di
Gianni Lannes
Pianeta
Terra: distruzione, malattia e morte. Il vero lusso nel terzo
millennio è la salute. Allora perché non modificarla geneticamente?
La vita ha un valore intrinseco, non è un bene di mercato. Il
sistema di potere (le multinazionali economiche) a breve possiederà
il genoma umano (i singoli geni che costituiscono la mappa del Dna)
con una semplice licenza. Un esempio inosservato? Con una sentenza
del 12 luglio scorso, la Corte di Giustizia della UE ha confermato
“il divieto di commercializzare le sementi delle varietà
tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo
ufficiale europeo”. Fin dal 1998 è in vigore una direttiva
comunitaria che riserva la commercializzazione e lo scambio di
sementi alle ditte sementiere (Monsanto e altre multinazionali)
vietandolo agli agricoltori. Ciò che i contadini hanno fatto per
millenni è diventato ora un grave reato.
Certo,
non in ragione di una banale teoria del complotto, con preveggenza
nel 1977 l’Onu ha
approvato la Convenzione contro le modificazioni ambientali. Ma come
spesso accade quella regola internazionale è stata calpestata,
accelerando la guerra clandestina all’ecosistema mondo.
Prendiamo
l’Italia sotto il dittatoriale dominio Usa dal 1945, non solo in
ragione di una sconfitta bellica, ma più ancora per la sudditanza
per ragioni meramente clientelari della casta politica italiota. Le
due foto a corredo di questo editoriale ritraggono la base
di Sigonella in
Sicilia. O meglio: alcuni velivoli utilizzati dalla Nato sui cieli
dell’Europa per le cosiddette “interferenze metereologiche”
programmate dal Pentagono. O sarebbe meglio dire: modificazioni
genetiche indotte dall’aerosolterapia militare, grazie alla
collusione dell’Aeronautica militare tricolore (a cui non è
evidentemente bastato il ruolo di copertura e depistaggio
nella strage
di Ustica e
l’alto tradimento della Costituzione).
Come per la ricerca nucleare segreta negliStati
Uniti d’America ed
in Gran
Bretagna dagli
anni ’50 ai giorni nostri, la popolazione del vecchio continente a
sua insaputa è utilizzata su larghissima scala come cavia. Una terza
immagine è stata scattata da una persona comune sulla spiaggia di
Torre Canne, in provincia di Brindisi. Fenomeni simili sono stati
registrati durante l’estate lungo tutto il litorale pugliese,
particolarmente ad Ostuni.
Chi
detiene il potere non ha scrupoli ma un solo obiettivo: un nuovo
ordine attraverso la sostanziale riduzione della popolazione mondiale
dell’80 per cento. La strategia della negazione consente di
utilizzare armi e tecnologie ignote al genere umano. La distruzione
di massa viene camuffata dalla ricerca scientifica. Se il Potere (e
le sue ramificazioni più insignificanti) negano perfino l’evidenza
delle scie chimiche (semplicemente un vettore delle modificazioni
genetiche innescate dalle continue irrorazioni), figuriamoci quello
che non si vede (per il momento).
Oggi
possiamo tranquillamente discorrere di “Nuovo Ordine
Internazionale” o “Nuovo Ordine Mondiale”, senza essere
tacciati alla stregua di psicopatici cospirazionisti o complottisti
dai giornali di regime (come La
Stampa diretta
dal raccomandato Mario
Calabresi)
o dagli sciacalli analfabeti in libera uscita (ancora per poco) sul
web. Ma sapete perché? Per il semplice motivo che personaggi del
calibro di George
Herbert Walker Bush, Giovanni Paolo II, Henry Kissinger, Kofi Annan,
Bill Clinton, Gordon Brown e
molti altri, ne hanno parlato pubblicamente. Il problema è la
memoria sociale corta, che ha però come attenuante il continuo
lavaggio del cervello.
George
Bush senior parlò di Nuovo Ordine Mondiale l’11 settembre del
1990: undici anni prima dell’auto attentato di New York alle torri
gemelle; Papa Giovanni Paolo II lo fece nel messaggio per la
celebrazione della Giornata Mondiale della Pace il primo gennaio
2003; Kofi Annan (ex segretario dell’ONU) nel suo ultimo discorso
all’assemblea delle Nazioni Unite, rivolgendosi ai 192 leader dei
paesi membri chiese addirittura la “creazione di un nuovo ordine
mondiale”.
Un
maestro di giornalismo assassinato dalla mafia - Giuseppe
Fava -
mi ha insegnato che “non serve essere vivi se non si ha il coraggio
di lottare”. Quale altra battaglia di libertà far propria subito
per proteggere il diritto vitale di ciascuno, nelle generazioni
presenti e future, a vivere in un ambiente consono ad assicurare la
salute e il benessere? Adoro giocare a scacchi: questa è una partita
contro un nemico del genere umano che non ha ancora un esito
scontato. Non basta lo scacco al re (le prevedibili punzecchiature).
Sta a noi (alla luce) dare scacco matto per sempre alle tenebre.
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