giovedì 6 settembre 2012

Il Partito Democratico: mazzette e rifiuti in Puglia.



di Gianni Lannes.

Non c’è soltanto il disastro causato dall’Italsider e poi dall’ Ilva, con cui fare i conti. La salute dei Paesi del tacco d’Italia è minacciata da torrenti sotterranei di veleni industriali. Scorie pericolose dal Nord al Sud in cambio di tangenti a partiti e associazioni. Denaro a palate per tenere buoni i politicanti pugliesi. Invece, intimidazioni e grane giudiziarie agli ecologisti che osano denunciare il disastro. 

Accade in Puglia:Grottaglie in provincia di Taranto, feudo del centro sinistra da qualche decennio. Rifiuti interrati dalla società toscana Ecolevante che avvelenano il territorio e gli esseri viventi. Quattrini per tacitare chi conta qualcosa a livello locale. Ecco le prove: assegni, bonifici, ricevute, quietanze e richieste a profusione di denaro. In mezzo c’è anche il capo di gabinetto del Comune (da giugno 1999), tale Carmelo Fanigliulo - al contempo dipendente civile (gruista dal 1984) dell’arsenale della Marina di Taranto – che ha incassato per conto terzi prima milioni di lire, poi migliaia di euro. Nel Belpaese l’inquinamento ambientale è stato tradotto in devastazione morale, economica e politica. A Taranto e provincia, spesso e volentieri, carichi radioattivi sfuggono ai controlli. Il primo luglio, Ecolevante è stata acquisita dal gruppo LGH (una società pubblica controllata da Cogeme Rovato, Aem Cremona, Asm Pavia, Astem Lodi e Società Cremasca Servizi Crema). I lumbard’ non hanno perso tempo: i 50 ettari di terreni circostanti il terzo lotto sono considerati “un ampliamento naturale dell’attività di discarica”. I soldi viaggiano verso il Nord, mentre le scorie seguitano ad affluire al Sud. E si tratta di una montagna di rifiuti speciali: 1,6 milioni di metri cubi nei primi due lotti (totalmente utilizzati) e l’ampliamento da 2,3 milioni metri cubi (il terzo lotto) con «scadenza di 10 anni e prolungabile fino al completamento». Soltanto nel corso del 2009 sono state conferite a Grottaglie 241 mila tonnellate di rifiuti speciali.

