mercoledì 7 novembre 2012

Macchine per il voto elettronico progettate per "rubare elezioni".


DI BOB FITRAKIS E HARVEY WASSERMAN
Freepress.org

Marta Steele ha svolto il ruolo di paladina per il movimento di integrità delle elezioni. Ha letto con fatica più siti web e blogs di ciò che si possa immaginare. È partita con il compito quasi impossibile di scrivere una narrativa storica definitiva della follia del voto elettronico negli Stati Uniti fra il 1988 e il 2008. Ancora più sorprendentemente, ha raggiunto il suo obiettivo.

Le macchine per il voto elettronico sono perfettamente progettate per truccare le elezioni. Questo è il loro scopo principale. L'Irlanda se n'è appena sbarazzata totalmente. Germania, Giappone, Canada, Svizzera, tutte usano le urne di cartone. Perchè? Perchè si possono effettivamente contare in pubblico, e poi contarle di nuovo. 

Ma qui negli U.S.A, le elezioni sono gestite e operate dalle aziende. Chiunque abbia avuto esperienza di toccare il tasto virtuale per Jhon Kerry e avere il nome di George W. Bush evidenziato -com è accaduto molto spesso in Ohio nel 2004- sa molto bene che ciò che Marta Steele documenta in questo notevole libro è diventato la realtà definitiva nel furto delle elezioni americane.

Ciò che lei ha fatto con i mezzi della documentazione è veramente impressionante. Mai più verranno chiamati “teorici della cospirazione” coloro che hanno dubbi sulla validità del voto elettronico. Con pura tenacia, l'autrice ha perlustrato il vasto pantano del cyberspazio e ha ripristinato tutti i dati essenziali e li ha assemblati in modo comprensibile e analitico. I lettori possono solo trarre una conclusione dal suo lavoro – quelli che negano la morte della democrazia sono folli “teorici della coincidenza”. 

Lei ha accumulato montagne di episodi che mostrano che il cosiddetto “red shift”[1] in favore del Partito Repubblicano non è un'anomalia o un “intoppo” del computer, ma l'evidenza che esiste una sistematica manomissione delle macchine di voto computerizzato da parte delle compagnie private connesse al Partito Repubblicano. Nonstante la nostra rivista, il Columbus Free Press, e il nostro sito freepress.org hanno trattato in abbondanza dei difetti del voto elettronico e le irregolarità delle elezioni, siamo stati comunque sopraffatti dalla ricerca documentata in questo volume. Coloro che leggeranno questo libro non abboccheranno più alle linee della facile propaganda e non sosterranno più le motivazioni portate avanti da Karl Rove e dai suoi colleghi nel dare spiegazioni di risultati di elezioni impossibili. 

Questo libro è importante perchè la sua ricerca è molto dettagliata, la sua storia molto chiara, e la sua analisi molto convincente. Il libro distrugge la mitologia che “non può succedere qui”- che il nostro sistema è una vecchia e infallibile democrazia che non può essere corrotta. Questo potente lavoro forzerà tutti coloro che lo leggono a prendere posizione, ma più importante, a compiere un' azione, magari anche un'azione diretta. 

La svolta chiave che il libro consente è quella di frantumare l'assurda nozione che l'impero degli Stati Uniti possa molto bene intromettersi e rubare le elezioni all'estero, ma non userebbe mai queste tattiche in casa. Il fatto che la famiglia Bush, con il loro patriarca George Herbert Walker Bush direttore della CIA, sia così inestricabilmente legata alla crescita del voto elettronico e improbabili risultati elettorali non dovrebbe essere sorprendente. Questo è perchè non è per coincidenza che lei inizia la sua storia delle irregolarità dei voti elettorali nell'anno in cui George H.W. Bush vince in New Hampshire e diventa presidente. 

L'influenza della famiglia Bush corrisponde al black box [2] , al voto non trasparente in America. Più abbiamo privatizzato i nostri software e hardware e li abbiamo chiamati “segreti commerciali”, meglio sono andati i candidati della famiglia Bush, contro ogni probabilità. Le loro vittorie presidenziali, con gli exit polls andando ben al di là dei margini di errore e predicendo le vittorie dei loro opponenti, verrebbero facilmente denunciati dagli osservatori elettorali in un Paese del terzo mondo.

Non c'è da stupirsi che quando la situazione si mise male, il segretario di stato repubblicano dell'Ohio J. Kenneth Blackwell ha rifiutato di far entrare gli osservatori degli Stati Uniti nelle cabine elettorali del Buckeye State [3] per verificare la veridicità del ballottaggio del 2004.

Crediamo che questo libro faccia più di qualunque altro nell'esporre i mali del voto elettronico. Le note finali da sole equivalgono a un grande passo avanti nel rivelare i crimini del voto elettronico privatizzato nella nostra nazione.

Dal momento che Al Gore e John Kerry si sono rifiutati, noi dobbiamo ora affrontare la realtà che fino a che il nostro processo di ballottaggio è dominato da macchine elettroniche, il risultato di ogni elezione può essere ribaltato da un governatore o segretario di stato con pochi colpi chiave a tarda notte. Considerando le centinaia di milioni che i ricchi e i super ricchi sono disposti a spendere per controllare il governo, dubitate che possano esitare per comprare un'elezione? 

Ciò che Marta Steele ha fatto è confermare molto oltre ogni ragionevole dubbio che finchè le macchine elettroniche sono al centro del nostro conteggio di voti, non c'è niente di simile alla democrazia negli U.S.A. Ciò che abbiamo invece è una aziendocrazia elettronica... proprietaria, misteriosa, anti-democratica e in vendita (o in affitto) al migliore offerente. La vera domanda è: ora che Marta ha reso tutto ciò perfettamente chiaro, cosa abbiamo intenzione di fare a riguardo?



Bob Fitrakis e Harvey Wasserman

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ILARIA GROPPI

NOTE

[1] Per “red shift” si intende la sistematica deviazione dei conteggi elettorali verso la parte conservativa (Repubblicana)
[2] Black box indica l'atto di votare con delle macchine elettroniche che non mostrano come operano per esempio con i software privati o diritti di proprietà.
[3] Buckeye State è il nome con cui è popolarmente conosciuto lo stato dell'Ohio

CICJ Books ha appena distribuito “Grassroots, Geeks, Pros, and Pols: The Election Integrity Movement’s Rise and Nonstop Battle to Win Back the People’s Vote, 2000-2008 “di Marta Steele. 

Nessun commento:

Posta un commento

Followers