lunedì 4 luglio 2011

Val di Susa: puzza di regime.


“Violenza eversiva”, “Intervenire con fermezza”, “Condanna unanime della violenza”.

Queste alcune delle frasi più ricorrenti lette ed ascoltate dopo gli scontri violenti di ieri e dei giorni scorsi in Val di Susa. Questa la solita reazione del mondo politico all'ennesima protesta a cui assistiamo in questi anni nel nostro paese.

La questione Tav è sul piatto da anni e gli abitanti del luogo strenuamente stanno lottando contro un obbrobrio di opera pubblica che causerà danni ambientali e alla salute, vedrà sprecare ben 22 miliardi di euro dei contribuenti (a fronte di una manovra finanziaria che si sta per varare di 43 miliardi) e soprattutto è perfettamente inutile.

E' facile intuire la puzza dell'imbroglio bipartisan nascosto dietro la vetrina del “corridoio ad alta velocità indispensabile per il rilancio dell'economia italiana” (come da depliant governativo e non). Una puzza che sa di appalti truccati, mazzette e interessi poco limpidi.

Sono anni che queste cose vengono denunciate dai Val Susini e sono anni che la politica e i vari governi fanno finta di non sentire, salvo poi militarizzare l'area, usare gas lacrimogeni dannosi alla salute e poi stupirsi della “violenza inaccettabile” della protesta.

Protesta che va detto fino al corteo pacifico organizzato dai sindaci e dai comitati locali, era stata del tutto tranquilla e aveva visto la partecipazione di migliaia e migliaia di persone. Poi i soliti tre o quattrocento violenti hanno dato il via alla scintilla che ha fatto divampare il fuoco. Un fuoco latente voluto e alimentato con l'occupazione militare del cantiere avvenuta nei giorni scorsi attraverso un uso criminoso delle forze dell'ordine. Di quella violenza nessuno si è crucciato. Nemmeno il Presidente della Repubblica che oggi, al contrario, chiede fermezza contro l'eversione.

La questione è molto semplice.

Gli interessi in gioco sono troppi e troppo vasti (vista anche la situazione economica da “vacche magre” del momento) e quindi chissenefrega della volontà di un intero territorio che verrà letteralmente sventrato e stuprato da quest'opera da mentecatti.

La verità è che della volontà popolare non ne tiene conto nessuno. Non ci stupisce affatto che siano proprio questi politici ad agire così.

La situazione è grave.

Se non ve ne foste accorti, la Val di Susa non è in Australia. E quello che stanno facendo oggi a questa gente, potrebbero farlo dovunque in Italia.

Sveglia!!!!

Non è possibile accettare il sopruso e la violenza di un regime che ha dimenticato di accostare alla propria definizione la parola democratico.

(Francesco Salistrari)

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