di Luciano
Gianazza
“Bel
film! Pensa se fosse davvero così!” esclamò ridendo la persona
vicino a me, rivolgendosi all'amica, mentre ci alzavamo dalle comode
poltrone del maxicinema per uscire. “Belli gli effetti speciali,
hai visto Trinity come camminava sulle pareti? …. anche Neo...
bravi gli attori davvero...”.
Ormai
erano troppo lontani, non sentivo più cosa dicevano, ma era evidente
che come molti altri che hanno visto il film Matrix sapevano che la
trama era pura fantascienza, le cose non stanno come il film vuol
farci vedere.
Hanno
ragione. Le cose non stanno così, la realtà è molto peggio di
quella fantasiosa descritta in Matrix.
Non
esistono campi dove gli esseri umani vengono coltivati in maniera
così meccanica come nel film, la coltivazione o meglio l'allevamento
di umani avviene in modo consensuale.
Non
è facile vederlo, nemmeno se qualcuno te lo indica, te lo spiega, ti
dice “Guarda!”. Si potrebbe anche rispondere: “Ah, adesso ho
capito!” e non realizzare affatto di cosa si tratta.
La
trappola è molto ben congegnata, è davvero geniale, coloro che
l'hanno ideata sapevano cosa e come fare, altro che la zona fantasma
dei film di Superman dove inviare i criminali! ...
Se
stai vivendo bene come essere umano con una buona vita sociale, se
sei felice di ciò che hai, delle tue relazioni, del tuo lavoro, se
hai sottoscritto un'ottima pensione integrativa che ti permetterà di
vivere una serena vecchiaia priva di incombenze economiche, ti
consiglio di non continuare la lettura, potresti avere uno scossone e
le tue certezze potrebbero diventare dubbi traballanti.
Tutto
sta se, come Cypher, vuoi una vita felice, addormentato nel mondo
illusorio di Matrix oppure vivere sveglio e vestito di stracci sulla
Nabucodonosor. Ma potrebbe anche andarti molto meglio.
Il
“segreto”....
Normalmente l'individuo
non è in grado di vedere la trappola perché è lui stesso la
trappola! Questo è il grande segreto, la
trappola non può essere normalmente trovata perché la trappola non
può vedere se stessa.
Il paragrafo di cui sopra contiene
una grande verità, ma dopo averlo letto, molto probabilmente non
noteresti alcun cambiamento nel tuo stato emozionale tra prima e dopo
la lettura.
Questo perché la trappola e così ben congegnata che
se qualcuno la mostrasse ad un altro non sortirebbe alcun effetto, al
massimo reazioni di compatimento per il poveraccio che dice tali
stupidaggini.
In che modo un individuo è una trappola in cui
è paradossalmente intrappolato?
Essere qualcosa implica
identificazione con la cosa che si pensa di essere. Gli individui che
se ne vanno in giro su questo pianeta sono normalmente una collezione
di identificazioni.
Se prendessi una persona a caso fra la folla
avresti quasi il 100% di probabilità di trovare un individuo che
pensa di essere un sacco di cose, che è identificato con una vasta
serie di ruoli e che chiama tutto questo sé stesso.
Potrebbe
essere un impiegato figlio del direttore di una banca che fa il
cassiere e che quando percorre in auto le vie piene di traffico ce
l'ha con i pedoni che attraversano la strada senza guardare, mentre
quando non usa la macchina è un pedone che se la prende con gli
automobilisti che non si fermano mentre lui è in attesa di
attraversare sulle strisce pedonali. Potrebbe essere un marito
adorabile e padre affettuoso, un collezionista di monete, un
cristiano cattolico, un berlusconiano comunista, un pescatore per
hobby, un camperista, un italiano, ecc. Tutte le parole evidenziate
possono essere etichette in cui la persona potrebbe essere
identificata e ritenersi tutte queste cose.
Un modo spiccio
per capire se sia identificata o meno, (non farlo, molto
probabilmente non è necessario fare questo test), basta fare un paio
di commenti e dalla reazione capiresti subito come stanno le
cose.
Basta che tu dica alla persona dell'esempio che i cassieri
sono tutti dei ladri, che gli automobilisti sono delle teste di
cavolo, che i mariti sono cornuti, i collezionisti sono bambini
cresciuti, i pescatori dei perditempo che non hanno nient'altro da
fare, gli italiani degli scoppiati senza palle, e se avrai un
riscontro negativo saprai in modo inequivocabile che la persona è
identificata con la trappola.
