martedì 27 aprile 2010

Il mio tempo.


Non ho altro che questa testa per pensare e queste mani per battere sui tasti stanchi
di un computer.
Sono l'assassino del mio tempo, spietato, senza lacrime.
Uccido i miei giorni cancellando qualcosa, riscrivendone altre.
Uccido il mio tempo con cinismo, senza paura, pur sapendo in fondo a me stesso che un giorno
non ci sarà più giorno da uccidere e allora il mio cinismo si trasformerà in vendetta.
Non ho altro se non queste dita veloci e pasticcione, questa lingua lunga e velenosa,
stupida, semplice, codarda, testarda.
Non ho altro se non il peso sullo stomaco da eliminare.
Il mal di denti da calmare.
Il mal di testa da assopire.
Chiudo gli occhi all'alba, perchè dolce mi è la culla della notte, capace di lasciarmi
solo con i miei pensieri e le mie storie.
La notte è silenziosa, a dispetto del giorno rumoroso. E' premurosa, a dispetto del giorno
ciarliero. La notte è la calma dell'anima mia e mi concede un attimo di infinito,
vale a dire quell'unico istante capace di dar forza alla mia voce, di dar senso ai miei
pensieri.
Sono l'omicida del mio tempo. Ne sono certo. Perchè il tempo vola via e ancora non comprendo
nessuno dei misteri del mondo.
Sono l'omicida dell'unica cosa che abbia veramente valore. Aldilà dei soldi e delle
cose di cui ci circondiamo ingordi.
Il tempo è l'unico interesse che dovremmo avere.
Io sono il primo a sperperarne la ricchezza.
Sono il conto che non torna. Sono l'imbroglio nella fattura.
Perdo il mio tempo, non c'è dubbio e sono convinto che ci sia qualcuno pronto a maledirmi
per questo, a deridermi, a sbeffeggiarmi.
Voglio che lo sappiano: sono con loro, in tutto e per tutto.
Perdo il mio tempo, di sicuro.
Parlo di cose lontane, luoghi inesplorati, persone mai esistite, mondi paralleli.
amori perduti, ricordi sfumati, pianti asciugati.
Perdo tempo dinnanzi alle ombre di un'illusione e divento parte di essa.
Lascio tempo alle mie spalle.
Ma lo regalo a voi.
Che, sono, sicuro saprete farne tesoro, molto meglio di me.

(Francesco Salistrari, 2010)

giovedì 22 aprile 2010

Questa è la nostra politica e la nostra informazione.

Questo scritto ha il solo scopo di dimostrare come sia possibile da parte della politica e dell'informazione asservita, stravolgere la realtà di un fatto storico gravissimo come il processo all'uomo più potente della Repubblica Italiana, l'attuale senatore a vita e 7 volte Presidente del Consiglio, Giulio Andreotti.

Queste sono state le dichiarazioni immediatamente successive e MAI SMENTITE da parte di vari esponenti della politica italiana e non solo, alla Sentenza DEFINITIVA in Cassazione del Processo Andreotti di Palermo (2004).
Berlusconi: "Sono molto felice per Andreotti".
Pera: "La fine del calvario di Andreotti".
Casini (esultante):"sentenza liberatoria per le istituzioni".
Il Vaticano "esprime grande soddisfazione".
Il Cardinale Fiorenzo Angelini:"Volevano colpire la DC".
Emanuele Macaluso (DS) in un suo articolo sul Riformista titola:"Andreotti assolto, il Teorema è finito.Ma ora cancelleranno anche l'infamia?".
Gianni de Michelis (Nuovo PSI) e Enzo Fragalà (AN) chiedono "risarcimenti per Andreotti".
Francesco D'Onofrio (UDC) intima di "chiedere scusa ad Andreotti".
Romano Prodi parla di "bella notizia".
Giuseppe Fioroni (Margherita): "Andreotti esce a testa alta da accuse infamanti contro le quali ha usato solo la forza della verità".


Ma purtroppo non solo le sole. Per limiti di spazio (e di noia) ho inteso evidenziare queste in particolare, tralasciando la sequela di dichiarazioni, ricostruzioni, interventi, susseguitisi a "Porta a Porta", la trasmissione di Bruno Vespa, sui giornali, in altre trasmissioni, alla radio ecc ecc.

