giovedì 1 aprile 2010

La montagna donde sorge la solitudine.













L'indifferenza è un'arma di distruzione di massa.

Senza rendercene conto uccide la cosa più importante che abbiamo. Le passioni.
Uccide il nostro cuore, la nostra anima.
E' il cancro che ci consuma dall'interno. E che metastatizza ogni aspetto della nostra vita.
Non nasciamo indifferenti, tutt'altro.
Troppo grande è la nostra curiosità per il mondo.

Avidi, assorbiamo qualsiasi cosa.

E' il tempo a renderci indifferenti. Alle cose che non ci interessano più. Alle cose che ci danno fastidio.
Lentamente però cominciamo a divetare indifferenti, via via ad un numero sempre maggiore di cose. Lentamente cominciano a sparire dalla nostra vita gli amici d'infanzia, i compagni di scuola.
Di volta in volta, inconsapevoli, sacrifichiamo qualcuno sull'altare della tranquillità.
E così tocca a persone sempre più vicine. Lentamente rimaniamo soli.
Soli con lei.

Amante ossessiva e permalosa. Gelosa, invidiosa, cattiva.
L'indifferenza. E diventiamo apatici. E le cose del mondo sembrano non riguardarci più.
E' solo troppo tardi quando ci rendiamo veramente conto di quello che abbiamo fatto.
E la voce che sentiremo com'un'eco nella testa prima di morire non potrà essere altro che quella della vecchia zitella cattiva che abbiamo scelto per compagna.
Ho detto indifferenza.
Qualcuno la chiama solitudine per semplicità.

(Francesco Salistrari, 2010)

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