La
trappola
Ma cos'è questa trappola, come è
fatta? La trappola è la somma delle identificazioni con i ruoli che
la persona svolge e le caratteristiche che ha. Per fare un esempio di
identificazione, se stessimo parlando di leggi e notassi che sei
molto ferrato in materia e ti dicessi: “Però, te ne intendi di
leggi!” potrei sentirmi rispondere orgogliosamente con un ampio
sorriso:”Per forza,sono avvocato!” Oppure sono ingegnere se il
mio commento riguardasse quanto te ne intendi di meccanica, oppure
assicuratore, operaio, contabile, macellaio, ecc., preceduto dalla
parola sono.
L'identificazione più grossolana è quella con
il proprio corpo. Ci sono uomini e donne che credono di essere il
corpo e si dedicano ad esso completamente, facendo fiorire le
palestre e gli ambulatori di chirurgia estetica, fabbriche di
cosmetici e tutto quanto prospera intorno al “Culto del
corpo”.
Non sto parlando di prendersi semplicemente cura del
proprio corpo, ma di ossessione riguardo ad esso, e questa è molto
diffusa.
Inoltre c'è l'identificazione, molto più sottile
con la personalità.
La
personalità
Una
forma più sottile di identificazione, invisibile quando si è molto
radicati in essa, è quella con la personalità. Ognuno si fa un'idea
delle proprie caratteristiche, e le apprezza dando ad esse un valore
secondo il proprio livello di consapevolezza. C'è chi sa di essere
simpatico, generoso, intelligente, spesso il più intelligente,
brillante, playboy, di avere uno sguardo magnetico, di avere un
aspetto minaccioso, da seduttrice, colto, leader, dominante, snob,
sciatto, sregolato, ordinato, preciso, noncurante, e tutta la serie
infinita di attributi che una personalità può avere.
La
personalità è un vestito fatto di caratteristiche che mostriamo
agli altri perché ce le riconoscano, come se la nostra esistenza
dipendesse dal riconoscimento da parte degli altri di ciò che
riteniamo di essere.
Le
persone identificate fanno dipendere la loro felicità o infelicità
dal riscontro che ottengono in questo gioco di ostentazione La
personalità crea dei confini che limitano uno spazio che si vuole
occupare per manifestare la propria esistenza come essere umano.
Senza quei limiti ci sarebbe il temuto spazio infinito accompagnato
dall'idea di scomparire nello spazio senza limiti, e questa è la
ragione per cui le persone si tengono stretta la loro personalità,
la loro prigione.
Nome
e cognome
Il mio cognome Gianazza, si presta ad
essere pronunciato e scritto in modo errato come Giannazza, con due
“enne” e mi è successo un sacco di volte, quando qualcuno doveva
inserirlo in un elenco o fare un documento, di dover dire “con una
“enne” sola perché lo scrivevano molto spesso con due “enne”.
A
volte ero pure risentito dovuto al ripetersi della cosa, pensavo
“questi analfabeti proprio non vogliono impararlo” e il
risentimento aumentava quando dopo la mia precisazione mi chiedevano
pure:”Con due zeta?”.
Appena nati cominciano a chiamarci con
il nome, quando sento “Luciano!” mi volto e quando incontro
qualcuno e mi chiede: “Tu sei...?” rispondo “Sono Luciano
Gianazza”.
Per tutti quindi sono Luciano Gianazza e se ora
dicessi che non sono Luciano Gianazza al meglio penseresti che ho
perso la memoria e al peggio che ho bisogno di cure perché non
connetto.
In realtà non sono Luciano come tu non sei Antonio
se ti hanno chiamato con quel nome, ma il mio nome e cognome sono
solo suoni e parole parlate o scritte, etichette che assieme alla
data di nascita e pochi altri dati identificano la mia presenza, il
mio operato in un determinato luogo e tempo mentre creo degli effetti
con un corpo umano in una struttura sociale che riconosce di
conseguenza la mia esistenza particolare.
Ogni essere umano
non è né il suo nome, né tanto meno la sua personalità, la sua
professione, ne tutte le altre etichette che si appiccica o gli
vengono appiccicate.