Attenzione alle ecomafie – La discarica di Grottaglie, è fra le destinazioni più volte citate nell’inchiesta denominata “Eldorado” della Procura della Repubblica di Milano, conclusa nel marzo 2006. Le indagini hanno evidenziato che della Campania alcuni carichi di rifiuti venivano portati vicino a Ravenna da un’azienda locale per essere smaltiti. In realtà ripartivano per la Puglia, e finivano nella discarica di Grottaglie, gestita dalla Ecolevante. Nel frattempo venivano falsificate le bolle, e il carico veniva rubricato come “rifiuti speciali non pericolosi”. Controlli zero. È lecito dubitare sulla vera natura di questi scarti: può essersi trattato di rifiuti urbani ordinari camuffati da rifiuti speciali (con una spolverata di calce che simulava la provenienza da un cantiere), ma non si può escludere anche la presenza di scorie industriali pericolose, vista la disinvoltura degli imprenditori condannati nel processo “Eldorado”, riconosciuta anche nella relazione finale approvata dalla Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti (15 febbraio 2006). A carico della Ecolevante non è emerso per il momento nessun illecito: in ogni caso è un fatto riconosciuto dalla legge che nelle discariche di Grottaglie e di Fragagnano, quest’ultima amministrata dalla società Vergine, sono state illecitamente smaltite grandi quantità di rifiuti. Comunque, ora, la magistratura ha rinviato a giudizio alcuni dirigenti di Ecolevante in due processi. Gli attuali ed ex amministratori della società devono rispondere di “getto pericoloso di cose”. Già dal primo sopralluogo del personale della polizia ambientale e dell’Arpa emersero delle inosservanze sulle prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) della Regione Puglia: scarsa copertura dei rifiuti, insufficiente barriera vegetativa perimetrale, torce per combustione bio-gas in parte spente e impianto lavaggio mezzi fuori uso. In seguito fu analizzata la documentazione relativa alla tipologia dei rifiuti conferimenti nel periodo 2009 e 2010 con particolare riferimento ai fanghi di depurazione che per la loro natura sono più soggetti alle problematiche odorifere. Con decreto di citazione a giudizio, il pubblico ministero Daniela Putignano ha disposto per il 4 giugno scorso la citazione di Paolo Boccini e Donato Todisco davanti al giudice monocratico di Grottaglie. Boccini, in qualità di legale rappresentante della “Ecolevante” deve rispondere di una serie di reati in quanto «in assenza di permesso di costruire, modificava e trasformava lo stato dei luoghi mediante sbancamento, scavi, asportazione e movimento terra, con contestuale creazione di gradoni, così alterando l’assetto geo-morfologico del territorio, modificava e trasformava lo stato dei luoghi mediante sbancamento di un’area di circa metri quadrati 7.000 ricadente in parte nell’area di salvaguardia contermine all’area di pertinenza del Parco “Terra delle Gravine” eseguito in assenza dell’autorizzazione paesaggistica, realizzava un muro perimetrale di recinzione lungo il confine della proprietà ricadente in parte nell’area di pertinenza del parco “Terra delle Gravine” realizzata in assenza del nulla osta dell’ente Parco e dell’autorizzazione paesaggistica, ed in parte nella p.lla 61, ossia nell’area annessa al Parco in parola, in assenza di autorizzazione paesaggistica». Todisco, invece, è imputato del reato di cui all’art. 481 del codice penale «perché, in qualità di tecnico progettista incaricato da Ecolevante, nell’espletamento del servizio di pubblica necessità assegnatogli, attestava falsamente nella dichiarazione di inizio di attività presentata al Comune di Grottaglie che l’opera da realizzare, consistente in un muro perimetrale di recinzione, risultava conforme agli strumenti urbanistici e che non risultavano vincoli, laddove essa opera ricadeva, in parte, nella particella 330 in area di pertinenza del parco “Terra delle Gravine” in assenza del relativo nulla osta dell’ente parco e dell’autorizzazione paesaggistica, ed in parte nella p.lla 61 in area annessa del parco “Terra delle Gravine” in assenza di autorizzazione paesaggistica, così fornendo una descrizione dello stato dei luoghi non corrispondente al vero». In un distinto procedimento penale, il pm Daniela Putignano, ha disposto la citazione davanti al giudice monocratico di Grottaglie, degli imputati Christian Settanni in qualità di responsabile gestionale dell’unità operativa di Grottaglie della Ecolevante; Paolo Boccini, legale rappresentante della società; Francesca Maggio, responsabile tecnico dell’impianto; Giuseppe Settanni, amministratore di fatto della discarica, in quanto «accettavano e ricevevano in discarica conferimenti di rifiuti in violazione dell’autorizzazione e delle prescrizioni di cui alla determina del dirigente del settore ecologia ed ambiente della Provincia di Taranto n. 173 del 14.12.2006 e del D.M. 3.8.2005». Male che vada, se la caveranno con poco o nulla, grazie anche ad un codice penale arretrato che ignora l’ecologia. Lunedì 4 giugno si è celebrata, presso il Tribunale di Grottaglie, la prima udienza di 2 processi a carico di Ecolevante. «L’ Amministrazione grottagliese aveva deciso di costituirsi parte civile, questo non è stato possibile perchè l’ avvocato della stessa Amministrazione pare si sia dimenticato qualche “carta” – puntualizza la giornalista Lilli D’Amicis - Secondo alcuni autorevoli esponenti del partito di maggioranza relativa si è trattato di errore umano, secondo i malpensanti è stato un errore calcolato. Anche l’Amministrazione di San Marzano non si è costituita. Definirla una vergogna è dire poco – chiosa la direttrice di Ora Quadra – E intanto nelle casse comunali continuano a mancare le royalties nell’indifferenza totale di chi dovrebbe prendere provvedimenti nei confronti della Ecolevante, ma stranamente non se ne parla e vediamo sempre più affaccendati alcuni assessori in situazioni più propense a beneficiare parenti ed amici».

