mercoledì 28 gennaio 2009

"Il mondo"

brano tratto dalla raccolta "Illusionismi" di Francesco Salistrari

Da quel giorno il mondo non gli apparve più come l’aveva visto fino ad allora. Qualcosa nella sua percezione della realtà cambiò per sempre. Fu come se qualcuno avesse spento le luci e si fosse acceso davanti ai suoi occhi un visore ad infrarossi e come per magia cose che fino a pochi attimi prima gli erano rimaste celate, improvvisamente apparvero così evidenti alla sua vista che si meravigliò con se stesso come avesse fatto anche solo a non inciamparci. Era incredibile che la mole delle bugie e delle falsità che aveva inghiottito fino a quel punto della sua vita gli si erano rivelate così digeribili da non fargli mai venire il dubbio che ci fosse qualcosa di storto.

Fu in quel momento che si rese conto di una verità. Una di quelle verità che potrebbero definirsi teorema, cioè uno di quei castelli di fantasia capaci pur nella loro inconsistenza reale a dare fondamento ad intere spiegazioni di quella realtà altrimenti incomprensibile. Il suo teorema gli fu di un’evidenza spaventosa, ma nello stesso tempo così labile da percepire, da sembrare niente di meno della fantasia di un paranoico.

Il suo mondo si reggeva sull’abitudine. Ogni cosa, ogni modo di pensare, di fare di agire, di credere, di sentire, di immaginare, di vedere, di considerare, di interpretare, si reggevano su un’abitudine consolidata.

L’abitudine è simile ad una droga, ci si assuefa ai suoi ritmi e ai suoi rituali e a lungo andare sembra impossibile farne a meno.

Simile a qualsiasi altra droga, l’abitudine, è un modo per rifuggire la realtà, o per rendersela più semplice, meno complicata, più accettabile, più a propria misura. Così si fa abitudine ad andare al lavoro, a fumarsi una sigaretta dopo pranzo, si fa abitudine ad ascoltare della musica, a comprare determinati prodotti, a comportarsi in determinate maniere, si fa abitudine a credere alla televisione e a pensarla in determinati modi, in una frase: a vedere la vita in un’ottica.

Si fa abitudine cioè a pensare in piccolo, al proprio vantaggio personale e di pochissimi affezionati, di chiudersi nel proprio mondo di relazioni interpersonali e anonime perché abituati ad avere perlopiù contatti formali con le persone, si fa abitudine a non farsi domande e a non cercare risposte.

E ciò almeno fino a quando qualcosa non desti da questo sogno, fino a quando qualcosa non vada a scalfire anche una sola di quelle abitudini, ad incrinare quella fiducia messianica riposta da ognuno nel proprio codice di credenze. Solo allora la rete delle abitudini a cui si è assuefatti cadrà o verrà messa in discussione, e simile al “momento di lucidità” degli alcoolisti, darà una scossa a tutta un’esistenza. Solo allora ci si renderà conto di quanto è duro lottare e destare le abitudini degli altri, solo allora ci si accorgerà della sordità delle persone che ci vivono accanto, della loro incapacità a percepire le urla d’aiuto che giungono da ogni dove. Ci si renderà conto di come anche noi, prima di capire, eravamo sordi e ciechi e la nostra percezione del mondo e dei suoi problemi, delle sue incongruenze e distorsioni, delle sue ingiustizie e follie, era anch’essa occlusa e deformata da tutta una serie di abitudini alle quali ci eravamo assuefatti.

Ci saremo finalmente resi conto che il mondo si regge sulla bugia.

Era questo il suo teorema.

Il mondo è retto da una menzogna.

Quale menzogna? Ad ognuno la sua interpretazione, ad ognuno la capacità di scoprire nelle proprie abitudini, quella crepa senz’altro esistente che rende possibile la comprensione dell’inganno.

Lui l’aveva trovata quella crepa.

Ed era sempre stata nella sua certezza più grande. 

Sarà così per tutti?



venerdì 16 gennaio 2009

Luce.




Amo la luce ed il suo calore

Amo la sua carezza sulla pelle

E la sua passionale discrezione.

Amo il tocco delle sue particelle

Il suo essere inodore

La sua inconsistenza

E la sua elettricità nascosta.

Amo te, luce.

Ed hai mille nomi, mille forme,

mille modi di presentarti, di essere, di apparire.

Luce e vita.

Luce ed amore.

Il mio, intenso amore.

Luce, sei l’unica che dà vita alla mia anima.

Sei l’unica capace di dare un senso ai miei occhi.

