sabato 15 settembre 2012

Il filmato che infiamma i Musulmani.



Un Venerdì terribile quello appena passato.
Dall'Africa al Sud-Est Asiatico il mondo musulmano è in fiamme.
Dopo l'uccisione dell'ambasciatore USA in Libia con l'attacco all'ambasciata, le proteste sono dilagate in maniera incontrollabile in tutte le principali città musulmane del mondo. Decine di morti, centinaia di feriti, bandiere americane, britanniche e tedesche date alle fiamme, ambasciate sotto assedio, scontri con le forze di polizia.
La rabbia è esplosa come un virus e ha infettato tutto il mondo musulmano, ma anche gli stessi paesi occidentali sono in allerta e mentre l'FBI dirama un comunicato in cui afferma che bisogna mantenere la massima allerta perchè “la protesta potrebbe dilagare”, in Italia si pone la massima attenzione sugli obiettivi ritenuti sensibili.
In effetti è dallo Yemen che arriva la minaccia più esplicita alle città Occidentali, alle ambasciate e agli occidentali che risiedono nei paesi musulmani. Il gruppo locale di Al Qaeda, a quanto riportano le fonti italiane, avrebbe invitato tutti i “fratelli musulmani” a seguire l'esempio dei fratelli libici e colpire funzionari e diplomatici americani e a tutti coloro che vivono in Occidente di colpire gli obiettivi chiave.
In Afghanistan i talebani, che di obiettivi da colpire ne hanno sicuramente più degli altri, nella notte hanno attaccato una base anglo-americana causando la morte di due soldati statunitensi.
Nel frattempo durissima è stata la condanna da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU per gli attacchi alle sedi diplomatiche dei paesi occidentali. Il Consiglio ha ricordato che qualsiasi sia la motivazione delle proteste, essa non può travalicare l'inviolabilità delle ambasciate.
Da parte sua il Pentagono, per bocca del Ministro della Difesa americano Leon Panetta, in un'intervista al Foreign Office, ha dichiarato che gli USA stanno posizionando le proprie forze in modo da “rispondere alle eventuali rivolte in 17, forse 18 località”.
Insomma un bel casino.
Ma perchè tutto questo?
A quanto pare la diffusione su Youtube di un trailer di 13 minuti di un fantomatico film di un altrettanto fantasmagorico regista egiziano cristiano copto (a quanto riferiscono alcune fonti giornalistiche statunitensi), che sembra prendere in giro il profeta Maometto, ha scatenato la rabbia musulmana.
Ma cosa si nasconde dietro questa rivolta così violenta?
Nonostante il filmato su Youtube sia stato caricato fin da luglio, la protesta esplode solo ora e cioè solo dopo che una chirurgica disinformazione è riuscita a far passare la falsa notizia che il film sarebbe stato realizzato con un imponente finanziamento sionista e che presto sarebbe andato in onda in tutti i cinema occidentali. Quando qualche minuto del trailer è stato mandato in onda da una televisione egiziana, vicina ai salafiti, è scoppiato il putiferio. Il film, secondo la disinformazione di cui sopra, sarebbe addirittura costato 5 milioni di dollari, ma a guardare il trailer una cosa simile appare semplicemente ridicola. La qualità del filmato e delle riprese è a dir poco amatoriale e si comprende bene che il suo scopo non è certo quello di andare nelle sale cinematografiche, ma solo quello di provocare la reazione musulmana.
Ma chi c'è dietro le ribellioni? Al Qaeda?
E dietro il filmato? Davvero l'ala oltranzista sionista?
Pare davvero difficile crederlo. In entrambi i casi.
Una cosa è certa: chiunque abbia girato quel finto trailer aveva in mente solo l'obiettivo di scatenare una reazione da parte dell'ala dura dei movimenti musulmani, quella salafita, che prontamente ha risposto presente all'appello. L'ala dei duri e puri, che predica di un fantomatico ritorno alle origini dell'Islam e che rinfocola e rivendica la “guerra di civiltà”, lo “scontro con l'occidente”, in una parola la “jihaad”. L'obiettivo è destabilizzare il delicato equilibrio dei paesi che sono venuti fuori dalla primavera araba, alimentare l'odio religioso contro l'occidente e giustificare indirettamente agli occhi dell'opinione pubblica occidentale anche l'appoggio statunitense ai “ribelli” siriani.
In altre parole gli autori del trailer hanno voluto confezionare una provocazione proprio a quel mondo musulmano intransigente con l'obiettivo di evidenziare come i musulmani siano “intolleranti, violenti, barbari, attributi che sono profondamente iscritti nel discorso razzista anti-musulmano dell’Occidente. Ed è una facile scommessa per il fatto che tra di noi ci sono quelli pronti a rispettare questo ruolo” (Jylland Posten editorialista di  Al Ahram).
Anche la reazione della guida suprema iraniana Ali Khamenei che ha denunciato “l'azione maligna” dietro al filmato del “governo USA e dei sionisti”, lascia intravedere come il tentativo di chi ha diffuso il trailer sia arrivato a bersaglio.
Dunque si voleva una reazione e una reazione, anche se solo apparentemente globale, c'è stata.
Dal canto loro, gli Stati Uniti, per bocca del proprio Presidente Barak Obama, si sono detti “totalmente estranei al filmato” giudicandolo “riprovevole e disgustoso”, rispendendo così al mittente le richieste di scuse ufficiali piovute sugli USA dal mondo musulmano da ogni dove. Ma Obama ha anche rincarato la dose affermando che “i responsabili della morte dell'ambasciatore in Libia verranno assicurati alla giustizia” e che “gli Stati Uniti non cederanno di un millimetro ma andranno avanti”. E così sono stati intensificati i voli degli aero-drone sulla Libia e su altri paesi musulmani.
Insomma la situazione è incandescente e le proteste che stentano a placarsi possono ben presto tramutarsi in qualcosa di più consistente dal punto di vista politico.
Al momento è assolutamente impossibile scovare chi realmente ci sia dietro il filmato incriminato, ma vista la nebulosità della cosa, non mi meraviglierei se si scoprisse che è opera di qualche servizio segreto occidentale, o più probabilmente il Mossad. Ma se fosse così, che interesse avrebbe Israele ad alimentare l'antioccidentalismo e l'antisionismo dei salafiti e dei musulmani oltranzisti?
Che ci sia dietro la volontà di preparare il terreno per l'attacco all'Iran?
Al momento sembrerebbe improbabile. Resta il fatto che chi ha diffuso il filmato, ha pienamente raggiunto lo scopo di far saltare il coperchio dell'odio anti-occidentale.
La situazione resta delicatissima e nei prossimi giorni potrebbero esserci sviluppi più o meno imprevedibili.
Capiremo certamente meglio cosa stia succedendo e chi ne gioverà, politicamente e militarmente.

(Francesco Salistrari)



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