di
Francesco Salistrari.
Probabilmente
sono fuori dal mio tempo, come fuori posto.
Le
mie lunghezze d'onda sembrano superflue quando tento di spiegare cosa
provo, del perché mi commuova dinnanzi alla tenerezza della natura,
o piango lacrime disperate per uno scempio, l'ennesimo, che
infliggiamo a questo mondo.
E'
difficile farsi comprendere in questo pietraio di cuori rinsecchiti.
Come se la vita che vedo, che osservo, che amo, fosse completamente
avulsa dai contesti, fuori portata, inutile drappello di concezioni
andate.
Ma
andate dove? Sparite in quali recessi? Ammesso che siano mai
esistite!
Vivo
nell'ignoranza più totale, sganciato dal mio ambiente naturale e
trapiantato in un giardino senza terra, fatto di cemento e
calcestruzzo, acciaio, vetro, transistor, prese elettriche, luci,
benzina, rumore assordante.
Come
posso esser costretto a non ascoltare la voce del mondo, quella del
pianeta, dell'universo stesso?
Frequenze
che avverto, ma non colgo.
Accecato,
stordito, reso sordo, muto.
Perché
non so rispondere alle grida d'aiuto che giungono d'ogni dove, le
grida disperate della vita, schiacciata dal peso dell'assurdità,
dell'odio, della complicità fraccomoda?
E
divento pianto muto. Un pianto che ogni tanto riverso su fogli
intrisi d'inchiostro d'anima.
Le
mie parole come lacrime cocenti, si spegneranno presto nel baillame
della vita di ogni giorno.Quella stessa vita che non comprendo, che
non accetto, che subisco, ma di cui sono pienamente complice.
Complice
piangione, o choosy come ha detto una stronza viziata.
E
intravedo la mia complicità allo scempio perpetrato ai danni di
questa grande incubatrice vagante nel nulla, tra altre infinite
incubatrici viandanti.
E
non posso fare niente.
Per
vivere, per amare e farmi amare sono costretto a cimentarmi con una
realtà opprimente di rinunce, delusioni, umiliazioni, rifiuti.
Ovunque sorgono muri che mi impediscono la vista di qualcosa. E mi
consumo nell'ignoranza e nell'indistinzione farlocca di questo mondo,
sganciato e collegato allo stesso tempo. Perché è impossibile
comunicare, sentire gli altri, farsi sentire, capire, trasmettere il
proprio senso d'impotenza, di paura, di smarrimento dinnanzi a cose
che sembrano troppo grandi per essere comprese.
E
mentre ascolto impotente il rumore dei cingoli di una guerra
imminente, ma che nessuno vede, se non chi la sta preparando da anni,
non c'è un solo uomo capace di fermarsi un momento, di pretendere
che quel motore infernale che tutti contribuiamo a far girare, si
fermi.
Ci
hanno tenuto all'oscuro?
Ci
hanno ingannati?
Siamo
solo pedine?
Siamo
vittime o carnefici?
Siamo
generali o soldati?
Siamo
santi o assassini?
Non
ha senso chiederselo.
Perché
qualunque cosa siamo, abbiamo tutti perso.
Questo
è un gioco in cui nessuno vince, neanche il banco.
E'
un massacro silente di opportunità.
Piango
lacrime disperate per queste opportunità sprecate, maciullate,
ignorate.
E
chi può, chi può, comprendere davvero questo pianto?
Ho
un penna e un foglio bianco,
mia
sola
ed unica
voce,
il
senso di un sogno sulle labbra,
un
amaro silenzio come lacrime.
Ho
una penna e un foglio,
per
dire "Ti Amo" al vento scrosciante,
ho
queste mani... e un cuore...
per
mostrare al mondo il freddo lacerante.
In questa landa
desolata del mio tempo,
nel quale non c'è spazio per i sogni
non
c'è luce che scacci le ombre,
non c'è significato al canto dell'uccello.
Ho l'anima del viaggiatore,
ma sono forse
pianta,
immobile
nell'incertezza,
o
forse viandante
in un mondo senza strade.
Dio mio! Non ho parole! Mi hai emozionato tanto! Parole magnifiche per esprimere un profondo sentimento. Grazie! Codivido
RispondiEliminaGrazie di cuore,
RispondiEliminaFrancesco
Semplicemente commovente.... grazie Francesco
RispondiEliminaMario
Sono rimasta senza parole leggendo questo "lamento", questo pianto inconsolato. E' stata un'esperienza particolare leggere e ritrovarmi perfettamente nelle sue parole. Non mi capita spesso. Spulcerò il suo blog con dovizia...
RispondiEliminagrazie,
Giovanna Simeoni.
concordo con i commenti precedenti... un pezzo davvero eccezionale.
RispondiEliminaSenza parole....
RispondiEliminaGiada
condivido parola per parola, grazie per aver dato voce anche a me, inconsapevolmente.
RispondiEliminaQuello che dev'essere detto con lo spirito libero!
RispondiEliminaGrazie dal cuore!!
"Lo spirito diventa libero
solo quando cessa di essere un sostegno."
Franz Kafka
"Sono un asmatico dell'anima.
Quest'epoca mi provoca un problema respiratorio."
Camille de Toledo
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