di
Ignacio Ramonet.
Tradotto
da Daniela Trollio.
Ogni
quattro anni, con l’inizio del nuovo mandato presidenziale negli
Stati Uniti, il National Intelligence Council (NIC), l’ufficio di
analisi e di anticipazione geopolitica ed economica della CIA (NIC),
pubblica un rapporto che diventa automaticamente un riferimento per
tutte le cancellerie del mondo.
Anche
se, ovviamente, si tratta di una visione molto parziale (quella di
Washington), elaborata da un’agenzia (la CIA) la cui missione
principale è difendere gli interessi degli Stati Uniti, il rapporto
strategico del NIC presenta una indiscussa utilità perchè è il
risultato della messa in comune – rivista da tutte le agenzie di
intelligence USA – di studi elaborati da esperti indipendenti di
varie università e di molti altri paesi (Europa, Cina, India,
Africa, America Latina, mondo arabo-mussulmano, ecc.).
Il
documento confidenziale che il presidente Barak Obama ha trovato
sulla scrivania del suo ufficio alla Casa Bianca lo scorso 21
gennaio, quando ha iniziato il suo secondo mandato, è stato appena
pubblicato col titolo Global
Trends 2030. Alternative Worlds (Tendenze mondiali 2030: nuovi mondi
possibili).
Cosa
ci dice questo documento?
La
principale constatazione è il declino dell’Occidente.
Per
la prima volta dal secolo XV, i paesi occidentali stanno perdendo
potere rispetto alle nuove potenze emergenti . Comincia la fase
finale di un ciclo di cinque secoli di dominazione occidentale del
mondo. Anche se gli Stati Uniti continueranno ad essere una delle
principali potenze del pianeta, perderanno la loro egemonia economica
a favore della Cina. E non eserciteranno più la loro “egemonia
militare solitaria” come hanno fatto dalla fine della Guerra Fredda
(1989). Andiamo verso un mondo multipolare in cui nuovi attori (Cina,
India, Brasile, Russia, Sudafrica) costituiranno solidi poli
continentali e disputeranno la supremaziona internazionale a
Washington e ai suoi alleati storici (Giappone, Germania, Regno Unito
e Francia).
Per
avere un’idea dell’importanza e della rapidità del declassamento
occidentale che si avvicina, è sufficiente segnalare queste cifre:
la parte dei paesi occidentali nell’economia mondiale passerà dal
56% di oggi al 25% nel 2030 .. Una delle principali conseguenze è
che gli Stati Uniti e i loro alleati probabilmente non disporranno
più dei mezzi finanziari per assumere il ruolo di gendarmi del mondo
... Così che questo cambio strutturale (insieme alla profonda crisi
economico-finanziaria attuale) riuscirà ad ottenere quello che né
l’Unione Sovietica né Al Qaeda sono riusciti a ottenere:
indebolire per lungo tempo l’Occidente.
Secondo
questo rapporto, in Europa la crisi durerà almeno un decennio, cioè
fino al 2023 ... E, sempre secondo questo documento della CIA, non è
sicuro che l’Unione Europea riesca a mantenere la sua coesione. Nel
frattempo viene confernata l’emergenza rappresentata dalla Cina
come seconda economia mondiale, con l’aspirazione di diventare la
prima. Nello stesso tempo gli altri paesi del gruppo cosiddetto BRICS
(Brasile Russia, India e Sudafrica) si piazzano in seconda linea, in
diretta competizione con gli antichi imperi dominanti del grupppo
JAFRU (Giappone, Germania, Francia, Regno Unito).
Al
terzo posto appaiono ora una serie di potenze intermediarie, con
demografia in rialzo e forti tassi di crescita economica, chiamate
anch’esse a diventare poli egemonici regionali e tendenti a
trasformarsi in un gruppo di influenza mondiale, il CINETV (Colombia,
Indonesia, Nigeria, Etiopia, Turchia, Vietnam).
Ma,
da qui al 2030, nel Nuovo Sistema Internazionale, alcune delle più
grandi collettività del mondo non saranno paesi ma comunità unite e
legate fra sé attraverso internet e le reti sociali. Ad esempio
“Facebooklandia”: più di mille milioni di utilizzatori... O
“Twitterlandia”, più di 800 milioni... la cui influenza nel
“gioco dei troni” della geopolitica mondiale potrà rivelarsi
decisiva. Le strutture di potere si diluiranno grazie all’accesso
universale alla rete e all’uso di nuovi strumenti digitali.
Riguardo a questo il rapporto della CIA annuncia l’apparizione di
tensioni tra cittadini e alcuni governi iin dinamiche che diversi
sociologi definiscono ‘post-politiche’ o post-democratiche’ ...
Da un lato la generalizzazione dell’accesso alla Rete e
l’universalizzazione dell’uso di nuove tecnologie permetteranno
alla cittadinanza di raggiungere alte quote di libertà e di sfidare
i propri rappresentanti politici (come durante la primavera araba o
la crisi degli ‘indignados’). Ma allo stesso tempo, secondo gli
estensori del rapporto, questi stessi strumenti elettronici daranno
ai governi “una capacità senza precedenti per vigilare i loro
cittadini”.
