mercoledì 29 maggio 2013

Se Beppe Grillo fosse Mario Monti.


DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI
sergiodicorimodiglianji.blogspot.it

Che paroloni, uuh!

Nello strombazzare un esito elettorale presentandolo come una campana a morto del M5s.

Titola il quotidiano la repubblica: "La vendetta del PD: crolla Grillo", con annessi editoriali vari a dimostrazione -secondo loro- che la portata storica della presenza nell'agone politico del M5s si è esaurita e quindi conclusa. E' esattamente il contrario. Vediamo il perchè.

Se Beppe Grillo fosse Mario Monti, oggi avrebbe applicato la consueta logica da ragioniere (il ragionier vanesio) e avrebbe comunicato ai cronisti la propria assoluta soddisfazione nel "sottolineare l'incredibile successo ottenuto nella città di Roma dove il M5s ha aumentato i propri consensi nell'ordine del 625%, passando alla Storia come il più grande aumento elettorale in percentuale nella vita della Repubblica: nel 2008 avevamo ottenuto il 2,2%, in questa tornata, invece, il 16,4%". E qualcuno della massa mediatica si sarebbe inchinato dinanzi all'impietosa, fredda, quanto implacabile verità oggettiva delle cifre e non avrebbe potuto far altro che prendere atto di tale "illuminante" dato statistico (peraltro inoppugnabile) spiegando quindi al pubblico come e perchè era maturata tale vittoria. Ma per fortuna di noi italiani Beppe Grillo non ha una logica da ragioniere, quindi si è ben guardato dal coprirsi di ridicolo sostenendo tale ipotesi. Tutti noi, infatti, l'avremmo giudicata capziosa, infantile, priva di aderenza al quadro reale.

Tanto per ricordare in che mani siamo (l'Alzheimer sociale è sempre in agguato, ed è bene combatterlo senza sosta) vorrei sottolineare che tale "piatta logica dei numeri" è il cavallo di battaglia di Monti-Letta ed è quella applicata nel 2012, grazie alla quale è stato accelerato il processo di disintegrazione della società italiana, approfondendo in maniera tragica la crisi economica. 

Nel marzo del 2012, infatti, presentando il bilancio dello stato, erano state immesse nella sezione "entrate" diverse cifre: a) introito di 14 miliardi di euro entro il 31 dicembre relative alla tassazione dovuta dalle concessionarie di videoslot; b) introito di 6 miliardi di euro relativo alla tassazione del 4% per ogni stipula di rogito nella compravendita di immobili con conseguente introito di 2 miliardi di euro di tasse pagate dalle società di intermediazione immobiliare; c) introito di ulteriori 6 miliardi di euro attraverso il 21% di Iva pagato dalla piccola e media impresa; d) grazie alla poderosa attività della guardia di finanza, un introito di "almeno" 3 miliardi di euro relativo alla tassazione suppletiva sui beni di largo consumo dovuto alla nuova tassazione in vigore. Il tutto, rubricato come un 31 miliardi di euro dati per sicuro, che avrebbe portato il pil italiano dal preoccupante -1,4% del 2 marzo 2012 all'ammaliante +0,8% del quarto trimestre, dato che (dichiarazione ufficiale di Mario Monti) "vedo già la luce in fondo al tunnel, perchè tutti i trend sono concordi nel prevedere la ripresa economica entro la fine dell'anno, grazie alla buona governance dell'attuale governo". Risultato reale: a) quasi neanche un euro incassato dalle concessionarie del gioco d'azzardo; b) quasi neppure un euro incassato dalle tasse immobiliari perchè il mercato è crollato con un arretramento del -52% nella compravendita di immobili e conseguente fallimento e chiusura del 28% di agenzie immobiliari; c) quasi neppure un euro incassato dall'Iva sulle piccole imprese perchè ne sono fallite circa 150.000, e sono state chiuse ben 270.000 partite iva non essendo le persone in grado di sostenerne l'onere; d) quasi neppure un euro incassato dal mercato interno perchè le manovre del governo hanno comportato un abbattimento del consumo interno nazionale contraendo la spesa nazionale e riportando il dato del consumo interno (indice di salute economica di una nazione) a quello del 1992.

