Scusateci
se l'Europa vi ha imposto la destrutturazione del mercato del lavoro,
lo smantellamento dello stato sociale, il pareggio di bilancio, i
decennali al 6%, etc etc. ma a volte ci possiamo sbagliare.
Contrordine: il rigorismo è un'illusione e aggrava solo i
problemi. Peter
Bofinger, consigliere del governo di Berlino, intervistato da Der
Spiegel.
Nonostante
le riforme, in Italia la crisi economica è sempre piu' profonda.
L'economista Bofinger ritiene che il paese sia vittima di un errore
sistemico. La tesi del governo Merkel, secondo cui un forte risparmio
avrebbe risolto i problemi, è un illusione, ci dice Bofinger in
un'intervista.
L'Italia
è da anni in un circolo vizioso fatto di alto indebitamento e di una
economia che cresce molto lentamente. La crisi negli altri paesi Euro
ha solo peggiorato i problemi italiani, e il debito è cresciuto piu'
velocemente di quanto atteso. Il recente downgrade di Moody's ha
fatto salire ulteriormente il nervosismo. Peter Bofinger, economista
e consigliere del governo, pensa che il paese sia vittima del panico
degli investitori.
Spiegel: Herr
Bofinger: Moody's ha appena ridotto il rating italiano. Hanno
ragione?
Bofinger: Dipende
dalla prospettiva. Secondo Moody's l'Italia soffre sempre di piu'
dell'effetto contagio da Grecia e Spagna. L'Italia è finita in un
circolo vizioso: il governo sta risparmiando e il paese è scivolato
in una recessione. Questo rende sempre piu' difficile il
raggiungimento degli obiettivi di bilancio. Gli investitori sono
nervosi e gli interessi sul debito salgono. Ma così gli investitori
diventano ancora piu' nervosi, a un certo punto le agenzie di rating
devono reagire al trend negativo.
Spiegel: Significa
che gli alti tassi sul debito pubblico non sono giustificati?
Bofinger: Rispetto
ad altri paesi sono troppo alti. Il deficit di bilancio è il secondo
piu' basso dopo quello della Germania. Il deficit britannico è 4
volte quello italiano, tuttavia gli interessi sul debito pubblico
sono solo al 2%, mentre l'Italia deve pagare il 6%.
Spiegel: A
cosa è dovuto?
Bofinger: E'
abbastanza facile da spiegare: la Gran Bretagna è indebitata in
Sterline e ha una banca centrale che è disposta ad acquistare titoli
di stato in maniera illimitata. L'Italia a causa della sua
appartenenza all'unione monetaria non lo puo fare. E' in una
situazione fondamentalmente diversa, che anche con le drastiche
misure di risparmio e con le riforme strutturali del governo Monti
non potrà essere cambiata. Il problema è sintomatico della crisi
Euro. Il governo tedesco fino ad ora ha sostenuto che i governi dei
paesi in crisi devono risparmiare in maniera ferrea: i mercati
avrebbero riconosciuto lo sforzo e fatto scendere il tasso di
interesse. E' una illusione. Anche se gli stati della zona Euro
risparmiano, avviano le riforme strutturali e fanno quanto viene loro
richiesto, restano a rischio fallimento.
Spiegel: Questo
significa che l'Italia pur combattendo contro la crisi - dovrà
inevitabilmente richiedere gli aiuti finanziari europei?
Bofinger: Io
spero che questo sia evitato. Il fatto è: per gli stati è sempre
piu' difficile, con il potere di cui dispongono, far scendere i tassi
attraverso misure di risparmio e tenere sotto controllo
l'indebitamento. La Crisi Euro è un problema sistemico, che può
essere affrontato solo con un'azione congiunta di tutti gli stati
membri. Il Sachverständigenrat (consiglieri governativi in materia
economica) propone il modello del patto per il rimborso del debito
(Schuldentilgungspakts), che combina una responsabilità condivisa
solo su una parte del debito, con condizioni molto rigide e un
calendario di rimborso obbligatorio.
Spiegel: Il
governo Monti tiene aperta l'opzione degli aiuti europei. Che cosa
succederebbe, se l'Italia dovesse andare sotto la copertura del fondo
salva stati?
Bofinger: Sarebbe
l'ora della verità per l'unione monetaria. Fino al 2014 il paese
deve chiedere in prestito ai mercati 750 miliardi di Euro - molto di
piu' di quanto sia ancora disponibile nel fondo EFSF e ESM. Ci sono
solo due possibilità: i fondi per il salvataggio non vengono
ulteriormente estesi, e questo corrisponde alla fine dell'Euro.
Oppure l'Europa si mette d'accordo su nuovi meccanismi per la
condivisione delle garanzie sul debito, come ad esempio il fondo per
il rimborso del debito (Schuldentilgungspakt).
Spiegel: Il
governo tedesco si oppone agli Euro-bond. Teme che i paesi europei
piu' deboli utilizzino le garanzie comuni per fare debito facile a
basso costo.
Bofinger: Questo
rischio è evitabile se la garanzia condivisa sul debito potrà
coesistere con i controlli europei sulla politica di bilancio dei
paesi indebitati. Se noi vogliamo stabilizzare l'Euro, non potremo
evitare una piu' forte integrazione della politica fiscale in Europa.
Se per fare questo si aumentassero i poteri del Parlamento europeo,
sarebbe un contributo importante per una maggiore democrazia in
Europa.
Spiegel: Sarà
sufficiente il tempo per attuare decisioni politiche cosi'
importanti?
Bofinger: La
crisi ci offre un'opportunità per realizzare riforme ambiziose in
tempi brevi. Questa possibilità l'Europa la deve utilizzare, ora.
Spiegel: Con
queste decisioni lampo la democrazia viene calpestata.
Bofinger: Non
potrà accadere. Certe decisioni politiche così importanti non
potranno essere introdotte senza il sostegno della popolazione.
Avremo bisogno di un referendum popolare.
Spiegel: Sarebbe
estremamente difficile. Se i cittadini della zona Euro dovessero
votare contro le obbligazioni comuni, sarebbe la fine dell'unione
monetaria.
Bofinger: Si
tratta di una scelta fra una unione monetaria 2.0 e il ritorno al
D-Mark. L'unione monetaria 2.0 assicura che i paesi si possano
difendere dagli attacchi speculativi, e richiede piu' disciplina nei
bilanci dei paesi in crisi attraverso maggiori poteri di intervento.
Non offre naturalmente nessuna sicurezza assoluta. Chi voterà per il
ritorno al D-Mark, deve essere consapevole, che il destino della
nostra economia sarebbe nella mani dei nevrotici mercati valutari.
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