di Francesco Salistrari.
E’ davvero triste osservare lo scenario politico italiano.
Triste soprattutto per chi in questo momento così difficile
del paese ha assoluto bisogno di risposte politiche.
Se non fosse così tragica la situazione, a guardare i
politici e i loro partiti/movimenti di casa nostra, verrebbe quasi da ridere.
C’è chi si “chiude” in abbazia (ma lo facessero a tempo
indeterminato però), chi litiga per gli scontrini, chi urla contro i giudici,
chi si barcamena sull’orlo della scissione.
Un panorama desolante.
Proprio in un momento in cui il paese avrebbe bisogno di
misure d’emergenza, proprio nel momento in cui ci sarebbe bisogno di un governo
capace non solo di battere i pugni in Europa, ma PRETENDERE un cambio di rotta
delle politiche di Bruxelles/Berlino, proprio adesso che il paese avrebbe
assoluta necessità degli investimenti pubblici (soli) capaci di far ripartire
la crescita, invece cosa succede? Succede che il governo in carica(tura) è la
fotocopia di quello precedente ed è appoggiato dalle stesse forze che negli
anni scorsi hanno condannato l’Italia a alla situazione attuale con l’approvazione
(tra gli altri scempi) di MES e Fiscal Compact, due strumenti assolutamente
deleteri in una situazione come quella in cui versa il paese in questo momento.
Abbiamo una classe politica completamente ingessata e
asservita a volontà politiche che non sono italiane e chi dovrebbe
rappresentare l’alternativa nel frattempo “litiga” sull’inutile, si divide,
propone quasi nulla, organizza la società alla resistenza neanche a parlarne.
Il vuoto politico, illusoriamente riempito dall’affermazione
del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni, è enorme. Enorme quanto i problemi
che il paese deve affrontare e risolvere, pena la sua completa deriva.
“L’ossessione europea per l’austerità ci ha imposto una politica
recessiva concentrata nel tempo, il crollo della domanda interna ha messo in
ginocchio le imprese […] innescando un vero e proprio” processo di “deindustrializzazione,
non lento come nel decennio precedente, ma catastrofico, da cui potrebbe essere
quasi impossibile risollevarsi” (G.P. Caselli, G.Pastorello)*.
Quindi proprio nel momento in cui occorrerebbe una classe
politica capace di pretendere dall’Europa un netto e radicale cambio di rotta,
minacciando l’uscita del paese dell’euro (cosa che succederà per forza di cose
nel medio periodo e con conseguenze tragiche in quanto non negoziato e
gestito), invece ci troviamo dinnanzi alla completa subordinazione del paese
non solo a interessi ma anche a politiche non italiane.
Il vuoto politico caratterizzato dalla completa assenza di
una Sinistra degna di questo nome (o in quanto tale), va dunque riempito e al
più presto. Ed in questo il Movimento 5 Stelle DEVE svolgere il suo ruolo.
La società va mobilitata, organizzata, spinta a partecipare
nella creazione di un cantiere di idee, proposte e progettualità politiche che
tracci una linea coerente per il paese. In questo enorme vuoto politico DEVE
nascere e inserirsi una vera leadership politica capace di far pesare in tutti
i modi possibili e democratici la propria forza sociale, costringendo questo
governo non solo a togliersi dai piedi, ma che si proponga alla guida del paese
per attuare un piano immediato d’emergenza per salvare la nazione ed il tessuto
sociale stesso dalla catastrofe.
Questo tentativo non solo è auspicabile, ma assolutamente
necessario e non c’è un minuto da perdere. Tutte le componenti sociali devono
attivarsi e dialogare una con l’altra. Tutti i movimenti e i partiti d’alternativa,
compresa l’ala sinistra del PD (in rotta con quella centro destrorsa), devono
trovare immediatamente uno spazio entro il quale discutere e creare la massa
critica sociale necessaria a dare una spallata al governo, alle pretese
europee, alla Germania (e ai paesi forti), alle destre e al berlusconismo.
E’ venuto il momento di far non solo fronte comune, ma far
emergere dalla società stessa una nuova Sinistra, che sappia ritrovare i suoi
riferimenti culturali, che si faccia proposta politica REALE d’alternativa e di
cambiamento, radicale non negli slogan ma nell’azione quotidiana.
Si apre una stagione difficile e la sfida è immensa.
Bisogna tentare proprio per questo.
*G.P. Caselli è professore Associato di Economia Politica
all’Università di Modena e Reggio Emilia; G.Pastorello è Economista dell’Università
di Trieste. Il brano è tratto dal numero di Maggio di “Limes” nell’articolo “Come
uscire dalla trappola della flessibilità”.
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