E'
giusto pensar male dei gay.
Penso
sia naturale, no?
Incontrare
una persona del genere, e non appena incontrata e “riconosciuta”
cominciare a pensare alle sue devianze sessuali, allo schifo di
immaginarlo a letto con un altro uomo, i corpi sudati in un amplesso
ignominioso. E' naturale farlo. Com'è naturale incontrare un
qualunque eterosessuale e non appena conosciuto pensare alla sua
sfera sessuale, non certo a quello che ci sta dicendo, a quello che
la sua vita ci racconta, a quello che ci comunicano i suoi occhi,
alle vibrazioni della sua anima che riceviamo inconsapevoli. Niente
di tutto questo. Il nostro pensiero va al sesso.
Ma
forse, forse, non è così. Forse non ci interessa immaginare la
sfera sessuale di un etero, perchè non c'è nulla di nuovo, non c'è
niente di strano, niente di cui discutere. Perchè è la diversità a
confonderci e ad attirarci, a farci paura, in un elastico emotivo
incomprensibile, eppur presente.
Dunque
è un problema solo dei gay. Sono loro che con la loro storia, il
loro modo di atteggiarsi fuori dalle righe, il loro senso estetico,
la loro sensibilità femminea, a procurarci una automatica
propensione a fermare la nostra attenzione sulla loro sfera sessuale.
E come per magia sparisce la persona e a rimanere è solo il suo
perverso senso sessuale.
Ed
è una distorsione profonda del modo in cui ci si rapporta alle
persone, inevitabile.
Perchè
è colpa dei gay. Del loro essere. Delle loro perverse voglie.
Ma
anche del fatto che in qualche modo ci minacciano. Ci oltraggiano. Ci
mettono sotto accusa.
E
la minaccia è tanto più reale quanto più esista la possibilità
che loro siano attratti da noi e dalla nostra carica sessuale.
E'
un po' così che succede, nell'ambito eterosessuale, tra uomo e
donna. La diversità della donna, la sua carica attrattiva, il suo
modo di fare, a volte possono intimorirci ed è naturale trovarsi di
fronte una donna e pensare al sesso, soprattutto se si tratta di una
bella donna.
E'
una cosa da uomini. E considerando uomini i gay, abbiamo timore delle
loro reazioni, vergogna dei loro pensieri, disgusto di quello che
potrebbe succedere.
Così
li evitiamo, li etichettiamo e li mettiamo lì, nel loro angolino,
nel loro mondo, distaccato dal nostro.
E
non ci interessa sapere cosa pensano, cosa provano. Perchè possono
pensare e provare ciò che vogliono, l'importante è che noi non ne
facciamo parte.
E'
giusto pensar male dei gay.
Perchè
abbiamo imparato fin da bambini, all'oratorio come a scuola, per
strada come al bar, in casa come in televisione, che essere gay è
contro natura. Che il sesso è procreazione e non deve esistere un
sesso che va contro natura, anticontraccettivo per costituzione.
Semmai abbiamo imparato ad accettare con tanta fatica, la
contraccezione consapevole, ma mai potremmo accettare una
contraccezione che esiste a prescindere, derivante dalla natura
stessa di chi fa sesso. E abbiamo imparato anche a considerare
l'omosessualità una malattia, forse fisica, sicuramente dell'anima,
uno squilibrio psichico dovuto a qualcosa di innato, forse genetico.
E le malattie, anche quelle non contagiose, fanno sempre paura,
ribrezzo, forse perchè inconsciamente pensiamo di poter essere
contagiati in qualsiasi momento. E se ciò non succede con le persone
di famiglia, chè è più ricorrente accettare e convivere con un
malato in casa, diventa però difficilissimo con gli estranei. E
allora evitiamo di frequentare le “corsie d'ospedale” che
frequentano i gay, le loro feste baccanali a prescindere, evitando di
entrare a contatto con i germi del loro male.
E'
dunque giusto pensar male dei gay.
