di
Alessandro Lattanzio
Ancora
una volta Israele ha attaccato Gaza e i media internazionali
trasmettono immagini di distruzione. Tuttavia la desolazione che ci
provoca l’orrore quotidiano di questa nuova guerra, non deve
impedirci di analizzarne e comprenderne gli obiettivi. Thierry
Meyssan risponde a questa domanda.
Il
14 novembre 2012, le forze israeliane hanno lanciato l’operazione
“Colonna di nubi” contro le strutture militari e amministrative
di Hamas nella Striscia di Gaza. Il primo giorno hanno ucciso Ahmed
Jaabari, numero due del ramo armato dell’organizzazione
palestinese. Ed hanno anche distrutto i lanciarazzi sotterranei per i
missili superficie-superficie Fajr-5. “Colonna di Nubi” si è
rapidamente ingrandita, con l’aviazione israeliana che moltiplica i
bombardamenti. Lo Stato maggiore generale israeliano ha richiamato
30.000 riservisti, arrivando rapidamente a 75.000 uomini, col rischio
di distruggere l’economia. In questo modo, Israele ha la capacità
di invadere Gaza con truppe terrestri. Questa situazione richiede
ulteriori spiegazioni.
Perché
proprio adesso?
Tel
Aviv prende il comando, mentre il potere a Washington è parzialmente
vacante. Si attendono la nomina dei nuovi segretari di Stato e della
Difesa. Forse, saranno l’ambasciatrice Susan Rice e il senatore
John Kerry. Tuttavia, un’aspra lotta, attraverso i media, cerca di
screditare la signora Rice. In ogni caso, i segretari di Stato e
della Difesa uscenti sono indeboliti ed i loro successori non sono
stati ancora nominati. Nello stesso identico modo, Tel Aviv aveva
preso una simile iniziativa, l’”Operazione Piombo Fuso“,
durante il periodo di transizione tra i presidenti Bush jr e Obama.
Alcuni commentatori citano anche l’imminenza delle elezioni
israeliane e suggeriscono che Benjamin Netanyahu e Avigdor Lieberman
cercano di migliorare la loro immagine di falchi intransigenti. Ciò
è improbabile. In realtà, hanno lanciato l’attacco senza
conoscerne in anticipo i risultati. Tuttavia, nel 2008-2009, il
fallimento di “Piombo fuso” fu fatale per il governo di Ehud
Olmert.
Per
quale scopo?
Tradizionalmente
le forze armate israeliane adeguano i loro obiettivi militari alle
opportunità che si presentano. Come minimo si tratta d’indebolire
la resistenza palestinese, distruggendo le infrastrutture e
l’amministrazione della Striscia di Gaza, come hanno sempre fatto
in più o meno regolarmente. Tuttavia, l’indebolimento di Hamas va
automaticamente a vantaggio di Fatah in Cisgiordania, che non
mancherà di ripresentare la sua richiesta del riconoscimento di uno
Stato palestinese da parte delle Nazioni Unite. Al massimo la
“Colonna di nubi” potrà aprire la porta a un vecchio piano
sionista: la proclamazione della Giordania a stato palestinese, il
trasferimento della popolazione di Gaza (cfr. anche della West Bank)
in Giordania e l’annessione dei territori svuotati. In questo caso,
i militari non dovrebbero colpire indiscriminatamente i leader di
Hamas, ma solo coloro che si oppongono all’ex leader politico
dell’organizzazione, Khaled Meshaal. Quest’ultimo diventerà il
primo presidente di uno stato palestinese in Giordania.
I
disordini in Giordania sono collegati?
La
guerra alla Siria ha soffocato l’economia giordana. Il regno si è
rapidamente indebitato. Il governo ha annunciato, il 13 novembre
(cioè alla vigilia dell’avvio di “Colonna di nubi“) l’aumento
dei prezzi dell’energia, dall’11% per il trasporto pubblico al
53% per il gas nazionale. Questa notizia ha alimentato le proteste
che imperversano nello stato fin dall’inizio dell’anno.