Avete letto bene le dichiarazioni?
Fatelo di nuovo, ve ne prego. Mettele bene a mente.

La II sezione penale della CASSAZIONE il 15 Ottobre 2004, respingendo i ricorsi della difesa Andreotti, dichiarava pienamente confermata la SENTENZA (rendendola definitiva) della I sezione della Corte di Appello di Palermo.
Sentenza che testualmente recita nella parte conclusiva:

"L'imputato ha, non senza personale tornaconto, consapevolmente e deliberatamente coltivato una stabile relazione con il sodalizio criminale ed arrecato, comunque, allo stesso un contributo rafforzativo manifestando la sua disponibilità a favorire i mafiosi. In definitiva, la Corte ritiene sia ravvisabile il reato di partecipazione all'associazione per delinquere nella condotta di un eminentissimo personaggio politico nazionale, di spiccatissima influenza nella politica generale del Paese ed estraneo all'ambiente siciliano, il quale, nell'arco di un congruo lasso di tempo, anche al di fuori di un'esplicita negoziazione di appoggi elettorali in cambio di propri interventi in favore di un'organizzazione mafiosa di rilevantissimo radicamento territoriale nell'Isola:
a)chieda e ottenga, per conto dei suoi sodali, a esponenti di spicco dell'associazione interventi paralegali, ancorchè per finalità non riprovevoli;
b)incontri ripetutamente esponenti di veritce della stessa associazione;
c)intrattenga con gli stessi relazioni amichevoli, rafforzandone la influenza anche rispetto ad altre componenti dello stesso sodalizio tagliate fuori da tali rapporti;
d)appalesi autentico interessamento in relazione a vicende delicate per la vita del sodalizio mafioso;
e)indichi ai mafiosi, in relazione a tali vicende, le strade da seguire e discuta con i medesimi anche di fatti criminali gravissimi da loro perpretati in connessione con le medesime vicende, senza destare in essi la preoccupazione di venire denunciati;
f)ometta di denunciare elementi utili a far luce su fatti di particolarissima gravità, di cui sia venuto a conoscenza in dipendenza di contatti diretti con i mafiosi;
g)dia, in buona sostanza, a detti esponenti mafiosi segni autentici - e non meramente fittizi - di amichevole disponibilità, anche al di fuori [...] di specifici ed effettivi interventi agevolati, inducendo negli affiliati, anche per la sua autorevolezza politica, il sentimento di essere protetti al più alto livello del potere legale.
[...]
Alla stregua dell'esposto convincimento [...] non resta allora che confermare, anche sotto il profilo considerato, il già precisato orientamento ed emettere, pertanto, la statuizione di non luogo a procedere per essere il reato ravvisabile a carico del sen. Andreotti estinto per prescrizione."
Amen.

Perchè continuate a votare questa gente?
Perchè continuate a distinguere una destra da una sinistra?
Perchè?
Questa è la stessa gente che ha lasciato morire Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa e tantissimi altri illustri difensori della giustizia e della verità nel nostro paese, nel più totale isolamento, salvo poi ripempirsi la bocca di parole come "lotta alla mafia", "contrasto alla criminalità organizzata", "impegno statale contro le mafie".
Basta.
Ci siamo rotti i coglioni.

(Francesco Salistrari, 2010)

giovedì 15 aprile 2010

Rivoluzione o morte.