Tuttavia se le tiene molto strette perché
senza di quelle avrebbe la sensazione terrificante di non esistere e
per questo insiste nel continuare ad essere una sicura cellula di
matrix piuttosto che lo spazio infinito.
Addormentati
nello stato di veglia
Nel mondo ordinario ogni
persona agisce per avere approvazione della sua esistenza da parte
degli altri mostrando la sua particolare personalità. Alcuni dicono
di no, ma basta fare un'osservazione qualsiasi che mette in
discussione ciò che credono di essere che subito reagiscono in
difesa di ciò che ritengono che sia sotto attacco, che sia la
reputazione o attributi di cui si è orgogliosi.
La
personalità è un involucro vuoto in cui la stragrande maggioranza
delle persone è identificata, crede di essere quell'involucro e
gioisce per ogni apprezzamento e complimento fatto a quella
personalità e reagisce con risentimento, collera e persino violenza
per ogni insulto ricevuto come se i complimenti e gli insulti fossero
fatti a sé stessi.
Questa condizione di identificazione,
dalla più grossolana alla più sottile, e non ti immagini quanto può
essere sottile, molti pensatori del passato, dal più remoto al più
recente, l'hanno definita come condizione di persona addormentata
seppure in un apparente stato di veglia.
Non è facile far
notare questo stato alla cosiddetta persona normale che potresti
incontrare per la strada perché è lo stato in cui si trova la quasi
totalità delle persone. Se lo dicessi al primo che incontri ti
prenderebbe per matto: “Ma cosa dici, sono sveglissimo, ho dormito
otto ore da dio e mi sono fatto una doccia bella gelata appena
alzato, e ho fatto un'ora di corsa, sono in forma perfetta!”
Stai
parlando a una personalità e a un corpo nei quali è imprigionato un
essere identificato addormentato. Una persona addormentata, non
significa che sia intontita, potrebbe essere con tutti i sensi
all'erta come se si fosse fatta di anfetamine. Sta sognando di essere
la personalità che crede di essere. Se mai dovesse svegliarsi
all'improvviso rimarrebbe stupefatta:”Accidenti che
incubo!”
Questi articoli possono dare fastidio perché la
trappola si difende, ha un sacco di armamenti.
E'
difficile accettare di non essere ciò che crediamo fermamente di
essere e ad ogni tentativo di dimostrarci il contrario viene attuata
una netta opposizione.
Le persone pensano che, se venissero
tolte le etichette, loro scomparirebbero. Ovviamente non è così,
non perderebbero nulla, il risveglio significa non essere più
identificati nei ruoli. Non significa che non si farà più chiamare
Antonio!
Continuerà a recitare sul palcoscenico come prima ma
non penserà più di essere il personaggio che sta interpretando.
Magari scoprirà di essere diventato chirurgo per ottenere uno status
sociale ambito ma non gli piace affatto tagliare la gente e cambierà
professione. O non penserà più di essere Robin Hood e questo
comporta degli enormi vantaggi.
A
un attore che interpretasse Robin Hood, se qualcuno gli dicesse che
Robin Hood è un ladro che usa i poveracci per accumulare tesori
facendo finta di essere un paladino della giustizia non gliene può
fregar di meno e non reagirà alle offese, ma se si fosse
identificato nel personaggio reagirebbe come ad un'offesa alla sua
persona.
Una persona non più effetto dell'identificazione
è una persona risvegliata ed è libera, è staccata da matrix. La
sensazione di spazio infinito che si prova non può essere espressa a
parole. Inoltre non è più limitata ad essere l'individuo così come
è da sempre stata riconosciuta ma può essere ciò che più gli
aggrada.
Diversamente le persone identificate sono suscettibili a
tutta una serie di atti desiderati e indesiderati di cui diventano e
rimangono prigionieri.
Possono diventare vittime di
complimenti interessati o di offese e insulti provocatori e mettersi
nei guai o comunque vivere una vita piena di spiacevoli imprevisti,
possono accettare qualunque cosa fornita dal mainstream (Matrix)
pensando che apporterà miglioramenti alla propria personalità e
nella loro vita. Possono diventare consumatori di un mare di cose
inutili o anche utili ma solo per essere trend perché altrimenti si
è emarginati.