Immediatamente, circa la metà degli insegnanti della scuola
pubblica, 120 mila, è scesa in sciopero. Venerdì 16, più di 10000
persone hanno marciato nel centro di Amman, gridando: “La libertà
viene da Dio”, “Abdallah il tuo tempo è finito!”, “Il popolo
vuole la caduta del regime“. Il corteo ha lasciato la moschea
Husseini ed era inquadrata dai Fratelli musulmani. I Fratelli
musulmani, che hanno concluso un accordo con il Dipartimento di Stato
degli USA e il Consiglio di cooperazione del Golfo Persico, sono già
al potere in Marocco, Tunisia, Libia, Egitto e Gaza. Inoltre,
controllano la nuova Coalizione nazionale siriana. Aspirano a
governare con o senza il re di Giordania Abdullah II. Il più famoso
dei Fratelli musulmani in Giordania è Khaled Meshal, ex capo
dell’ala politica di Hamas. Meshaal ha vissuto in esilio dal
2001-2012 a Damasco, sotto la protezione dello Stato siriano. Nel
febbraio del 2012 ha improvvisamente accusato il governo di Bashar
al-Assad di reprimere il suo popolo ed ha scelto di trasferirsi in
Qatar, dove l’emiro Hamad al-Thani è stato particolarmente
generoso con lui.
I
disordini in Siria sono collegati?
A
giugno, un accordo di pace è stato firmato a Ginevra dalle grandi
potenze. Tuttavia, è stato subito sabotato da una fazione degli
Stati Uniti che ha organizzato le fughe di notizie sul coinvolgimento
occidentale nell’evento, costringendo il mediatore Kofi Annan a
dimettersi. Questa stessa fazione poi, per due volte ha cercato di
finirla militarmente organizzando due massicci attentati a Damasco,
il 18 luglio e il 26 settembre. Alla luce di questi fallimenti,
l’amministrazione Obama è tornata all’accordo iniziale che si è
impegnata ad attuare dopo le elezioni presidenziali e il cambiamento
del governo. L’accordo prevede il dispiegamento di una forza di
mantenimento della pace delle Nazioni Unite, composta prevalentemente
da contingenti dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza
Collettiva (CSTO). Questa forza avrebbe il compito di separare i
belligeranti e di arrestare i jihadisti stranieri introdottisi in
Siria. Lasciando la Russia reinstallarsi in Medio Oriente, Washington
spera di alleviare l’onere della sicurezza d’Israele. La Russia
farebbe in modo che lo stato sionista non sia più attaccato e che
non attacchi nessuno. La ritirata militare degli Stati Uniti dal
Medio Oriente potrebbe quindi continuare, e Washington recupererebbe
la flessibilità perduta a causa del suo permanente confronto con Tel
Aviv. In questa prospettiva, i sostenitori dell’espansionismo
israeliano devono agire a Gaza ed eventualmente in Giordania, prima
della missione russa.
Quali
sono i risultati preliminari della guerra in corso?
La
guerra testa la difesa aerea di Israele. Lo stato sionista ha
investito centinaia di milioni di dollari nella creazione di “Iron
Dome“, un sistema in grado di intercettare tutti i razzi e missili
lanciati da Gaza e dal sud del Libano. Questo dispositivo è
diventato inutilizzabile quando Hezbollah ha inviato un drone su
Dimona o quando ha testato i missili superficie-superficie Fajr-5.
Durante i primi tre giorni della “Colonna di nubi“, Hamas e la
Jihad islamica hanno risposto al bombardamento israeliano con salve
di razzi e missili. L’”Iron Dome” avrebbe intercettato 210
colpi su poco più di 800. Tuttavia, questa statistica non significa
molto: il dispositivo sembra in grado di intercettare solo i
primitivi razzi Qassam, e di essere inadeguato verso tutte le armi un
po’ più sofisticate.
fonte: SitoAurora
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