Senza di te resterebbero spenti, inutili, morti come due foglie.

Con te acquistano vita e bellezza,

con te ogni cosa acquista ciò che non ha.

Con te io, mi sento ciò che altrimenti non potrei essere.

Vivo.






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Sembra paradossale, ma è la realtá.
Anche il tuo sito/blog puó essere oscurato e tutti noi come Carlo Ruta possiamo essere condannati per stampa clandestina.
Infatti esiste una legge (N° 62 del 7/3/2001) che dice a chiare lettere che in Italia siamo tutti in situazione di illegalità.
E tu cosa vuoi fare? Aspettare che ti arrivi una denuncia perchè hai espresso le tue idee?
Se hai un blog, un sito, un forum in Italia rischi grosso, e noi ci rivolgiamo agli internauti di tutto il mondo perchè ci aiutino a difendere la nostra libertá di espressione. Ognuno deve dare il suo contributo aiutando a diffondere questo messaggio per difendere la neutralità e libertà di Internet.

Ed è fondamentale farlo ora. 
Ora che il Parlamento italiano sta studiando una norma che metterebbe ancor di piú i bastoni tra le ruote di tutti noi che non usiamo questo mezzo per professione ma solo per passione e per far circolare le nostre idee.
Questa norma (DDL Levi) deve essere immediatamente ritirata e devono essere sottratti alla legislazione sull’editoria tutti i mezzi internet utilizzati per esprimere e diffondere informazioni ed opinioni se gestiti in forma amatoriale, indipendentemente dalla loro capacità di produrre profitti.
Hai ancora dubbi?
Ti basti sapere che l’On. Giulietti nel 2001, come relatore della Legge N° 62 dichiarò che:

La legge sull’editoria non ha mai avuto tra i suoi obiettivi quello di imbrigliare le attività editoriali sulla rete. Sono quindi falsi gli allarmi e le preoccupazioni diffusi in tal senso.”

A distanza di sette anni ed a causa di quella legge, uno di noi, Carlo Ruta è stato condannato per stampa clandestina ed il suo sito è stato oscurato. Le rassicurazioni di allora sono dunque state inutili come lo saranno quelle di ora.
Tu che ci stai leggendo, tu che sei uno di noi, non rimanere passivo.
Domani potrebbe capitare anche a te.
Facciamo sentire la nostra voce e coordiniamo insieme una lotta per poter continuare ad esprimere i nostri pensieri. Aquesto link troverai tutte le informazioni per fare anche tu la tua parte. Fai sentire a tutti il tuo grido di libertà.

No alla clandestinità, vogliamo la libertà.

giovedì 15 gennaio 2009

Destino.








Il senso del destino

è ciò che fa della vita qualcosa di già visto.

C’è qualcuno che crede non sia necessario lottare

ma solo attendere la morte,

riscattatrice di una vita di stenti.

Il cielo è il ricettacolo dei desideri

e l’abbandono all’incertezza e alla rassegnazione.

Il destino è la giustificazione del sopruso

e dell’inciviltà del mondo,

del male e del pianto del vinto.

Il destino è il mattatore della speranza e della giustizia,

è il carnefice dei sogni e delle illusioni.

Il destino è un sorriso sarcastico,

che scintilla dall’ombra del buio.

mercoledì 14 gennaio 2009

SALVIAMO I BLOG!!!!

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Quello che si sta tentando in Italia è scandaloso. Mettere il bavaglio ai blog, evidenzia senza dubbio un disegno ben preciso di controllo completo dell'informazione e della società.  Qualcosa di veramente pericoloso che un tempo si aveva il coraggio di chiamare TOTALITARISMO!

FACCIAMO ATTENZIONE!!!!

