Il
9 luglio 2011 il Sud Sudan è diventato la 193.ma nazione del mondo.
Meno di una settimana dopo violenze sono scoppiate nel Sud
Kordofan, una zona alla nuova frontiera tra Sudan e Sud Sudan,
controllata dal Sudan e ricca di petrolio. Non contenti del sequestro
di giacimenti di petrolio del Sud Sudan, il cartello delle otto
famiglie di banchieri guidato dai Rothschild, sembra voler spostare
la nuova frontiera più a nord, strappando ancora più petrolio
greggio al popolo del Sudan. Per decenni i servizi segreti
occidentali hanno sostenuto l’Esercito di Liberazione del Popolo
Sudanese (SPLA), nel tentativo di consegnare la parte meridionale del
Sudan ai quattro cavalieri del petrolio. La regione possiede il 75%
delle riserve petrolifere del Sudan.
Ciò che è stata la più
lunga guerra civile dell’Africa, alla fine terminò quando il
presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, sotto pressione, cedette
la parte meridionale del suo paese ai vampiri bancari del FMI/Banca
Mondiale, dopo un conflitto che ha lasciato più di 2 milioni di
morti. [1] Pochi giorni dopo essersi dichiarata nazione sovrana, la
società petrolifera statale del Sud Sudan, la Nilepet, costituiva
una joint venture con la Glencore
International Plc.,
per commercializzare il suo petrolio. Glencore è
controllata dai Rothschild. La joint venture sarà la PetroNile, con
il 51 per cento controllato daNilepet e
il 49 per cento dalla Glencore. [2]
Il
nuovo presidente del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, ha firmato una
legge che istituisce formalmente la Banca Centrale del Sud Sudan. Il
Sudan è uno dei cinque paesi – insieme a Cuba, Corea del Nord,
Siria e Iran – la cui banca centrale non è sotto il controllo del
cartello delle otto famiglie di banchieri guidate dai Rothschild. Non
è dunque un caso che la moneta di questo nuovo feudo petrolifero dei
Rothschild, si chiami sterlina del Sud Sudan. [3] Già nel 1993 il
presidente sudanese al-Bashir aveva accusato l’Arabia Saudita di
fornire armi all’Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA)
di Johnny Garang. Il Mossad israeliano
ha anch’esso rifornito lo SPLA per anni attraverso il Kenya, con
l’approvazione della CIA.
Nel
1996 l’amministrazione Clinton annunciava che l’aiuto militare a
Etiopia, Eritrea e Uganda doveva essere utilizzato per aiutare l’SPLA
per un’offensiva contro Khartoum. [4] Quando questo sforzo
sanguinoso fallì, gli scagnozzi delle otto famiglie iniziarono ad
armare i ribelli in Ciad. Il Ciad è stato a lungo un paese
importante per gli schemi produttivi in Nord Africa
dell’Exxon-Mobil e
della Chevron-Texaco.
