Dobbiamo
cambiare il sistema di produzione, ridurre i consumi e cancellare gli
sprechi, non è un’opinione, ma una condizione indispensabile per
la nostra sopravvivenza. Già ad agosto, com’è noto, abbiamo
raggiunto il massimo carico sopportabile dal pianeta, era il mese di
agosto quando siamo arrivati all’overshoot
day.
Prima usciremo dalla religione della crescita e prima potremmo
giungere alla prosperenza.
E’
altrettanto noto che si è sostenibili quando non si compromettono le
risorse delle future generazioni, ed è altrettanto noto che, ahimé,
diversi ecosistemi sono stati distrutti, specie estinte, e diverse
risorse stanno raggiungendo il picco massimo.
“Sembra”
che la stupidità regni il mondo. Anche i sistemi di controllo
sociale sono aumentati, sono più persuasivi e più pervasivi: social
media, microchip, e moneta elettronica.
Da
questa catastrofe ampiamente annunciata negli anni ’70, ora ne
vediamo le facce e le sfaccettature: deliri collettivi, regressioni
psicologiche ed ethos infantilistico fra gli adulti, aumento
dell’ignoranza di base e dell’ignoranza di ritorno, scarsa
propensione alla lettura di saggi, incapacità di scegliere e
valutare. Queste caratteristiche sono ampiamente diffuse nel nostro
paese, mentre per fortuna in altri luoghi – sud America – aumenta
il risveglio delle coscienze ed internet offre opportunità
straordinarie di condivisione.
Chi
ha potuto iniziare il processo di risveglio arrivando ad una massa
critica sufficiente ha la straordinaria opportunità di progettare e
costruire la transizione, e vivere in comunità libere,
autosufficienti, realizzando la “civiltà contadina modernizzata”.
Le risorse ci sono, ma bisogna pensare il cambiamento muovendosi dal
basso e dall’alto. I cittadini sono la risorsa principale, e
pertanto è necessario progettare comunità sostenibili partendo dai
piccoli centri ove la risorsa naturale è ancora a portata di mano,
mentre le città abbisognano di invertire il processo espansivo. Se
una volta il cemento consumava suoli agricoli, oggi è auspicabile il
contrario, l’agricoltura entra nella città per i bisogni
alimentari dei cittadini attraverso orti sinergici auto gestiti. Se
l’economia produceva per vendere in tutto il mondo, oggi l’economia
deve produrre per il territorio locale. Inoltre, è obbligatorio
avviare un progetto di recupero degli edifici esistenti, sia dal
punto di visto energetico – smart grid – che dal punto di vista
statico, poiché siamo giunti alla fine del ciclo vita di tanti
edifici costruiti negli ’40, ’50, ’60 e ’70 e si rende
necessario prevenire e ridurre il rischio sismico. I grandi complessi
industriali stanno chiudendo e la nuova occupazione trova impiego
nella manutenzione naturale dei suoli e dei territori, bonificando i
suoli contaminati, e conservando le ricchezze naturali, artistiche e
storiche. Nuova occupazione sorge da cooperative agricole
energeticamente autosufficienti grazie all’economia della
sussistenza. Tutto ciò non solo è possibile, auspicabile, ma
è l’unica strada necessaria per la sopravvivenza, è l’unica
proposta alternativa a un sistema politico, economico
palesemente immorale e dannoso all’essere umano.
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