Eppure
è esistito un tempo in cui queste persone non erano discriminate ed
anzi le loro pratiche sessuali erano nient'altro che una forma dei
costumi del tempo. Nell'antica Grecia, ad esempio, la cultura
dominante non solo tollerava i gay, ma non si poneva proprio il
problema. Era naturale accettare quella che, appunto, non era
considerata una diversità. Come sarebbe naturale accettare una
qualsiasi forma diversa di gusto, nell'arte culinaria, nel vestire,
nel parlare. Un costume, insomma.
Allora
non sempre è stato considerato “contro natura” il sesso
omosessuale? Perciò non è una reazione innata. E' qualcosa che ha a
che fare con la cultura, con i costumi, con la religione. Che sono
creazioni umane, non certo naturali. E sicuramente non eterne.
Allora
qualcosa, forse, nel paradigma moderno non torna.
E
se andassimo a ricercare le ragioni di questo cambio culturale, lo
ritroveremmo nella genesi e nell'affermazione di determinate culture,
determinate religioni e in determinate filosofie che nel corso degli
ultimi millenni si sono cementate e sono diventate la norma.
Dunque
è una norma culturale, non certo naturale.
Allora
dovremmo porci alcune domande serie sulla questione.
E'
normale pensar male dei gay?
E
non dovremmo considerare la nostra avversione semplicemente un
giudizio morale indotto?
Non
dovremmo saper scorgere la sofferenza inscritta in una
discriminazione ingiustificata?
Ma
soprattutto un giudizio morale non presupporrebbe un atto
introspettivo senza il quale non è possibile emetterlo?
Ah,
beh, attenzione! Guardarsi dentro.
Forse
è proprio questo il punto.
Forse
è proprio questo ciò che ci spaventa di più. Perchè per poter
accettare i gay, dovremmo essere in grado di guardarci dentro e forse
abbiamo paura di farlo. Di trovare qualcosa che non ci piaccia. Di
scovare qualcosa che possa a nostra volta metterci alla gogna morale
della società e della sua cultura dominante.
E'
normale pensar male dei gay?
Normalità.
Etimologicamente,
deriva dal greco ed è una contrazione di "gnòrima",
ovvero "che serve a far conoscere".
Da qui, l'aggettivo normale, ovvero "di comune conoscenza".
Da qui, l'aggettivo normale, ovvero "di comune conoscenza".
E
la norma, nell'antichità, era anche una squadra utilizzata per
misurare gli angoli retti, quindi una regola.
Pensar
male dei gay è dunque solo una convenzione.
Che
andrebbe semplicemente cambiata.
(Francesco
Salistrari)
Non è pensar male dei gay.Ma è qualcosa che va oltre i gayE' la pressione continua che viene fatta,l'estremizzazione di un fenomeno che è sempre esistito.e soprattutto lo sfruttamento da pare del Sistema per arrivare alla conclusione di un disegno societario messo in atto da tempo.La deriva globale verso la pedoflia che è una delle cose più nauseanti che esistanoE scommetto che pensi che non sia così.Ma è così purtroppo e non è giusto.Se la natura avesse voluto che i bambini nascessero dal rapporto di due persone delle stesso sesso allora cio' sarebbe avvenuto ...........Ma non è così.Quindi voler far apparire normale quello che normale non è,non lo è e basta.I gay esistono da sempre.Ma che rompessero le palle a chi non lo è .O succederà il caos.E la natura avra' di nuovo il sopravvento.
RispondiEliminaLa natura è natura e distrugge chi va contro natura...........
Prossimo passaggio: distruzione famiglia e scuola
RispondiEliminaLo scopo è l’omologazione globale: cancellare le differenze, le diversità per renderci tutti uguali. Demolire tutte le identità sociali, religiose, politiche, culturali e ovviamente anche sessuali.
Il prossimo passaggio, che sta già avvenendo, sarà la distruzione del concetto di famiglia, perché questa strana e antiquata istituzione è un ostacolo enorme.
