Il perché di tante cose è
inspiegabile, irriducibile alle forme stereotipate della logica
umana.
Eppur ogni giorno facciamo tutti cose
che non ci rendiamo nemmeno conto di fare. Tutti, nessuno escluso,
anche i più attenti ed avveduti, i più sensibili, i più sinceri.
Facciamo tutti qualcosa dando il nostro
piccolo contributo affinché il mondo giri.
Ed il mondo di girare gira.
Ma come?
E chi lo sa!
Chi sarebbe capace di dirlo?
I potenti del mondo?
O i poveri?
Potrebbero forse dirlo entrambi, perché le
decisioni degli uni e i comportamenti degli altri, sono proprio
quelli a far girare il mondo. Forse è proprio il disequilibrio eternamente
tendente all'equilibrio e di nuovo al disequilibrio che, nel corso
della storia, ha permesso al mondo di girare. E creare, appunto, la
storia.
E che cos'è la storia?
Se non il racconto delle nostre
sciocchezze?
Piccoli, inutili, insignificanti come
batteri su una roccia, a confronto dell'universo infinito, eppur
abbiamo una storia, anzi una Storia. Quella che filosofi e sociologi,
teologi e artisti, politici e militari, hanno descritto, scritto, combattuto e
cantato in mille modi. E non c'è verso di capire chi sia e se
davvero esista un vincitore. Quello che di solito scrive la storia,
così dicono, colui che scrive i libri di scuola.
I legami tra le
generazioni sono così sottili, tanto sottili che quando si recidono
o vengono interrotti volontariamente, si perde, inconsapevolmente, la
propria memoria storica.
E la storia di ognuno è la storia di
tutti.
Che sia la lotta tra le classi a
scrivere la storia, forse, è risaputo. Che sia una lotta che nessuno
comprende, nemmeno chi la combatte, è evidente. Perché il mondo
gira anche sull'inconsapevolezza di ciò che siamo, di ciò che
eravamo, di cosa siamo diventati. Collettivamente.
E non può esistere un vincitore quando
a morire in nome della storia, è qualcuno con una PROPRIA storia.
La storia è l'esistenza del genere
umano.
Un genere tanto particolare da essere, su questo pianeta, unico.
Ma non è il solo essere a possedere
una storia. Perché tutti gli esseri viventi di questo pianeta hanno
una propria storia, unica, speciale, magnifica, sofferta,
entusiasmante. E ci sono esseri su questo pianeta che hanno una
storia che affonda le sue radici ben più lontano indietro nel tempo,
che quella dell'essere umano, che da questo punto di vista è un
bambino, un grande bambino capriccioso ed egocentrico.
Eh si, perché la Storia, è solo
storia umana. E la Terra appartiene all'uomo. E l'uomo è fatto a
immagine e somiglianza di Dio.
Ma sinceramente, se fossi Dio, mi
offenderei e non poco a sentirmi paragonato ad un bambino egocentrico
e distruttivo, autoreferenziale ed egoista.
Perché se fossi Dio non accetterei una
autocelebrazione così tragicamente ridicola. E forse mi incazzerei.
La Terra non appartiene all'uomo,
semmai è il contrario.
La Terra appartiene alla Vita, nel suo
insieme, piante e animali...
Non esiste un Signore. Che scrive la
Storia per tutti. Che si erge dall'alto della cima di una piramide
che ha costruito lui stesso.
La piramide non esiste.
E' tale solo nell'immaginazione
dell'uomo.
Ecco, l'uomo è un essere dotato di
immaginazione.
Una immaginazione tanto potente, quanto
capace di estendersi da se stesso e irradiarsi tutto intorno,
pervadendo il resto della realtà. Creando realtà.
Ed è un'immaginazione potente, il più delle volte devastante, distruttiva, autoreferenziale. Tanto autoreferenziale quanto insignificante dal punto
di vista del tempo. E arriverà la Storia, quella vera, a seppellire
anche l'uomo, un giorno, come qualsiasi altro essere vivente vissuto
su questo pianeta, proliferato e poi scomparso.
Ed ognuno a suo modo è servito a qualcosa.
Perché altrimenti non ci sarebbe stata evoluzione.
E' tutto parte di tutto. Non esistono
divisioni.
Il DNA dell'essere umano è
praticamente identico a quello di tutti gli altri esseri viventi che vivono su
questo pianeta. Il DNA della Vita è UNO. Non ne esistono di diversi.
Le piccole (e quanto grandi!) differenze sono infinitesimali dal
punto di vista biologico e chimico. E quanto è meravigliosa la Vita
in questa sua capacità di diversificarsi, di crescere, di
differenziarsi e progredire.
Ma l'essere umano è vittima della
propria immaginazione. Del riflesso di se stesso in uno specchio
immaginario.
Non esiste una Storia Umana slegata dal
resto.
Non può esistere.
Le azioni dell'uomo sono frutto della
propria volontà, come quelle di qualsiasi altro essere vivente di questo pianeta. Ma se questa volontà viene slegata dal resto del
creato, per qualsiasi ragione plausibile l'uomo voglia dare a se
stesso, diventa irrealtà, prevaricazione, usurpazione, delitto.
Abbiamo creduto di essere superiori a
tutto.
“A immagine e somiglianza di Dio”.
E abbiamo stabilito la nostra prima,
storica, piramide immaginaria.
E facendo questo al mondo, abbiamo
finito per farlo a noi stessi.
Perchè era la cosa più semplice da
fare.
Perchè la storia umana è lotta tra le
classi.
E le classi sono quella piramide
immaginaria originaria applicata alla realtà umana.
Quella realtà immaginata che comunemente
chiamiamo società.
Una piramide dentro l'altra. Che vanno
giù, giù, giù, fino in fondo al cuore dell'individuo.
Una piramide dentro l'altra.
Solo questo.
L'alienazione di una piramide che
esiste solo nella nostra testa.
(Francesco Salistrari)
Sono d'accordo...l'uomo ha esagerato e ha perso di vista se stesso e il significato della vita.
RispondiElimina