Non è semplice parlare quando non si hanno più parole. Parole per descrivere la delusione, la disillusione e l'angoscia nel guardarsi intorno e vedere un mondo vuoto, contenitore di aspirazioni e sogni sbagliati. Non ce ne rendiamo conto ma siamo una società senza ideali, senza valori, senza prospettiva. Crediamo di poter tirare a campare all'infinito, saccheggiando l'ambiente per sempre, distruggendo quello che reputiamo superfluo, sporcando, inquinando, sprecando. Siamo incapaci di capire che così non si va da nessuna parte, anche se ci ripetono il contrario. Anche se auspicano la nostra fiducia e ci invitano a consumare, comprare, spendere.
Lo shopping è la farsa della modernità.
E' una bugia, è l'illusione della felicità, è la rappresentazione della nostra sconfitta.
Oggi le aziende hanno assoluta necessità di aumentare la produzione, i guadagni, le entrate. E possono farlo solo grazie a noi e alla nostra bramosia di possedere, di comprare, di venerare i feticci esposti sugli scaffali dei nostri centri commerciali.
Comprare, spendere, morire.
L'illusione profonda nella quale siamo immersi è destinata a condannarci.
Urge una nuova organizzazione della produzione, della divisione del lavoro, della redistribuzione della ricchezza. Urge un nuovo modo di intendere il possesso e il consumo dei beni. Urge un nuovo modo di intessere le relazioni economiche. E un nuovo veicolo per farle funzionare.
Il denaro ha fatto il suo tempo e i suoi immensi danni.
Il denaro, simbolo improprio di successo personale, è la chiave di volta della nostra perdizione morale e culturale.
Il vortice nel quale ci avvitiamo è terribile.
In pochi anni l'ambiente sarà irrimediabilmente compromesso dalle nostre attività economiche, scellerate come il comportamento di un folle. Ogni anno riversiamo nei cieli quantità indicibili di Co2 che stanno gravemente alterando i delicati equilibri climatici. Inquiniamo il mare, i fiumi, compromettendo habitat naturali ed ecosistema in maniera permanenente. Rischiamo di superare il punto di non ritorno senza nemmeno rendercene conto. Ed è questa la cosa più assurda. Ci gloriamo di essere gli esseri più intelligenti del pianeta, di stare e a diritto, sul gradino più alto dell'evoluzione, ma questa vi sembra intelligenza?
Giudichereste intelligente un uomo che poco alla volta dà fuoco a casa sua senza nemmeno uscire?
La spirale autodistruttiva che questo sistema economico ha avviato è devastante. Inimmaginabile sessanta, settanta anni fa, ma ora che sappiamo, ora che conosciamo quali sono gli effetti che il nostro modo di produrre e di consumare generano, continuare così significa suicidarsi in massa.
Cosa pensano nei consigli di amministrazioni delle grandi multinazionali, delle aziende inquinanti, delle compagnie petrolifere? Non hanno figli? Non sognano un futuro per loro?
E' assurdo!
Il problema è che nessuno si rende conto realmente di quanto ci sia in gioco. Nessuno. A cominciare dagli stessi ambientalisti. Nessuno ha ancora capito realmente quello che stiamo facendo.
Assassinare la propria madre è un delitto schifoso, immondo, imperdonabile.
La Terra è ormai universalmente considerata a tutti gli effetti un organismo vivente. Viene chiamata GAIA.
Quello che stiamo facendo tutti, è infliggere ogni giorno una ferita a questa meravigliosa creatura. Quella stessa creatura che ci ha permesso di essere qui, di provare emozioni, di inventare, di fare arte, di amare, di perdonare. Quella stessa creatura che ci ha permesso di esistere.
Gloriamo Dio nelle Chiese, nelle nostre preghiere. Ci genuflettiamo davanti ad un altare o ad un pezzo di ostia. Chiediamo perdono per i nostri peccati. Eppure non facciamo niente per il nostro pianeta. Figlia di Dio quanto noi stessi.
Non è possibile essere così stupidi. Occorre una rivoluzione culturale ed economica immediata, rapida, efficace, dirompente. Nel più breve tempo possibile. Occorre cambiare da subito le nostre abitudini energetiche, riformare l'intero impianto produttivo e distributivo, l'intero sistema di trasporti, il sistema politico che mantiene lo status quo. Occorre un atto sovrumano per fermare lo scempio che stiamo perpetrando.
Non abbiamo alibi. Il denaro non può esserlo.
Un pezzo di carta finto, immaginario, senza valore, non può determinare il destino della VITA su un intero pianeta.
Se non ci rendiamo conto di questo al più presto, sarà tardi.
E GAIA, probabilmente si vendicherà di noi, prima di lasciarsi ammazzare.


(Francesco Salistrari, 2010)

venerdì 9 aprile 2010

Al cielo?