Risultato reale al 31 dicembre 2012: 32 miliardi di euro di debito in più "non previsto" con il record storico di debito pubblico e il pil a -3,2% invece che +0,8%. Non solo. Un anno dopo, in conseguenza di questo disastro annunciato, Mario Monti ha perso le elezioni, ma è andato al governo piazzando i suoi uomini in posti chiave.

Questa è la logica dei numeri.

Così funziona il sistema politico "reale" nella Repubblica Italiana.

Ma siccome Beppe Grillo non è Mario Monti, e io non sono un amante dell'interpretazione ragionieristica dell'esistenza e della politica, mi rifiuto di applicare tale logica ridicola perchè ciò che per me conta consiste nel "dato esistenziale reale di un risultato elettorale, e il suo impatto politico".

Qui iniziano i dolori. Ma essere maturi e consapevoli (come ben insegna la medicina olistica) vuol dire interpretare ciò che non va, ovvero i sintomi, come un'occasione d'oro per avviare un processo di "salutificazione" del proprio corpo.

Crollo, tradimento, tramonto, debacle, sconfitta: questi sono i termini usati oggi dalla cupola mediatica.

Si approfitta di questo risultato per spingere la popolazione a osservare la punta dell'indice ferito e sanguinante, sviando l'attenzione dalla necessità di osservare la luna, per poterla riconoscere, prendendo atto della sua esistenza. Sarebbe stato un crollo se in un qualunque comune dove si è votato, avesse clamorosamente perso il sindaco uscente M5s, la giunta uscente M5s, travolta da scandali e ruberie. Delle importanti città italiane, l'unica verifica seria sarà l'elezione amministrativa del comune di Parma , perchè a quel punto gli elettori saranno chiamati a giudicare l'operato di Pizzarotti.

 Il risultato negativo, che è reale, se rapportato alle attese preventive, sta tutto nel livello davvero basso del sistema di comunicazione di M5s, che va riconsiderato, carato, modificato, migliorato, evoluto. Sono fortemente in disaccordo con tutti coloro che oggi accusano i media di essere i responsabili del calo elettorale: è come se un bolscevico nel 1916 accusasse i giornalisti zaristi di scrivere bugie su Lenin; o, più recentemente, è come se nel 1960 i sindacalisti italiani avessero accusato, piagnucolando, la famiglia Agnelli di non avere aiutato i loro candidati nella battaglia per la conquista del comune di Torino. Ridicolo. Sono, inoltre, fortemente in disaccordo con tutti coloro che, oggi, reclamano il diritto di esponenti, attivisti, militanti del M5s di andare subito nei talk show televisivi per esprimere il proprio punto di vista. Il problema è ben altro.

Nel mio immaginario quotidiano surreale (da oggi dotato anche di televisione surreale con una specie di CNN h24) la notizia sarebbe stata data in maniera molto diversa. Tipo: "A Roma, il PD costretto a far buon viso a cattivo gioco, incassa la vittoria di un grande sostenitore di Rodotà, la vittoria di un furibondo contestatore dell'attuale dirigenza; incassa la vittoria di un suo esponente che al Senato ha votato NO alla fiducia al governo; incassa la vittoria di un candidato poco incline alla logica burocratica dei capi-bastone". Grazie alla televisione surreale, avremmo avuto anche la video-intervista al candidato perdente Marcello De Vito il quale, raggiante, avrebbe detto: "Come cittadino romano non posso nascondere di essere fortemente deluso per l'esito della mia lista, abbiamo perso il 4% rispetto al dato del 25 febbraio alle regionali (il confronto con altre amministrative è più sensato) ma come esponente politico del M5s sono entusiasta e davvero felice. Questo risultato è la conferma del meraviglioso lavoro svolto dal M5s in Italia, della sua forza dirompente, della sua necessità, perchè a Roma viene battuta la politica familista di Alemanno che ha devastato la città; vince un politico che, come molti altri iscritti e dirigenti PD romani, aveva sostenuto fortemente Rodotà che era anche il nostro candidato; non appena ha saputo di aver vinto, il Dottor Ignazio Marino ha chiarito subito -consapevole che noi gli stiamo sul collo- che ha deciso di far suo il programma di M5s, convinto che la trasparenza, la pratica del bilancio sociale, il taglio immediato dei costi della politica romana, e una immediata apertura nei confronti delle esigenze della cittadinanza a scapito della burocrazia partitica, siano gli elementi di punta del suo progetto. Consapevoli dell'attuale stato di cose, ci dichiariamo delusi dai nostri numeri ma commossi e raggianti nel toccare con mano che, a Roma, si vince solo e soltanto se vengono portate avanti le istanze del M5s: perchè il nostro programma è ciò che vuole la gente".