Fanno questo per ottenere approvazione ed
ammirazione da altre personalità, giocando inconsapevolmente su
questo grande palcoscenico che è il mondo illusorio, che gli antichi
chiamano il mondo di Maya, credendo che sia reale.
La
pubblicità che coinvolge le emozioni e l'idea di essere migliori di
qualcun altro funziona solo con persone addormentate.
“Miglioramento
personale”
Mai
come oggi è visibile l'inganno di Matrix. Le persone vogliono essere
migliori, più forti, più potenti, più ricche, più affascinanti,
più belle. Lo sono già, sono molto di più di quanto vogliono far
acquisire alla loro personalità. Stanno cercando di svegliarsi, ma
essendo identificati nella personalità cercano di svegliare la
personalità, ma questo è impossibile, la personalità è
un'accozzaglia di immagini, non è viva, non c'è niente da svegliare
lì!
Non si può far altro che ricoprirla con altri attributi,
immagini e pensieri, arricchirla, abbellirla. Quindi le persone
spendono un sacco di soldi per “arricchire” la loro personalità,
ma di tutto questo l'essere non trae alcun beneficio.
Adesso è
di moda tutta una serie di corsi e pratiche New Age che ricadono
sotto la categoria di “Miglioramento Personale”. Sono corsi di
estrazione psichiatrica come la PNL, per esempio e altre pratiche che
utilizzano anch'esse l'ipnosi. Sono condotti da “coach” o
“formatori” sorridenti, molto abili ad essere accattivanti, non
so quanto possano essere in buona fede, per quanto la buona fede non
renda buono qualcosa che non lo è.
Queste
tecniche funzionano solo con persone identificate, addormentate.
Possono migliorare le loro condizioni di vita, sociali ed economiche
pur continuando ad essere addormentate. Stanno migliorando la loro
personalità pur non traendo alcun beneficio come esseri.
Sulle
persone risvegliate questi corsi non funzionano, non possono essere
ipnotizzate a nessun livello. E non pensare che non venga usata
l'ipnosi a quei corsi, ci sono diversi metodi, dimentica
l'ipnotizzatore da circo che fa oscillare il ciondolo davanti agli
occhi mentre dice “le tue palpebre si fanno più pesanti...”
Conclusione
Non
sono in grado di spiegare cosa significa essere svegli ma di sicuro
so cosa significa essere addormentati.
Quando
reagisco per qualsiasi ragione invece che agire o non agire, so che
sono addormentato.
Dove
c'è reazione c'è qualcuno che dorme.
Anche
quando si reagisce “essendo nel giusto”.
Questo
per me è stato uno scoglio difficile da superare e credo che lo sia
anche per molti.
Può essere facile non reagire quando riceviamo
il risultato proveniente da circostanze in cui avevamo torto marcio,
per esempio non rispondere a un pugno ricevuto in faccia da un marito
tradito quando si è stati il tramite del tradimento.
Ma quando
si è vittime di un'ingiustizia allora sì che diventa difficile non
reagire. Essere nel giusto ci rende forti e attiva il
nostro attacco, marcato da estrema intensità di emozioni e
convinzioni e carico di risentimento e diventiamo inclini a reagire
violentemente contro chi ha commesso l'ingiustizia.
Questo
perché si è identificati nella personalità. E' la personalità,
“ferita ingiustamente” che subisce l'ingiustizia, non l'essere,
quando ci si sveglia si smette di reagire. Si
agisce per rimediare all'ingiustizia senza risentimento né emozioni
negative.
La cosa più importante è che una persona
risvegliata, è libera, non ha paura di niente, non può essere
controllata, è davvero un cattivo affare per Matrix. E poi è
davvero un'altra vita, puoi comprare il blackberry se ti serve, non
per far sapere a tutti che ce l'hai. E' per questo che Matrix, o il
sistema, il NWO, loro, chiamalo come ti pare, non vuole che le
persone si sveglino.
Ma tu puoi svegliarti, e sapere che sei
addormentato è il primo passo, ma non volermene se non vuoi essere
svegliato. Puoi sempre andare a pranzo con l'agente Smith.
Il
bello e che dicendo a qualcuno “Sei addormentato, sveglia!” sai
subito quando sbagli, la persona sveglia non ha reazioni, né
manifeste né represse.
Fonte:
www.medicinenon.it
letto e condiviso da: La Crepa nel Muro.
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