A volte alziamo gli occhi al cielo per osservarne la bellezza commovente. Che sia un cielo stellato od un cielo azzurro, perfino talvolta carico di nuvole, o un cielo rosso di tramonto o giallo di mattino. A volte volgiamo la testa al cielo per osservare il volo dei magnifici uccelli o per scorgere un aereo di passaggio, o ancora per guardare il viso sfregiato della luna. A volte teniamo il naso all'insù per guardare le stelle e sentirci piccoli al loro confronto, riempiendoci della sensazione di infinito che
solo l'universo sa emanare.
Il più delle volte però, ultimamente, ci capita di volgere lo sguardo al cielo per esprimere una preghiera, scambiando quell'immensità per lo sguardo di Dio. Ci capita sempre più spesso di guardare le stelle ed esprimere i nostri desideri reconditi, aspettandone l'illusoria caduta.
Ultimamente ci capita troppo spesso di rivolgerci al cielo a mo di supplica, quasi a delegare l'immenso a risolvere i nostri a confronto sì piccoli problemi. Ci capita troppo spesso, tanto spesso da finire per dimenticare che i nostri problemi si risolvono con la testa a terra, la schiena incurvata e gli occhi rivolti ai nostri nemici. Che siano essi fantasmi o le infamità di questo mondo allo sfascio.
Non serve guardare il cielo, quando la terra sprofonda sotto i piedi.

(Francesco Salistrari, 2009)

sabato 3 aprile 2010

Il dolce stil novo.


Il finto perbenismo di questo paese fa letteralmente schifo.

Beppe Grillo alle ultime elezioni regionali ha ottenuto un risultato eccezionale con il suo “Movimento a 5 stelle”, nonostante il movimento sia giovanissimo, non riceva finanziamenti elettorali, nonostante sia stato completamente ignorato dalla copertura televisiva della campagna elettorale, nonostante sia composto da persone che la politica l'hanno vista solo in televisione.

E questo naturalmente ha dato molto fastidio. E naturalmente sia a destra che a sinistra.

Come poteva essere altrimenti, nei confronti di un personaggio che spara a zero sui privilegi di questa classe politica?

Dal momento che, come abbiamo visto, un'alternativa non solo politica bensì soprattutto programmatica a Berlusconi in Italia non esiste, la forza delle proposte del programma di Grillo (e da latitudini e con caratteristiche diverse di un Vendola in Puglia) diventano scomode. Troppo.

Inattaccabile da un punto di vista programmatico, il povero Grillo viene vessato per altre vie. E qui scatta l'onda del moralismo made in Italy, il moralismo di una politica che di morale non ha nulla. E si attacca Grillo per il suo linguaggio scurrile, per il suo modo di essere tutto sommato ancora un comico, un giullare (nel senso medioevale del termine, Dario Fo docet) e non un politico.

In altre parole lo si denigra per COME dice le cose, non per COSA dice!

E vedere un Fede che si indigna per le espressioni di Grillo, dichiarandosi scandalizzato, schifato, dalla dialettica sboccata del genovese, è, devo dire, assolutamente deprimente.

Cosa c'è di più immorale del modo in cui un Fede esercita la sua professione di giornalismo? Cosa c'è di più vigliacco di presentare le notizie che fanno comodo alla propria parte politica mistificando la realtà ogni giorno, in ogni edizione del proprio telegiornale? Cosa c'è di più scandaloso del fatto che trasmette su una rete (Rete4) che è stata dichiarata abusiva dalla Comunità Europea?