Un uomo privo di valori e senza punti di riferimento è un uomo in balia degli eventi e quindi malleabile e manipolabile a proprio (loro) piacimento.
Una raccomandazione del 2010 del “Comitato dei Ministri Europeo” invita ad introdurre nelle scuole appositi momenti di “sensibilizzazione” degli studenti sulle tematiche della “discriminazione” verso i gay e le lesbiche.
In Francia addirittura nell’anno accademico 2013/2014 sarà reso obbligatorio in tutte le scuole di ogni ordine e grado un corso di insegnamento basato sull’ideologia di genere, con lo scopo esplicito di “trasformare la mentalità dei giovani”. Trasformarla in che senso e in che direzione?
Qui da noi le cose non sono tanto migliori.
A Venezia gli insegnanti saranno affiancati da controllori chiamati a correggere le espressioni ritenute “discriminatorie”.
Tale progetto, organizzato dall’Ufficio scolastico territoriale della città lagunare in collaborazione con la Commissione provinciale delle Pari opportunità, ha lo scopo di “promuovere un’educazione oltre gli stereotipi di genere, acquisendo la capacità di coglierli e saper andare oltre”.
In Veneto, se qualche insegnante vorrà parlare di gay e generi sessuali, potrà farlo soltanto con l’assistenza di un tutor deputato a valutarne le parole onde correggere quelle eventualmente considerate non conformi alla linea di principio antidiscriminatoria.
Gli organizzatori hanno previsto, per i docenti, un percorso formativo articolato in sei incontri durante i quali “i maestri proveranno a liberarsi dei pregiudizi legati all’identità sessuale e a garantire una migliore offerta didattica ai loro studenti”.
I maestri delle scuole materne ed elementari di Venezia dovranno quindi abituarsi alla presenza, nelle loro aule, di ben due tutor che dovranno sovrintendere alla loro avvenuta “rieducazione” in tema di “identità di genere, ruolo di genere, identità sessuale e orientamento sessuale” (1).
Hanno pure iniziato a modificare i termini della lingua italiana, sempre nella direzione del (loro) politicamente corretto. In alcuni comuni italiani nei moduli sono misteriosamente sparite le parole “padre” e madre” per far posto alle parole molto più corrette: “genitore 1”, “genitore 2” o “coppie di fatto”. Il tutto per non discriminare, ovviamente.
l ruolo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
RispondiEliminaL’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO) da un po’ di anni ha iniziato ad occuparsi dello sviluppo sessuale dei bambini europei. Chissà come mai…
In un documento ufficiale, a cura dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA (Federal Centre for Health Education, Centro Federale per l’Educazione e la Salute, Germania) intitolato “Standard per l’Educazione Sessuale in Europa”, l’ente sovranazionale prescrive alcune cose a dir poco aberranti.
Il documento in italiano, scaricabile in formato pdf, è stato curato della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica.
Da 0 a 4 anni l’OMS prescrive l’apprendimento del “godimento e piacere quando giochiamo con il nostro corpo: la masturbazione della prima infanzia”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale per “la scoperta del corpo e dei genitali”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale per “esprimere i bisogni, i desideri e i limiti, ad esempio nel gioco del dottore”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per “consolidare l’identità di genere”.
Da 4 a 6 anni è l’età ideale per la “masturbazione” e si può tranquillamente: “parlare di argomenti inerenti alla sessualità”.
Da 4 a 6 anni è l’età ideale per le amicizia e amore “verso persone dello stesso sesso”.
Da 6 a 9 anni è l’età ideale per conoscere e difendere i “diritti sessuali di bambini e bambine”.
Da 6 a 9 anni è l’età ideale l’“amicizia e amore verso persone dello stesso sesso”.
Da 9 a 12 anni è l’età ideale per sapere tutto sulla “riproduzione e pianificazione familiare”, oltreché ai “diversi tipi di contraccettivi” e sui “rischi e conseguenze del sesso non protetto (gravidanze indesiderate)”.(disnformazione .it marcello pamio)