domenica 11 gennaio 2009


Partecipa a freeblogger su beppegrillo.it

L'interlocutore


Se un giorno qualcuno ti dicesse che tutto ciò che ti circonda non è vero, che tutto il mondo che hai intorno non è reale, cosa penseresti?
Sicuramente che il tuo interlocutore per qualche strano caso della vita abbia perso il senno. Non è vero?
Ma se nel corso del tempo allo strano interlocutore si aggiungessero le voci di altre persone, se giorno per giorno ti sentissi ripetere le parole “il mondo che vedi non è reale!”, non cominceresti a dubitare? Non comincerebbe pian piano ad insinuarti nel cervello il sospetto che quelle parole potrebbero avere un senso?
Tutt’a un tratto comincerebbe a capitarti sempre più spesso di intrattenerti in discussioni su aspetti della vita che mai avresti considerato in passato.Le tue esperienze cambierebbero e pian piano cominceresti a vedere “quegli oggetti nascosti” di una realtà che fino al quel momento restava celata.
E se ti dicessi che il dubbio che il tuo primo interlocutore tanti anni prima ti aveva soffiato nelle orecchie, si trasformasse in consapevolezza? Mi crederesti?
Tutt’a un tratto prenderesti coscienza che la vita che hai di fronte è solo un gioco di luci e specchi, d’illusione e mistificazione, che molte cose che vedi sono messe lì come “veli di Maya” che ti nascondono la verità.
La tua vita a quel punto sarebbe profondamente cambiata e acquisiresti una prospettiva completamente diversa per affrontarla, forse riusciresti ad accettarla, a capirne gli intricati meccanismi. Forse riusciresti addirittura a rispettarla e da semplice ascoltatore diventeresti tu stesso l’interlocutore di altre persone.Saresti proprio tu, scettico e sbalordito in passato, ad aprire i loro occhi così come qualcuno ha fatto per te.
Bene, ora è venuto il momento delle presentazioni.
Mi presento, il mio nome è Francesco…e sono il tuo primo, strano, interlocutore.

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venerdì 9 gennaio 2009

Un problema serio

diffondi


Cliccate sul link e rendetevi conto di quanto la nostra salute venga messa a repentaglio da gentaglia che ha come unico interesse quello di riempirsi le tasche. E questo a spese della salute, del DIRITTO SACROSANTO alla salute dei cittadini di tutto il mondo.
Dobbiamo fare qualcosa.

giovedì 8 gennaio 2009

No al Nucleare


Il comitato di affari PDL e PD-meno-elle ha deciso che il nucleare si deve fare. Il futuro economico, energetico, industriale dellItalia legato al nucleare. I media si sono subito allineati, sanno che lopinione pubblica contraria. Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, attraverso dati, pubblicazioni scientifiche, testimonianze, video, interviste dimostrer il contrario. Non difficile.
Nucleare? No grazie.
Nel 1987 venti milioni di italiani hanno votato un referendum contro il nucleare. Scajola e la Marcegaglia contano pi della volont degli italiani? Chi li autorizza a prendere decisioni a nome del popolo italiano?
Si vuole il nucleare? Si tenga un nuovo referendum. Se gli italiani voteranno a favore, allora si potr fare. Altrimenti no. Non si possono costruire centrali nucleari ignorando il risultato di un referendum popolare.
Scajola vuol fare lo sconto sulla bolletta a chi acconsentir alle centrali nucleari vicino a casa. Dia lui lesempio con una discarica di scorie nucleari nel suo giardino. La bolletta gliela pago io.
Ci sono molti comuni denuclearizzati in Italia, comuni sovversivi, sobillatori, pericolosi organizzatori di energie alternative. Ma non sono ancora abbastanza. Chiedo ai sindaci di esporre il cartello: Comune denuclearizzato sotto il nome del loro paese. E il miglior benvenuto per chi lo visita.

Un sogno

Guardo in alto e vedo cenere,

come se avessi gli occhi ricoperti.

Ma cosa vedono i miei occhi?

Cosa non vedono?

Il fanciullo che mi osserva da lontano

sembra ridere tra se

e si trastulla della mia stupidità.

Lo guardo e lo vedo sfocato,

quasi etereo, il fantasma di un bambino,

maglione di lana rosso,

pantalone beige di velluto a costine.

Nell'indistinzione mi sembra di riconoscere un volto,

poi la sensazione svanisce.

Chi sarà mai?

Continua a osservarmi e a sorridere,

con quel suo sorriso beffardo,

gli occhi stretti e vispi,

i capelli a caschetto, con la frangetta dritta sulla fronte,

mentre il tempo sembra essersi cristallizzato.

Ad un tratto ho paura e non so perché.

Allora rivolgo nuovamente gli occhi al cielo

e quello che vedo mi gela il sangue nelle vene.

La luna,

spuntata come per magia dalla coltre di cenere,

è in fiamme.

Letteralmente incendiata da un fuoco satanico.

Guardo verso il fanciullo e anche lui la sta guardando.

Ma non sorride più.

Anzi gli occhi adesso sembrano tristi,

quasi velati di lacrime, distanti.

Si rivolge nuovamente a me,

mi guarda lungamente,

poi muove una mano, come in saluto,

sussurra quasi impercettibilmente qualcosa,

poi mi volta le spalle e con passo incerto se ne va.