Corruzione libera – Ecco come si fa la festa dell’Unità a Taranto, ma falce e carrello dilaga anche altrove. Allora: «Gentile dottor Giuseppe Settanni … è prevista la partecipazione del sen. Nicola La Torre … Per il contributo vorremmo contare sulla disponibilità di euro 10000. Nel ringraziarla per la gentilezza, Le porgiamo i più cordiali saluti». La missiva è firmata da Lino De Guido, segretario organizzativo DS, Federazione di Taranto. Pronti i soldi: qual è il problema? Se scende in campo il braccio sinistro di Massimo D’Alema non bisogna sfigurare. Il libro paga gestito da Settanni è ben nutrito. D’altronde, sui giochi di rifiuti in barba a leggi, normative, prevenzione sanitaria e semplice buon senso, lucrano parecchie sanguisughe della casta per eccellenza. La nota reca la data del 29 agosto 2005, ma non è acqua passata. Più semplicemente: è uno spaccato italiano. Ecolevante paga senza fiatare i referenti locali del centro sinistra, o meglio i DS, ovvero il Partito Democratico, ma addirittura qualche circolo di Rifondazione comunista (stampo bertinottiano) ed associazioni varie. Perché un’azienda toscana (con sede legale a a Santa Croce sull’Arno in provincia di Pisa) trasformata in una società per azioni e dedita al business spazzatura industriale, cede a ricatti e pressioni economiche? La risposta sotto gli occhi di tanti è una mega discarica di rifiuti speciali, soggetti a periodici ampliamenti che hanno fagocitato ampie fette di territorio, addirittura vincolato. In particolare, tra i numerosi documenti acquisiti legalmente, ha destato attenzione un bonifico bancario emesso da Ecolevante – tramite la Cassa di Risparmio di San Miniato – «a favore di Carmelo Fanigliulo». Si tratta di 10 mila euro finiti in un conto (Unicredit Banca) gestito dallo stesso capo di gabinetto del Comune di Grottaglie, Carmelo Fanigliulo, portato qualche giorno fa all’attenzione dell’opinione pubblica, perché il medesimo è al contempo “gruista” presso l’Arsenale della marina Militare di Taranto. Insomma, il beneficiato Fanigliulo: è dipendente civile dello Stato e dipendente lautamente retribuito dal Comune di Grottaglie. Gli extra saranno per il Partito Democratico? Fanigliulo, sempre per conto terzi, anche ai tempi della lira (ad esempio negli anni 2000 e 2001, quando era già dirigente comunale) ha incassato 10 milioni di lirette. E’ commovente la democrazia del Partito Democratico: 2.500 euro li ha presi perfino la federazione di Foggia. Ma chissà a quale titolo? Tutto regolare? Chissà se la Procura della Repubblica di Taranto diretta da Franco Sebastio è a conoscenza di questo andazzo. Anche gli “sportivi” si sono dati da fare. Infatti, in un’ e-mail trasmessa da Massimo Carrieri ad Ecolevante è scritto: «come da contatti telefonici intercorsi vi riporto i dati del c/c a me intestato, per effettuare il bonifico bancario all’associazione sportiva A.S Effetto Grottaglie, perché attualmente l’associazione sportiva non detiene nessun conto corrente». E così sul conto corrente numero 2722 (Banca di Credito Cooperativo San Marzano, filiale di Grottaglie), intestato ad Antonazzo Gabriella e allo stesso consigliere comunale Carrieri, sono planati ben 5 mila euro. A dirla tutta, anche il Prof. Carmine Trani, da presidente di Grottaglie Città Futuraha chiesto 10 mila euro a mezzo assegno circolare e ne ha ottenuti 5 mila. Se i pesci piccoli hanno mangiato le briciole, quelli grossi invece cosa hanno pappato? I sindaci Vinci eBagnardi, per esempio hanno mai intascato nulla da Ecolevante o tratto benefici particolari? Il presidente della provincia Florido ed il governatore Vendola hanno mai chiuso gli occhi? Compagni che sbagliano?

