DI
BOB FITRAKIS E HARVEY WASSERMAN
Freepress.org
Marta
Steele ha svolto il ruolo di paladina per il movimento di integrità
delle elezioni. Ha letto con fatica più siti web e blogs di ciò che
si possa immaginare. È partita con il compito quasi impossibile di
scrivere una narrativa storica definitiva della follia del voto
elettronico negli Stati Uniti fra il 1988 e il 2008. Ancora più
sorprendentemente, ha raggiunto il suo obiettivo.
Le
macchine per il voto elettronico sono perfettamente progettate per
truccare le elezioni. Questo è il loro scopo principale. L'Irlanda
se n'è appena sbarazzata totalmente. Germania, Giappone, Canada,
Svizzera, tutte usano le urne di cartone. Perchè? Perchè si possono
effettivamente contare in pubblico, e poi contarle di nuovo.
Ma
qui negli U.S.A, le elezioni sono gestite e operate dalle aziende.
Chiunque abbia avuto esperienza di toccare il tasto virtuale per Jhon
Kerry e avere il nome di George W. Bush evidenziato -com è accaduto
molto spesso in Ohio nel 2004- sa molto bene che ciò che Marta
Steele documenta in questo notevole libro è diventato la realtà
definitiva nel furto delle elezioni americane.
Ciò
che lei ha fatto con i mezzi della documentazione è veramente
impressionante. Mai più verranno chiamati “teorici della
cospirazione” coloro che hanno dubbi sulla validità del voto
elettronico. Con pura tenacia, l'autrice ha perlustrato il vasto
pantano del cyberspazio e ha ripristinato tutti i dati essenziali e
li ha assemblati in modo comprensibile e analitico. I lettori possono
solo trarre una conclusione dal suo lavoro – quelli che negano la
morte della democrazia sono folli “teorici della
coincidenza”.
Lei
ha accumulato montagne di episodi che mostrano che il cosiddetto “red
shift”[1] in favore del Partito Repubblicano non è un'anomalia o
un “intoppo” del computer, ma l'evidenza che esiste una
sistematica manomissione delle macchine di voto computerizzato da
parte delle compagnie private connesse al Partito Repubblicano.
Nonstante la nostra rivista, il Columbus Free Press, e il nostro sito
freepress.org hanno trattato in abbondanza dei difetti del voto
elettronico e le irregolarità delle elezioni, siamo stati comunque
sopraffatti dalla ricerca documentata in questo volume. Coloro che
leggeranno questo libro non abboccheranno più alle linee della
facile propaganda e non sosterranno più le motivazioni portate
avanti da Karl Rove e dai suoi colleghi nel dare spiegazioni di
risultati di elezioni impossibili.
Questo
libro è importante perchè la sua ricerca è molto dettagliata, la
sua storia molto chiara, e la sua analisi molto convincente. Il libro
distrugge la mitologia che “non può succedere qui”- che il
nostro sistema è una vecchia e infallibile democrazia che non può
essere corrotta. Questo potente lavoro forzerà tutti coloro che lo
leggono a prendere posizione, ma più importante, a compiere un'
azione, magari anche un'azione diretta.
La
svolta chiave che il libro consente è quella di frantumare l'assurda
nozione che l'impero degli Stati Uniti possa molto bene intromettersi
e rubare le elezioni all'estero, ma non userebbe mai queste tattiche
in casa. Il fatto che la famiglia Bush, con il loro patriarca George
Herbert Walker Bush direttore della CIA, sia così inestricabilmente
legata alla crescita del voto elettronico e improbabili risultati
elettorali non dovrebbe essere sorprendente. Questo è perchè non è
per coincidenza che lei inizia la sua storia delle irregolarità dei
voti elettorali nell'anno in cui George H.W. Bush vince in New
Hampshire e diventa presidente.
L'influenza
della famiglia Bush corrisponde al black box [2] , al voto non
trasparente in America. Più abbiamo privatizzato i nostri software e
hardware e li abbiamo chiamati “segreti commerciali”, meglio sono
andati i candidati della famiglia Bush, contro ogni probabilità. Le
loro vittorie presidenziali, con gli exit polls andando ben al di là
dei margini di errore e predicendo le vittorie dei loro opponenti,
verrebbero facilmente denunciati dagli osservatori elettorali in un
Paese del terzo mondo.
Non
c'è da stupirsi che quando la situazione si mise male, il segretario
di stato repubblicano dell'Ohio J. Kenneth Blackwell ha rifiutato di
far entrare gli osservatori degli Stati Uniti nelle cabine elettorali
del Buckeye State [3] per verificare la veridicità del ballottaggio
del 2004.
Crediamo
che questo libro faccia più di qualunque altro nell'esporre i mali
del voto elettronico. Le note finali da sole equivalgono a un grande
passo avanti nel rivelare i crimini del voto elettronico privatizzato
nella nostra nazione.
Dal
momento che Al Gore e John Kerry si sono rifiutati, noi dobbiamo ora
affrontare la realtà che fino a che il nostro processo di
ballottaggio è dominato da macchine elettroniche, il risultato di
ogni elezione può essere ribaltato da un governatore o segretario di
stato con pochi colpi chiave a tarda notte. Considerando le centinaia
di milioni che i ricchi e i super ricchi sono disposti a spendere per
controllare il governo, dubitate che possano esitare per comprare
un'elezione?
Ciò
che Marta Steele ha fatto è confermare molto oltre ogni ragionevole
dubbio che finchè le macchine elettroniche sono al centro del nostro
conteggio di voti, non c'è niente di simile alla democrazia negli
U.S.A. Ciò che abbiamo invece è una aziendocrazia elettronica...
proprietaria, misteriosa, anti-democratica e in vendita (o in
affitto) al migliore offerente. La vera domanda è: ora che Marta ha
reso tutto ciò perfettamente chiaro, cosa abbiamo intenzione di fare
a riguardo?
Bob
Fitrakis e Harvey Wasserman
Fonte:
www.globalresearch.ca
Traduzione
per www.comedonchisciotte.org a cura di ILARIA GROPPI
NOTE
[1]
Per “red shift” si intende la sistematica deviazione dei conteggi
elettorali verso la parte conservativa (Repubblicana)
[2]
Black box indica l'atto di votare con delle macchine elettroniche che
non mostrano come operano per esempio con i software privati o
diritti di proprietà.
[3]
Buckeye State è il nome con cui è popolarmente conosciuto lo stato
dell'Ohio
CICJ
Books ha appena distribuito “Grassroots, Geeks, Pros, and Pols: The
Election Integrity Movement’s Rise and Nonstop Battle to Win Back
the People’s Vote, 2000-2008 “di Marta Steele.
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