Guardo di nuovo lo spettacolo allucinante della luna,

con il cuore che martella nel petto,

con la testa ovattata,

gli occhi fissi su uno spettacolo raccapricciante.

Cosa sta succedendo?

Poi all'improvviso, nulla.

Mi sveglio sudato nel mio letto,

con piccoli raggi di sole a filtrare dalla finestra.

Era tutto un sogno,

ma ho ancora a galleggiarmi nella testa le parole sussurrate dal bambino:

“E' finita!”.


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martedì 6 gennaio 2009

Il Potere delle parole


La storia può essere definita in mille modi, da mille angolazioni diverse, interpretata, letta, imparata e dimenticata. Ma della storia, di questo immane processo che non è altro che la Vita dell’uomo sulla terra, alcuni episodi, alcuni eventi, non potrebbero essere mai dimenticati, perché sono proprio essi ad aver permesso alla storia di esistere. Quando uno di questi eventi si verifica, quasi inconsapevolmente, per l’uomo la vita non è più uguale a prima e da quel preciso istante, cristallizzatosi nel tempo, si darà corso ad un’altra storia che senza quel punto di non ritorno non sarebbe mai esistita.

La nascita di Cristo, le Crociate, la nascita dell’Inquisizione, la nascita di Maometto, Leonardo da Vinci, Colombo, la Rivoluzione Industriale e Francese, la nascita di Roosvelt, la nascita di Hitler, la nascita di Eistein, Pearl Harbour, le bombe di Hiroshima e Nagasaky, la morte di J.F. Kennedy, l'11 Settembre 2001. Senza questi eventi chiave, senza questi cataclismi storici, la vita che noi tutti oggi conosciamo e viviamo, non avrebbe potuto mai essere quella che è. E questo per il semplice fatto che alcuni uomini con le loro decisioni, molto più di altri e per svariate ragioni, con la loro storia personale, con le loro scelte, con le loro contraddizioni e follie, ma anche con la loro genialità, con la loro assoluta unicità, sono stati e sono capaci di influenzare per sempre il corso delle cose, di cambiarne per sempre la fisionomia, influenzando e cambiando di riflesso la vita di tutti e non solo la propria. Nel loro intimo più recondito, dalla loro incredibile complessità interiore, dalla loro assoluta forza persuasiva, vi è insita l’energia più dirompente della storia dell’uomo: la volontà collettiva. La loro voce e le loro azioni, i loro sogni e le loro illusioni, rappresentano nient’altro che il pungolo magistrale alla volontà di tutti, rappresentano lo stimolo primordiale al risveglio delle passioni umane e giuste o ingiuste che siano sono proprio queste le sole capaci a costruire la storia e dare il volto al mondo. La lucida follia di tutti questi geni dell’umanità è la sola che ha sempre reso possibile alle masse di elevarsi ad artefici del destino collettivo e liberarsi per sempre da quella altrimenti propria amorfità e inconcludenza tipiche delle folle. Senza questi uomini e senza le loro decisioni più assurde e terribili, quella stragrande maggioranza delle popolazione del pianeta non avrebbe mai avuto la possibilità di irrompere sulla scena della storia e sentirsi partecipi o vittime di quella forza plasmatrice del mondo e della sua fisionomia. 

Il risveglio della volontà collettiva avviene sempre e solo grazie alle parole dell’uomo potente. Che non è necessariamente tale per acquisizione od elezione, per possedimenti o titoli, ma lo è per natura, alla nascita. Il potere non si misura sulla ricchezza o sulla potenza militare, ma sulla capacità evocativa contenuta nelle proprie parole.

Chi è depositario del potere della parola, solo lui avrà in mano le chiavi della storia.

Sono le parole che fanno la realtà, sono le parole che determinano e  plasmano quel pantano melmoso in cui siamo immersi fino alle caviglie, sono le parole che colorano il mondo e ne fanno uno spettacolo indecente.

Furono le parole a scatenare la follia del più grande oratore che la storia abbia mai conosciuto, Hitler; furono le parole a rendere grande un Mussolini o uno Stalin, o un Churchill o un Saddam Hussein, le parole, semplicemente quelle quattro idee blasfeme messe in vita da una squallida cavità orale.

Non ha senso stupirsi di questo, come non ha senso pensare che da sole le parole non siano capaci di cambiare il mondo. Chi ha mai ascoltato le parole di Gesù? Chi ha mai potuto apprendere direttamente da lui i suoi insegnamenti? Eppure le sue parole hanno attraversato il tempo e benché siano state reinterpretate, traviate e nascoste, il nocciolo del suo pensiero è giunto fino a noi, con quella stessa esuberante forza che avevano suscitato a quel tempo nel popolo Palestinese.