“La
tecnologia – aggiungono gli analisti di Global Trends 2030 –
continuerà ad essere la grande livellatrice e i futuri magnati di
Internet, come ad esempio Google e Facebook, possiedono intere
montagne di dati e gestiscono in tempo reale molta più informazione
di qualsiasi governo”.
Per
questo la CIA raccomanda all’Amministrazione USA di far fronte a
questa eventuale minaccia rappresentata dalle grandi corporations di
Internet attivando lo Special Collection Service, un servizio di
intellegence ultra/segreto – amministrato insieme dalla NSA
(National Security Service) e dallo SCE (Service Cryptologic
Elements) delle Forze Armate – specializzato nella captazione
clandestina di informazioni di origine elettromagnetica. Il pericolo
che un gruppo di imprese private controlli tutta questa massa di dati
risiede, principalmente, nel fatto che potrebbe condizionare il
comportamento su grande scala della popolazione mondiale e anche
delle entità governative. Si teme anche che il terrorismo yihaidista
venga sostituito da un cyber-terrorismo ancor più spaventoso.
La
CIA prende sul serio questo nuovo tipo di minaccia, il fatto che,
alla fine, il declino degli Stati Uniti non sarà stato causato da
una minaccia esterna ma da una crisi interna: il crollo economico
iniziato nel 2008.
Il
rapporto insiste sul fatto che la geopolitica di oggi deve
interessarsi dei nuovi fenomani che non abbiano, principalmente, un
carattere militare. Ma, anche se le minacce militari non sono
scomparse (si veda le intimidazioni armate contro la Siria o il
recente atteggiamento della Corea del Nord e il suo annuncio di un
possibile uso delle armi nucleari), i pericoli principali che oggi
corrono le nostre società sono di ordine non-militare: cambio
climatico, conflitti economici, crimine organizzato, guerre
elettroniche, esaurimento delle risorse naturali...
Su
quest’ultimo aspetto, il rapporto indica che una delle risorse che
più velocemente si sta esaurendo è l’acqua dolce. Nel 2030 il 60%
della popolazione mondiale avrà problemi di rifornimento di acqua,
dando luogo all’apparizione di “conflitti idrici” ... Riguardo
alla fine degli idrocarburi invece, la CIA si mostra molto più
ottimista degli ecologisti. Grazie alle nuove tecniche della
‘fratturazione idraulica’, lo sfruttamento di petrolio e gas di
scisto sta raggiungendo livelli eccezionali. Gli Stati Uniti sono già
autosuffcienti per quanto riguarda il gas e nel 2030 lo saranno per
quanto riguarda il petrolio, il che abbassa i loro costi di
produzione manifatturiera e suggerisce la ri-localizzazione delle
loro industrie. Ma se gli USA – principali importatori di
idrocarburi – smettono di importare petrolio, si può prevedere che
i prezzi cadranno. Quali saranno allora le conseguenze per gli
attuali paesi esportatori?
Nel
mondo verso cui andiamo, il 60% delle persone vivrà, per la prima
volta nella storia dell’umanità, nelle città. E, a conseguenza
della riduzione della povertà, le classi medie saranno dominanti e
si triplicheranno, passando dai 1.000 ai 3.000 milioni di persone.
Questo fatto, anche se rappresenta in sé una colossale rivoluzione,
porterà com conseguenza, tra altri effetti, una cambiamento generale
nelle abitudini alimentari e, in particolare, un aumento del consumo
di carne su scala planetaria. Il che aggraverà la crisi ambientale.
Perchè si moltiplicherà l’allevamento del bestiame, dei maiali e
dei polli; e qusto implica una spreco di acqua (per produrre
mangimi), di pascoli, di fertilizzanti e di energia. Con conseguenze
negative in termini di effetto serra e riscaldamento globale....
Il
rapporto della CIA informa anche che, nel 2030, gli abitanti del
pianeta saranno 8.400 milioni ma l’aumento demografico finirà in
tutti i continenti tranne l’Africa, con il conseguente
invecchiamento generale della popolazione mondiale. Invece il legame
tra l’essere umano e le tecnologie protesiche accelererà la mess a
punto di nuove generazioni di robots e l’apparizione di
“superuomini” capaci di prodezze fisiche e intellettuali inedite.
Poche
volte si può predire il futuro. Non per questo bisogna smettere di
immaginarlo in termini di prospettiva.
Prepariamoci
ad agire davanti a differenti circostanze possibili, delle quali una
sola si avvererà.
Anche
se abbiamo già avvertito che la CIA ha il suo punto di vista
soggettivo sul cammino del mondo, punto di vista condizionato dal
prisma della difesa degli interessi statunitensi, il suo rapporto
quadriennale non per questo non può costituire uno strumento
estremamente utile.
La
sua lettura ci aiuta a prendere coscienza delel rapide evoluzioni in
corso, e a riflettere sulla possibilità di ognuno di noi ad
intervenire e fissare la rotta.
Per
costruire un futuro più giusto.
fonte: TLAXCALA
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