Questo avrei dichiarato io, se fossi stato Marcello De Vito.

Perchè penso che corrisponda alla verità tutta politica dei fatti. 

Se il governo sta valutando l'ipotesi di derubricare il finanziamento pubblico ai partiti, è perchè ci sono in parlamento 163 parlamentari che non danno loro requie;

Se il parlamento non ha ancora dato mandato al ministro della difesa Mauro di inviare subito almeno 5.000 soldati italiani nel Mali, è perchè il M5s ha piazzato un vice-presidente e un segretario alla commissione esteri, che si stanno impegnando tutti i giorni proprio su questo punto;

Se il parlamento non ha emesso un immediato decreto legge che autorizza il Tesoro a chiedere alla BCE un prestituccio di 10 miliardi di euro da girare subito alle banche strozzine affamate, è perchè tale dispositivo è stato bloccato dai parlamentari del M5s che stanno in commissione bilancio;

Se i media hanno bisogno di attaccare frontalmente il M5s e far credere che è già finito, dipende dal fatto che i "163 rompicoglioni" hanno rubricato e formalmente chiesto alla presidenza della Camera e del Senato di eliminare il sovvenzionamento dello Stato a giornali, settimanali, mensili, radio, televisioni, case editrici, per un risparmio valutato intorno a 2 miliardi di euro l'anno, da destinare immediatamente a un fondo di sussidio per imprese sull'orlo del fallimento in quanto creditrici  dello Stato.

Ha torto chi vuole adesso andare ai talk show.

Ha torto chi insiste a tenere quella posizione, ormai puramente teorica, che identifica la rete come un medium da santificare che esclude l'intervento in carne e ossa nella realtà, scavalcando la virtualità.

Ha funzionato a meraviglia l'idea di Grillo/Casaleggio di lanciare lo slogan "1 vale 1". E' stato fondamentale per introdurre la necessità di abbattere il rischio di clientele, personalismi, capi-bastone. Ma va aggiornato. La scelta dei candidati in rete non è più sostenibile seguendo delle modalità che non favoriscono la creazione di una dirigenza politica composta dai migliori e dai più meritevoli tra tutti i sostenitori attivisti del M5s. E, in questa fase, da combattenti e guerrieri ben equipaggiati e saggiamente formati.

Ci siamo forse dimenticati che questa è una guerra?

Pensavate fosse una passeggiata? Un picnic virtuale? Una narcisata?

La sola presenza del M5s mette in fibrillazione l'intero sistema politico italiano, che seguita a essere composto, nei posti cruciali, da individui dediti all'uso della cosa pubblica per interesse personale, di gruppo e/o del partito di aderenza.

E' un lungo cammino. Il fine consiste nell'abbattere gli oligarchi e trasformare l'Italia da pantano a società dinamica.

Ne sa qualcosa Gianni Alemanno.
Se non fosse stato per l'esistenza del M5s, probabilmente il PD non avrebbe mai accettato la candidatura del Dottor Marino; se non fosse stato per l'esistenza del M5s, a destra nessuno sarebbe andato a chiedere ragguagli in comune grazie alle notizie, informazioni, dati e date fornite dagli attivisti romani.

Mettiamola così:

Il M5s affossa Alemanno e la sua giunta.
Ignazio Marino ringrazia, e incassa il premio.
Vedremo la seconda fase come si coniugherà. 

Tranquilli, quindi, sui paroloni.

Il nostro futuro è nelle nostre mani.
Dobbiamo semplicemente seguitare a rimboccarci le maniche, correggere gli errori, e proseguire.
Non è mica un facile lavoro convincere i milioni di italiani foraggiati, mantenuti, finanziati, sovvenzionati, dai partiti che danno a loro i soldi rubati dalle nostre tasse.
Per questo i partiti li adorano. Tanto più esisteranno parassiti, tanto più i partiti sopravviveranno.
La strada è davvero lunga.
Ma ciò che conta è il primo passo.
Quello è stato già compiuto.



Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/05/se-beppe-grillo-fosse-mario-monti-ecco.html

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