Leggendo qua e là nel
web, si sa, si trova di tutto un po'. Molte volte bufale, molte volte
mezze verità, altre volte scomode rivelazioni introvabili nei media
asserviti e di regime, tante volte pensieri, teorie, opinioni delle
più disparate.
Sono incappato così nel
mio girovagare stanco in un articolo che parla di riscaldamento
globale. Il solito, vecchio tema ecologista, che da oltre
trent'anni infiamma dibattiti, coscienze, movimenti, conferenze,
misure legislative, pensai.
Ebbene no.
L'articolo (lo potete
leggere qui)
sostiene che il riscaldamento globale è una bufala. Un
giochino mediatico creato ad arte attraverso dati sbagliati,
palesemente fasulli, manipolazioni ed esagerazioni.
Ma a quale pro?
L'articolo non lo spiega,
ma girando per altre decine di siti (di cui non riporto le fonti per
pigrizia) che trattano il tema, si va dalla manipolazione mediatica e
scientifica per accaparrarsi i fondi di ricerca (molto plausibile)
alle teorie del complotto vere e proprie. Tra queste spicca
senz'altro quella di indirizzare l'opinione comune, mondiale, ad
accettare gradualmente l'idea di una riduzione sensibile della
popolazione mondiale onde diminuirne l'impatto sull'ecosistema e
quindi sul riscaldamento globale.
Aldilà della fondatezza
o meno di queste “teorie”, resta il dato che un numero crescente
di scienziati stia denunciando il “Climagate”,
giornalisticamente ribatezzato in questo modo in Inghilterra, come
una delle più grandi mistificazione di massa della storia.
Se fosse vero, sarebbe
gravissimo. E' indubbio.
E ci lascerebbe una
certezza fondata: che la manipolazione mass mediatica può davvero
tutto. Che la realtà può essere manipolata da chi detiene il
controllo dei mezzi di informazione in qualsiasi modo gli aggrada,
per qualsiasi scopo, per qualunque argomento, generando una
distorsione profonda della percezione collettiva che diventa
deleteria e potenzialmente devastante.
Sinceramente non so più
a che santo votarmi!
Di chi ci possiamo
fidare?
Poi vai a guardare i
personaggi che negli anni hanno stimolato l'opinione pubblica sul
tema del riscaldamento globale e scopri i soliti noti, i soliti
grandi gruppi finanziari, le fondazioni private dei vari Bill
Gates, Al Gore, seguiti da una schiera di “scienziati”
al soldo, che per anni hanno vaticinato la fine del mondo.
E allora ti chiedi: ma
quali interessi nascondono? Ogm? Vaccini? Manipolazione climatica
militare? Programmi di riduzione della popolazione?
E divento complottista
anch'io, mio malgrado. E penso e non mi fido più di niente.
Cosa dobbiamo fare?
Una considerazione
generale comunque è pur necessaria.
Ammesso che davvero il
riscaldamento globale sia una bufala inventata per chissà quali
progetti e quali interessi, dobbiamo quindi accettare anche
l'inquinamento come qualcosa di naturale?
Il pianeta è comunque
devastato dall'attività umana. Estrazioni petrolifere, di materie
prime, metalli, lavorazioni industriali, impianti nucleari,
inquinamento automobilistico, inquinamento aereo, rifiuti, consumo
sfrenato e chi più ne ha più ne metta. Le specie animali che si
estinguono sono migliaia ogni anno, come non succedeva da millenni.
Gli equilibri ecosistemici sono comunque minacciati seriamente. La
deforestazione insidia interi continenti, l'erosione e l'inaridimento
dei suoli mette a rischio l'alimentazione umana, le malattie
derivanti dalle attività nocive umane (tumori, problematiche
polmonari, malformazioni genetiche, virus ecc.) non sono
un'invenzione dei media o di qualche “scienziato pazzo” corrotto.
Sono tutti aspetti reali del vivere umano e di questo sistema di
produzione.
Allora non vorrei che, se
la bufala del riscaldamento globale fosse confermata e portata alla
ribalta, si cominciasse a pensare che tutto vada bene, che i nostri
modelli produttivi e di consumo siano virtuosi, che possiamo
continuare a spendere e spandere, a buttar veleni qua e là come più
ci piace, a continuare e accettare gli scempi ecologici che abbiamo
sotto gli occhi. Non vorrei che venuto meno il “pericolo CO2”
ci dimenticassimo come sia nocivo vivere vicino ad (o lavorare in)
impianti industriali come l'Ilva di Taranto, per fare uno su
migliaia di esempi. Non vorrei ci dimenticassimo come sia pericoloso
e dannoso l'uso di pesticidi e diserbanti. Come sia potenzialmente
distruttivo l'utilizzo di centrali nucleari e a carbone. Come sia
devastante l'estrazione ad esempio dell'oro o degli scisti
bituminosi, o lavorare nelle miniere. Come sia deleterio l'incenerire
rifiuti e contaminare colture, acqua e animali con le nanoparticelle
che ne scaturiscono. Come sia deleterio permettere la deforestazione
selvaggia, la distruzione degli habitat naturali, l'inquinamento del
mare.
Quello che voglio dire,
seppur confusamente e di getto, è che non perchè sia svanito lo
spettro del riscaldamento globale tutto sia da considerarsi salvo e
noi poveri esseri umani tutti dei virtuosi.
Al contrario!
Il nostro modo di vivere,
di consumare, di concepire i prodotti da consumo, il nostro modo di
atteggiarci e di porci nei confronti della natura, dell'ambiente,
degli animali e di tutto il creato, dimostrano ampiamente quanto ci
siamo allontanati dalla nostra vera natura, che è quella di esseri
viventi (animali) che dovrebbero cercare l'equilibrio con l'ambiente
nel quale viviamo, adoperandoci di preservarlo e di proteggerlo, di
sentirlo come parte della nostra stessa anima.
E invece l'equazione
dominante porta a considerare l'ambiente come risorsa da sfruttare
per trarre profitto, senza nessun'altra considerazione accessoria. E
non basta farsi la tessera del WWF o salvare qualche nido
d'uccello per essere davvero degli uomini degni di questo nome.
In questo siamo tutti
colpevoli. E questa del riscaldamento globale sarebbe solo l'ennesima
bugia che ci raccontiamo l'un l'altro, senza battere ciglio.
Con la naturalezza di una
superiorità intellettiva che si trova scritta solo sui libri, ma che
nella realtà non è mai esistita e mai potrà esserlo.
Perchè le bugie non sono
intelligenti.
Al massimo furbe.
E la furbizia non è
sinonimo di intelligenza, ma il più delle volte di malvagità ed
egoismo.
(Francesco Salistrari)
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