Un
Venerdì terribile quello appena passato.
Dall'Africa
al Sud-Est Asiatico il mondo musulmano è in fiamme.
Dopo
l'uccisione dell'ambasciatore USA in Libia con l'attacco
all'ambasciata, le proteste sono dilagate in maniera incontrollabile
in tutte le principali città musulmane del mondo. Decine di morti,
centinaia di feriti, bandiere americane, britanniche e tedesche date
alle fiamme, ambasciate sotto assedio, scontri con le forze di
polizia.
La
rabbia è esplosa come un virus e ha infettato tutto il mondo
musulmano, ma anche gli stessi paesi occidentali sono in allerta e
mentre l'FBI dirama un comunicato in cui afferma che
bisogna mantenere la massima allerta perchè “la protesta potrebbe
dilagare”, in Italia si pone la massima attenzione sugli obiettivi
ritenuti sensibili.
In
effetti è dallo Yemen che arriva la minaccia più
esplicita alle città Occidentali, alle ambasciate e agli occidentali
che risiedono nei paesi musulmani. Il gruppo locale di Al Qaeda, a
quanto riportano le fonti italiane, avrebbe invitato tutti i
“fratelli musulmani” a seguire l'esempio dei fratelli libici e
colpire funzionari e diplomatici americani e a tutti coloro che
vivono in Occidente di colpire gli obiettivi chiave.
In Afghanistan i
talebani, che di obiettivi da colpire ne hanno sicuramente più degli
altri, nella notte hanno attaccato una base anglo-americana causando
la morte di due soldati statunitensi.
Nel
frattempo durissima è stata la condanna da parte del Consiglio
di Sicurezza dell'ONU per gli attacchi alle sedi
diplomatiche dei paesi occidentali. Il Consiglio ha ricordato che
qualsiasi sia la motivazione delle proteste, essa non può
travalicare l'inviolabilità delle ambasciate.
Da
parte sua il Pentagono, per bocca del Ministro della
Difesa americano Leon Panetta, in un'intervista
al Foreign Office, ha dichiarato che gli USA stanno
posizionando le proprie forze in modo da “rispondere alle eventuali
rivolte in 17, forse 18 località”.
Insomma
un bel casino.
Ma
perchè tutto questo?
A
quanto pare la diffusione su Youtube di un trailer
di 13 minuti di un fantomatico film di un altrettanto fantasmagorico
regista egiziano cristiano copto (a quanto riferiscono alcune fonti
giornalistiche statunitensi), che sembra prendere in giro il profeta
Maometto, ha scatenato la rabbia musulmana.
Ma
cosa si nasconde dietro questa rivolta così violenta?
Nonostante
il filmato su Youtube sia stato caricato fin da luglio, la protesta
esplode solo ora e cioè solo dopo che una chirurgica disinformazione
è riuscita a far passare la falsa notizia che il film sarebbe stato
realizzato con un imponente finanziamento sionista e
che presto sarebbe andato in onda in tutti i cinema occidentali.
Quando qualche minuto del trailer è stato mandato in onda da una
televisione egiziana, vicina ai salafiti, è scoppiato il
putiferio. Il film, secondo la disinformazione di cui sopra, sarebbe
addirittura costato 5 milioni di dollari, ma a guardare il trailer
una cosa simile appare semplicemente ridicola. La qualità del
filmato e delle riprese è a dir poco amatoriale e si comprende bene
che il suo scopo non è certo quello di andare nelle sale
cinematografiche, ma solo quello di provocare la reazione musulmana.
Ma chi
c'è dietro le ribellioni? Al Qaeda?
E
dietro il filmato? Davvero l'ala oltranzista sionista?
Pare
davvero difficile crederlo. In entrambi i casi.
Una
cosa è certa: chiunque abbia girato quel finto trailer aveva in
mente solo l'obiettivo di scatenare una reazione da parte dell'ala
dura dei movimenti musulmani, quella salafita, che prontamente ha
risposto presente all'appello. L'ala dei duri e puri, che predica di
un fantomatico ritorno alle origini dell'Islam e che rinfocola e
rivendica la “guerra di civiltà”, lo “scontro con
l'occidente”, in una parola la “jihaad”. L'obiettivo è
destabilizzare il delicato equilibrio dei paesi che sono venuti fuori
dalla primavera araba, alimentare l'odio religioso contro
l'occidente e giustificare indirettamente agli occhi dell'opinione
pubblica occidentale anche l'appoggio statunitense ai “ribelli”
siriani.
In
altre parole gli autori del trailer hanno voluto confezionare
una provocazione proprio
a quel mondo musulmano intransigente con l'obiettivo di evidenziare
come i musulmani siano “intolleranti,
violenti, barbari, attributi che sono profondamente iscritti nel
discorso razzista anti-musulmano dell’Occidente. Ed è una facile
scommessa per il fatto che tra di noi ci sono quelli pronti a
rispettare questo ruolo” (Jylland
Posten editorialista
di Al
Ahram).
Anche
la reazione della guida suprema iraniana Ali
Khamenei che
ha denunciato “l'azione maligna” dietro al filmato del “governo
USA e dei sionisti”, lascia intravedere come il tentativo di chi ha
diffuso il trailer sia arrivato a bersaglio.
Dunque
si voleva una reazione e una reazione, anche se solo apparentemente
globale, c'è stata.
Dal
canto loro, gli Stati Uniti, per bocca del proprio Presidente Barak
Obama, si
sono detti “totalmente estranei al filmato” giudicandolo
“riprovevole e disgustoso”, rispendendo così al mittente le
richieste di scuse ufficiali piovute sugli USA dal mondo musulmano da
ogni dove. Ma Obama ha anche rincarato la dose affermando che “i
responsabili della morte dell'ambasciatore in Libia verranno
assicurati alla giustizia” e che “gli Stati Uniti non cederanno
di un millimetro ma andranno avanti”. E così sono stati
intensificati i voli degli aero-drone sulla Libia e
su altri paesi musulmani.
Insomma
la situazione è incandescente e le proteste che stentano a placarsi
possono ben presto tramutarsi in qualcosa di più consistente dal
punto di vista politico.
Al
momento è assolutamente impossibile scovare chi realmente ci sia
dietro il filmato incriminato, ma vista la nebulosità della cosa,
non mi meraviglierei se si scoprisse che è opera di qualche servizio
segreto occidentale, o più probabilmente il Mossad.
Ma se fosse così, che interesse avrebbe Israele ad
alimentare l'antioccidentalismo e l'antisionismo dei salafiti e dei
musulmani oltranzisti?
Che ci
sia dietro la volontà di preparare il terreno per l'attacco
all'Iran?
Al
momento sembrerebbe improbabile. Resta il fatto che chi ha diffuso il
filmato, ha pienamente raggiunto lo scopo di far saltare il coperchio
dell'odio anti-occidentale.
La
situazione resta delicatissima e nei prossimi giorni potrebbero
esserci sviluppi più o meno imprevedibili.
Capiremo
certamente meglio cosa stia succedendo e chi ne gioverà,
politicamente e militarmente.
(Francesco
Salistrari)
Link
al filmato
incrimanato: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/09/12/film-americano-contro-maometto-scatenato-disordini-libia/204774/
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