Non importa chi pronunci delle parole, non importa se appartengano ad un grande sermone o un mirabile discorso politico, ad una dichiarazione d’amore o ad una confessione personale, quello che conta è che tutte le parole, quelle di ognuno di noi, sono sempre capaci di suscitare qualcosa nell’altro, sono sempre capaci di cambiare qualcosa, in positivo o in negativo.

Sono le parole la forza motrice della storia, quella storia scritta e decisa dalla massa di un popolo drogato dalle parole dei suoi leader.

Oggi, XXI sec., mondo della comunicazione globale, le parole hanno assunto un peso che mai nella storia le era stato affidato. Le parole, oggi, sono immediate. Raggiungono i quattro angoli del mondo in pochi secondi e in pochi secondi possono cambiare i destini di molte persone. Oggi le parole hanno dalla loro la forza evocativa delle immagini e l’animo umano non sa resistere alla potenza dei simboli. Quello che fa del mondo moderno uno spettacolo televisivo, sono proprio la forza e la potenza evocativa delle immagini e delle parole veicolate attraverso la Tv. La realtà può essere riscritta e reinterpretata, nascosta, adattata, sfruttata, funzionalmente a qualsiasi disegno generale di controllo, di repressione, di potere.

E questo grazie ai simboli rappresentati dalle parole e dalle immagini. E all’intrinseca attrazione inconscia che un simbolo è capace di generare nell’animo delle persone. L’adesione ad una visione del mondo non è così travagliato come si potrebbe pensare, basta l’interposizione di un simbolo, pungolo alla coscienza di una realtà che viene creata e vive grazie a quel simbolo e all’adesione che esso richiama. La realtà del XXI secolo non è poi tanto diversa da quella del Medioevo, dove in nome di un simbolo (la Croce o la Mezza Luna) venivano commessi massacri e persecuzioni, venivano brandite guerre e rase al suolo civiltà, venivano distrutti templi ed edificati di nuovi. Il popolo si muoveva seguendo questi simboli e si scontravano sui campi di battaglia persone che avevano le stesse aspirazioni, lo stesso modo di intendere la vita, la famiglia, l’aldilà. Proprio come oggi in Iraq, in Sudan ed in tutti i teatri in cui è rappresentata la storia del nostro secolo.

1183. Reclutamento per la Seconda Crociata in Medioriente: “Venite a combattere per la terrasanta. Chi uccide un infedele vedrà il paradiso!”

2002. Al Zarquawi, video di rivendicazione: “Uccidere gli infedeli dell’occidente è la sicura via del paradiso, dove vi aspettano 7 vergini per l’eternità”.

Le motivazioni, i simboli e le parole che spingono il popolo a muoversi e a plasmare la storia, sono sempre le stesse da millenni. Ed è questa la constatazione amareggiata di un corso storico che si ripete, in un andirivieni di situazioni e di moventi collettivi che plasmano la fisionomia delle società, dei loro rapporti e delle loro tragedie. Il mondo si divide da sempre e continuerà a farlo, perché forse in fondo l’uomo non è definibile dai suoi rapporti sociali, ma dalla sua egocentrica autoreferenzialità. E le società moderne glorificano l’individuo e il successo personale, appunto in quel patos evocativo di superiorità e specialità che fa degli uomini di potere e di successo i degni rappresentanti di un’elite dominante, di una casta privilegiata non già per elezione divina, ma naturale. Le società moderne sono l’agone in cui opera e sceglie una selezione naturale che farebbe di pochi e speciali individui i destinatari delle speranze e delle illusioni di una massa informe di diseredati e disadattati il cui unico compito nella vita è quello di produrre e consumare.

E’ per questo che i rapporti sociali stessi sono improntati al dominio e alla dominazione, alla suggestione e alla potenza dell’immagine-simbolo di un campione di razza. E tutto questo avviene ogni giorno, ogni istante, grazie alle parole, sapientemente e funzionalmente, usate da un sistema di diffusione mediatico sempre più integrato e regolato.

Il mondo moderno è lo spettacolo televisivo di un passato che si ripete, è il documentario di un tempo passato che si modernizza e si tecnologizza, è il balletto di una sterminata marea di persone che inconsapevolmente, simili a miliardi di formiche, portano briciole di pane nella stessa tana e per la stessa Regina.


Francesco Salistrari

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