Veleni sotterranei – L’affare parte da lontano. Prende forma in una lettera di 15 anni fa (17 luglio 1997), indirizzata al sindaco di Grottaglie. L’amministratore unico della società a responsabilità limitata (all’epoca) Ecolevante, annota a tutto tondo: «In riferimento alla Riunione tenutasi presso i Vs. Palazzo Comunale e alla ns. del 3 c.m. siamo a confermarVi, così come riportato nella ns. proposta tecnico-economica del 02/10/1996, la ns. disponibilità a riconoscere all’Amministrazione Comunale un contributo…». Esattamente due anni dopo, il 27 luglio 1999 (delibera numero 62 della Giunta Consiliare del Comune di Grottaglie) veniva espresso parere logistico favorevole alla realizzazione di una discarica per rifiuti speciali (non tossico-nocivi di classe 2-Cat.B) in contrada La Torre Caprarica (a 4 chilometri dalla città e dal centro abitato di San Marzano di San Giuseppe. Un’area gravata da vincolo idrogeologico-forestale, con terreni limitrofi interessati da vigneti, oliveti, seminativi, proprio dove esistono case coloniche sparse ed abitate. Il tutto come da progetto esaminato favorevolmente dalla Commissione Edilizia nella seduta del 16 ottobre 1996. Come da copione le autorità sono favorevoli. Risale al 10 febbraio 1997 il parere favorevole del Servizio Igiene e Sanità Pubblica della AUSL TA/1 (Sorrentino); poi l’Ispettorato Foreste dell’omonimo Assessorato della Regione Puglia ha fornito il nulla osta di competenza. Addirittura il 22 settembre 1997, ma non si comprende a quale titolo, se non ipotizzando l’interramento occulto di scorie radioattive, il Centro Ricerche Enea della Casaccia (Roma) ha espresso parere tecnico-scientifico positivo circa fattibilità del progetto. Infine, in seguito ad un parere tecnico-scientifico molto articolato, anche il professor L.Liberti del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale del Politecnico di Bari, esprime il suo “parere favorevole”. Alla fine del 1999 il primo lotto della discarica iniziava il suo esercizio effettivo. Con Ordinanza numero 4 del 15 marzo 2001 il Commissario Delegato alla Emergenza Ambientale della Regione Puglia (Raffaele Fitto) autorizzava la prosecuzione all’esercizio del primo lotto fino al 15 luglio 2001. Il 25 ottobre 2000 (Rep.1103/00) veniva stipulato fra il Comune e la Società Ecolevante una Convenzione relativa alla gestione della discarica. Oltre diverse royalties e prerogative economiche a favore del Comune, la Società Ecolevante si impegnava a non accettare in discarica rifiuti che, in seguito alla transcodifica dei codici CER (seguita al DM 372/98) fossero classificati come “pericolosi”. Con Decreto numero 60 del 07 giugno 2001 il Presidente Fitto autorizzava la realizzazione del secondo lotto della discarica, nonché la gestione delle operazioni di smaltimento per una volumetria complessiva di 1.200.000 metri cubi lordi. Nella occasione venivano indicato l’elenco “A”, allegato al citato Decreto, dei rifiuti smaltibili nel 2° lotto. Nel 2004 il sito viene riclassificato “discarica per rifiuti speciali non pericolosi”. Contestualmente, l’Arpa Puglia afferma che sono stati effettuati controlli saltuari.

Vigiliamo per la discarica – Secondo il comitato locale di cittadine e cittadini la piattaforma è in pratica un opificio che si dovrebbe realizzare su un’area di 10 ettari e dovrebbe comprendere anche una costruzione a più piani e 4 silos. «Il progetto – spiega la portavoce Etta Ragusa – continua ad essere presentato e ritirato periodicamente. Già nel 2004 la Ecolevante spa presentò un progetto di piattaforma, per rifiuti pericolosi e non pericolosi, annessa al 1° e 2° lotto. In seguito il progetto fu fermato per l’azione sollecita svolta dal comitato Vigiliamo per la discarica che presentò due memorie, con relative e dettagliate osservazioni, nel 2004 e nel 2005. Ma, a distanza di qualche anno, il progetto per la costruzione della piattaforma è stato ripresentato come struttura annessa al 3° lotto, dopo essere stato opportunamente modificato, secondo quanto riferisce il Bollettino Ufficiale delle Regione Puglia del 2 dicembre 2010». Il combattivo comitato non demorde e in un comunicato stampa denuncia: «La sezione “monitoraggio ambientale discarica”, nel sito del Comune, non viene aggiornata dal 2009, e non è stata aggiornata neppure dopo le sollecitazioni già espresse nel Consiglio di settembre 2011. Cosa è stato effettivamente smaltito presso la discarica gestita da Ecolevante spa nel corso di tutti questi anni e, in particolare, sui rifiuti con “voce a specchio”?».


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