Il presidente del Ciad, Idriss Deby, che salì al potere nel 1991,
era condiscendente con Big Oil. Fu anche classificato 16.mo nella
lista dei peggiori dittatori del mondo, nel 2009, sulla rivista
Parade. [5]
I ribelli in Ciad avevano due obiettivi. Gli
ufficiali pagatori della casa dei Saud della CIA, fornirono il
supporto al Fronte Nazionale per la Salvezza (NFS), che aveva tentato
di rovesciare il Presidente libico Muammar Gheddafi. Nel 1990, a
seguito del successo del contro-colpo di stato supportato dai
libici contro il governo del Ciad che sponsorizzava la NFS, gli Stati
Uniti evacuarono 350 capi del NFS con il finanziamento saudita. Gli
Stati Uniti consegnarono 5 milioni di dollari in aiuti al governo
dittatoriale del Kenya di Daniel Arap Moi, in modo che il Kenya
ospitasse i leader del NFS, che gli altri governi africani si
rifiutarono di accogliere. Arap Moi poi figurò nelle operazioni
segrete della CIA in Somalia, dove i sauditi avevano finanziato anche
la controinsurrezione. [6]
Le agenzie di intelligence occidentali
poi utilizzarono il governo del Ciad per finanziare il Movimento
Giustizia e Uguaglianza (JEM). Dalle basi in Ciad, questi terroristi
lanciavano incursioni nella regione sudanese del Darfur, creando la
grave crisi dei rifugiati, durante l’apertura del secondo fronte
settentrionale della guerra condotta contro il Sudan sul fianco
meridionale, dall’SPLA di Big Oil. [7]
I media occidentali,
ovviamente, accusarono del conflitto in Darfur soltanto il governo
sudanese e l’idiocrazia liberale seguì presa per il suo stupido
naso, come in Jugoslavia. Nel marzo 2009 il tribunale farsa preferito
dalle otto famiglie, la Corte penale internazionale (CPI), accusò il
presidente sudanese al-Bashir di crimini di guerra. Non vi fu alcuna
menzione del JEM nelle accuse del CPI. Nell’agosto 2006, il
presidente del Ciad Deby aveva fatto una svolta a sinistra, chiedendo
che il Ciad ottenesse la quota del 60% della sua produzione
petrolifera nazionale, dopo aver ricevuto per decenni solo le
“briciole” dalle società straniere che gestivano il settore.
Aveva accusato Chevron e Petronas di rifiuarsi di pagare le tasse,
per un totale di 486,2 milioni dollari. [8]
Nel 2008, il
presidente sudanese al-Bashir partecipò all’inaugurazione della
rielezione di Déby, segnalando la ripresa delle relazioni che posero
fine al conflitto nel Darfur. Con al-Bashir ancora seduto in cima a
enormi giacimenti di petrolio, le otto famiglie idearono il piano per
la secessione del Sud Sudan dal Sudan. Estenuato dai continui
attacchi al suo popolo, che avevano lasciato due milioni di morti,
al-Bashir è stato costretto all’accordo sulla divisione. Con le
violenze che già esplodono nel Sud Kordofan, controllato dal Sudan e
ricco di petrolio, sembra che l’SPLA e il suo
sponsor Glencore/Rothschild non
si accontentino di aver rubato la maggior parte dei giacimenti
petroliferi del Sudan. I vampiri li vogliono tutti.
Note:
[1] “South Sudan: The World’s Newest Fragile Oil-Rich Petrostate” John Daly. 11.7.11
[2] “South Sudan’s Oil Company Forms Joint Venture With Glencore to Sell Oil” Matt Richmond. 12.7.11.
[3] “South Sudan Establishes Central Bank As It Receives Its New Currency” BNO News. 15.7.11
[4] “US to Aid Regimes to Oust Government”, David B. Ottaway. Washington Post. 10.11.96
[5] “The World’s Ten Worst Dictators” Parade Magazine. 23.3.09
[6] “Mercenary Mischief in Zaire”, Jane Hunter. Covert Action Information Bulletin. Spring 1991.
[7] “Sudanese Warplanes Hit Darfur Rebels Inside Chad” Sudan Tribune. 3.6.09
[8] “Petronas Disputes Chad’s Tax Claims” Aljazeera. 30.8.06
[1] “South Sudan: The World’s Newest Fragile Oil-Rich Petrostate” John Daly. 11.7.11
[2] “South Sudan’s Oil Company Forms Joint Venture With Glencore to Sell Oil” Matt Richmond. 12.7.11.
[3] “South Sudan Establishes Central Bank As It Receives Its New Currency” BNO News. 15.7.11
[4] “US to Aid Regimes to Oust Government”, David B. Ottaway. Washington Post. 10.11.96
[5] “The World’s Ten Worst Dictators” Parade Magazine. 23.3.09
[6] “Mercenary Mischief in Zaire”, Jane Hunter. Covert Action Information Bulletin. Spring 1991.
[7] “Sudanese Warplanes Hit Darfur Rebels Inside Chad” Sudan Tribune. 3.6.09
[8] “Petronas Disputes Chad’s Tax Claims” Aljazeera. 30.8.06
Traduzione
di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Letto e condiviso da: www.stampalibera.com
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