Ma Fede, naturalmente, non è l'unico a scandalizzarsi di Grillo, del suo modo di parlare, del suo seguito imponente, della sua presa sui giovani, del suo successo elettorale. E gli attacchi vengono da tutte le parti. E vediamo il PD che accusa Grillo e il suo Movimento di aver rappresentato una delle cause della propria sconfitta elettorale. Come se ci fosse bisogno di Grillo per far perdere questa pseudo-sinistra che è sparita dalle piazze, dai luoghi di lavoro, che si è allontanata dalla gente per seguire Berlusconi in una battaglia tutta mediatica persa assolutamente in partenza. Come se fosse Grillo il responsabile dell'ennesima figura di merda rimediata dalla sinistra nella sua ultima (e ci auguriamo definitiva) esperienza governativa. Come se fosse di Grillo la responsabilità dell'assoluta mancanza di un programma alternativo al centro destra. Come se fosse di Grillo la colpa della completa incapacità della sinistra a fare la sinistra. Bersani & CO. dovrebbero passarsi una bella mano sulla coscienza e fare il mea culpa una volta al giorno, per aver regalato a Berlusconi 15 anni di governo, per non aver risolto una volta per tutti lo schifo del conflitto di interessi, per non aver risistemato la giustizia e la scuola dopo i danni della destra, per non aver cancellato la legge 30 sul precariato (una vergogna legislativa che sta uccidendo il futuro dei giovani italiani!), per non aver risolto il problema dell'immigrazione in modo intelligente e coordinato con la Comunità Europea. Il PD e la sinistra tutta dovrebbero prendersela con la propria incapacità a dare risposte concrete alla gente, di porre sul piatto proposte concrete alla difficoltà che questa crisi economica sta generando. E invece se la prende con Grillo, che di proposte concrete, nel suo programma, ne ha a bizzeffe. Ed è l'unico in Italia che propone una ricetta per uscire da questa situazione da Grecia che presto trascinerà il paese nella crisi sociale più dura della sua storia.

E questa cricca di ladri che si fanno chiamare politici se la prendono con Grillo...

Grillo è un maleducato, uno sboccato, un pazzo, un terrorista mediatico, un qualunquista, un populista. In poche parole disgusta in maniera uniforme tutto l'arco Costituzionale.

Mentre cosa dovrebbero dire gli italiani delle scene pietose viste in parlamento in questi anni, degli insulti, delle minacce, delle escort del premier, delle veline candidate, della cocaina dei deputati? Cosa c'è di più intollerabile di uno Stato che ricicla soldi sporchi con gli Scudi Fiscali? Cosa c'è di più vomitevole dei politici che prendono tangenti e truccano appalti alterando in maniere irreversibile il mercato? Cosa c'è di più terrorista di uno Stato che fa accordi con la Mafia? Di un Parlamento in cui siedono 20 condannati in via definitiva? Di un Senato che ha fatto senatore a vita un mafioso accertato come Andreotti?

E non vado avanti. Perchè sarebbe inutile. Tutti sanno come funziona questo paesello da terzo mondo. Questa repubblica delle banane corrotta, marcia, fallita.

Questa bella repubblica e la sua bella classe politica. Che si scandalizza di Grillo, ma mai di se stessa.

VEROGOGNATEVI!!!!!!


(Francesco Salistrari, 2010)

giovedì 1 aprile 2010

La montagna donde sorge la solitudine.













L'indifferenza è un'arma di distruzione di massa.

Senza rendercene conto uccide la cosa più importante che abbiamo. Le passioni.
Uccide il nostro cuore, la nostra anima.
E' il cancro che ci consuma dall'interno. E che metastatizza ogni aspetto della nostra vita.
Non nasciamo indifferenti, tutt'altro.
Troppo grande è la nostra curiosità per il mondo.

Avidi, assorbiamo qualsiasi cosa.

E' il tempo a renderci indifferenti. Alle cose che non ci interessano più. Alle cose che ci danno fastidio.
Lentamente però cominciamo a divetare indifferenti, via via ad un numero sempre maggiore di cose. Lentamente cominciano a sparire dalla nostra vita gli amici d'infanzia, i compagni di scuola.
Di volta in volta, inconsapevoli, sacrifichiamo qualcuno sull'altare della tranquillità.
E così tocca a persone sempre più vicine. Lentamente rimaniamo soli.
Soli con lei.

Amante ossessiva e permalosa. Gelosa, invidiosa, cattiva.
L'indifferenza. E diventiamo apatici. E le cose del mondo sembrano non riguardarci più.
E' solo troppo tardi quando ci rendiamo veramente conto di quello che abbiamo fatto.
E la voce che sentiremo com'un'eco nella testa prima di morire non potrà essere altro che quella della vecchia zitella cattiva che abbiamo scelto per compagna.
Ho detto indifferenza.
Qualcuno la chiama solitudine per semplicità.

(Francesco Salistrari, 2010)

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