(comprese schede bianche e nulle) e dei voti alle liste anti-Monti.
Per questo dobbiamo aspettarci, dalla parte delle forze di potere,
un'offensiva, già iniziata ma che diventerà più incalzante, contro
il cosiddetto "populismo". Il nuovo spauracchio per
intimorire i cittadini per non farli uscire dal recinto sistemico.
Non cadiamo in questa trappola.
fonte: http://sollevazione.blogspot.it
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