Così come avevo
sostenuto, tra le altre cose, in un post
di qualche mese fa, i nodi del Movimento 5 Stelle stanno
venendo al pettine.
Il movimento è cresciuto
a dismisura, travalicando probabilmente le stesse più rosee
aspettative dei promotori ed in un batter di ciglia, complice la
delicata situazione politica ed economica, è diventato un movimento
nazionale di massa. Una consistenza questa che non era nemmeno
auspicabile quando il movimento 5 anni fa fu fondato e oggi i limiti
evidenti del “non-statuto” appaiono tanto palesi quanto
pericolosi.
Il “caso Favia”
aldilà della strumentalizzazione che, scientemente, ne è stata
fatta, ha mostrato con chiarezza una serie di problematiche interne
al movimento che erano già evidenti fin dai suoi esordi e che in
tanti avevano “denunciato”.
In effetti, la
“strutturazione” del movimento garantita dal cosiddetto
“non-statuto” risulta efficace, produttiva e funzionale nella
dimensione territoriale dei meet-up e nei contesti locali, in
cui gli ambiti di intervento nei quali opera il movimento, comprese
le candidature, non necessitano di strumenti collegiali di garanzia
particolari né di organi decisionali specifici, per poter
funzionare. E' chiaro che soprattutto per quanto riguarda le
candidature o le espulsioni, anche a livello locale i problemi
dell'assenza di una struttura democratica di controllo e direzione,
possono esplodere e creare situazioni destabilizzanti e dannose al
movimento stesso. Perchè anche a livello locale, la mancanza, ad
esempio di un organo di probiviri eletto democraticamente, non
garantisce i vari meet-up locali (regionali o comunali che
siano) da situazioni di sopruso da parte di chi decide le eventuali
sanzioni ai vari iscritti. Il fatto che poi sia il solo Grillo
(ed il suo staff personale) a prendere arbitrariamente tali
decisioni (come nell'ormai famoso "caso Tavolazzi"), rende la cosa ancora più problematica e poco trasparente.
Ma quando dalla
dimensione del locale, ci si sposta alla dimensione nazionale,
i problemi derivanti dall'assenza di una struttura collegiale di
coordinamento, di garanzia democratica, di decisione partecipata di
livello nazionale, si palesano in maniera indiscutibile e, per il
movimento, anche imbarazzante. E coinvolgono tutti gli aspetti
dell'azione del movimento stesso.
In effetti, a ben
guardare, la struttura di coordinamento, gli organi di garanzia, gli
organi decisionali sul piano nazionale esistono già! E sono
incarnati dallo stesso Grillo (proprietario del simbolo,
quindi signore legale), da Gianroberto
Casaleggio (figura enigmatica che vive nel “dietro le
quinte” del movimento) e il resto dello staff, di cui non si
conoscono le generalità né le funzioni.
Da questo punto di vista,
aldilà dell'affermazione di principio che all'interno del movimento
vige la piena democrazia, una democrazia partecipata, innovativa, in
realtà ciò potrebbe essere vero SOLO a livello locale, mentre sul
piano nazionale non è assolutamente così che stanno le cose. E le
affermazioni sgraffignate dal (o consegnate appositamente al)
giornalista (d)al malcapitato Giovanni
Favia, non fanno altro che confermare questa realtà.
La mancanza di una vera e
organica democrazia interna a livello nazionale, tra l'altro si
riflette anche sul piano programmatico. Il programma
del Movimento 5 Stelle, infatti, ad un'analisi attenta, aldilà
di moltissime proposte sensate, intelligenti, in linea con le reali
esigenze del paese, pecca di una visione d'insieme complessiva della
realtà italiana.
Manca una proposta di
politica economica nel pieno senso del termine, manca una
proposta di politica del lavoro, manca una proposta di
politica monetaria, manca una proposta di politica
energetica di livello
nazionale, manca una proposta politica di riforma
istituzionale complessiva, manca una proposta di politica
estera, per fare solo alcuni esempi, direi di non poco conto.
E' chiaro che il boom del
Movimento ha colto di sorpresa un po' tutti e questo si riflette in
maniera consistente anche nel programma, ma è altrettanto evidente
che in assenza di una capacità organizzativa di livello nazionale,
anche l'elaborazione di una proposta politica DI livello nazionale
stenti a decollare. Secondo la mia opinione, senza tale capacità,
impossibile da realizzare.
Dunque delle due l'una: o
Grillo&Casaleggio (signori indiscussi del movimento) ignorano
completamente la dimensione dei problemi che l'esplosione di consensi
ha determinato, o fingono di ignorarla.
E ciò vuol dire che tale
situazione non solo gli va bene, ma è funzionale al controllo
completo e totale del movimento sul piano nazionale e le regole del
“non-statuto”, più il complesso gioco di dialogo tra i vari
meet-up (che complica e di non poco il coordinamento di una politica
nazionale) è esattamente ciò che il comico genovese ed il suo
enturage auspicavano e programmavano fin dall'inizio.
Del resto anche la scelta
scellerata di NON confrontarsi (o ricercare alcun tipo di alleanza
politica e programmatica) con NESSUNA delle forze, dei movimenti e
delle realtà presenti in Italia, lascia adombrare qualche sospetto.
La mia opinione personale
è che sia Grillo, sia Casaleggio, sapevano benissimo a cosa andavano
incontro qualora il movimento fosse cresciuto e avesse acquisito
dimensione nazionale. Probabilmente non immaginavano che sarebbe
diventato la terza o, molto più realisticamente, la seconda
forza politica del paese in così breve tempo, ma la
“non-struttura” potrebbe rispondere all'esigenza di
controllare in maniera totale ed indiscussa il movimento in ambito
nazionale e dunque nel futuro Parlamento.
E' solo la mia opinione
(anch'io valgo uno), ma se questa impressione fosse sbagliata,
significherebbe al contrario che la forza politica più importante
degli ultimi 10 anni in Italia, è in mano a degli ingenui e a
degli sprovveduti e rischia di autodemolirsi prima ancora di aver
raggiunto un qualche apprezzabile risultato.
Sprecando tra l'altro una
carica di rinnovamento e di rappresentanza, di cui la politica
italiana non solo ha bisogno, ma assoluta necessità.
(Francesco Salistrari)
Guardiamoci attorno : dove è la democrazia? Siamo precipitati in una dittatura bancaria assoluta, e su questo anche i sassi non hanno niente da obiettare! E dunque è così importante ovattarsi o peggio farsi ovattare dalle questioni di democrazia nel movimento 5 stelle? Non crede che invece bisognerebbe concentrarsi sull' affresco di falsità che tutti i giorni ci vengono propinate dai media compreso il caso Favia ed altri fanfalucche? Ha mai pensato che se la protesta non fosse incanalata democraticamente dal movimento di Grillo forse saremmo già alla legge marziale?
RispondiEliminaDum Romae consulitur Saguntum expugnatur
Martin Pescatore
E' chiaro che vista dall'alto, cioè dalla dimensione generale, la situazione sembri sminuire una questione come quella della democrazia interna del M5S. Ma non è affatto così. Perchè le due cose sono collegate. Il Mov5Stelle ha incanalato sì la protesta (evitando la legge marziale), e lo ha fatto in maniera conservatrice, non certo rivoluzionaria. E' dunque per questo che è utile soffermarsi sulle questioni interne del movimento, perchè è più semplice smascherare la VERA natura di tutta l'operazione 5 stelle e comprendere ancora meglio la natura del potere.
RispondiEliminaTanto prima o poi i nodi verranno seriamente al pettine ed il Mov5 Stelle dimostrerà quello che è realmente.