Mettete in Play la musica del video e leggete... lentamente... un pezzo che vi trascinerà insieme a sè nella schizofrenia del mondo d'oggi.
di Lady Labyrinth
Facciamocelo un giro su questa giostra
scordata. C’è musica per le nostre orecchie! Ho detto scordata,
non dimenticata.
Facciamocelo insieme. Che c’è?
Tutto bene? Siete tutti al sicuro stipati nei vostri appartamenti?
Appartati! Sezionati in parti, tagli da macello.
Cosa? Iniziate a sentire? Quel gemito
come paura… Ma cosa credete?
Il mondo è ammantato da un groviglio
di fili,
stretti,
avviluppati,
neuronali,
circuiti di leggera tensione
scoppiettante … piccoli borbottii qua e la.
Ma va tutto bene. Va…, ma tutto
bene. Se lo sentite, v a t u t t o b e n e.
E’ l’aggancio al mondo, il
vostro posto nel circuito. Predisposto ma non scelto. Se questa
adrenalina vi attraversa, questo leggerissimo solletico, non temete,
è solo una danza etologica. Gli animali si preparano, in difesa
della loro zona, in difesa del loro territorio spinato, della loro
preda conquistata, decisa, auto referenziata. Ci si prepara, ognuno a
suo modo, a questo tenue sottofondo di rumori, di piume che si
gonfiano, di fauci che digrignano, di questo andare avanti e indietro
pur restando allo stesso posto, in difesa della paura, nell’istante
immediatamente precedente all’attacco. Qui è lì piccoli segnali,
schieranti, navi che si danno appuntamento al largo di un profilo di
terra, un missile più in là lanciato a riprova del nulla. Puff:
fuoco di artificio. Ruggito. Soffio. Inarcamento di schiena.
Animali.
Ed io che rido con la faccia del pazzo.
Il riso sordo con gli occhi di vetro, sguardo che non riflette nulla,
assente, in netta contraddizione con il ghigno della bocca. Occhi e
bocca non si sono messi d’accordo. Allora, non temete, è il
soliloquio del pazzo, del burattino di turno, dell’internato
penoso, appestato, appestante, alienato. Eppure, eppure è
irresistibile visione, bieco insulto, presa in giro del prossimo,
vanagloria del demente.
Ho sentito il lupo ululare. Il segnale
di richiamo, il raduno di carne e ferro. Nelle piazze urlano voci che
si sovrappongono, si affollano, megafoni auto-diretti, dischi e
ritornelli: dispiegamento di due batterie Patriot per la difesa
antimissile, per la difesa antiaerea. Complesso, amplesso di 400
soldati (che gemiti)! Altre quattro batterie Patriot da nord ovest
(fruste del piacere). Acquistati uccelli di ferro. Boati di ferro,
freddo di acciaio, bisognerebbe bloccarla quell’acciaieria,
bisognerebbe interpretarlo quell’uragano sopra le fabbriche.
Presto, non c’è tempo: votAntonio, votAntonio, votAntonio. Daremo
due soldi a quello là, o una assoluzione, too nano to fail! Fuochi
di artificio dall’ est, o è solo il sole quando spunta in Corea?
Ora, Ora, ORA: ” una
risposta appropriata”, “una risposta appropriata”, “una
risposta appropriata”, “una risposta appropriata”. SI INVOCA IL
RADUNO- SI INVOCA IL RADUNO- SI INVITA A IL RADUNO!
Ed
ancora al raduno: Soprassediamo! Soprassediamo! Signori, siamo
distratti, abbiam perso una esse! Sopra sediamo! E’ caduta una
esse! Sarà stato uno sbaglio???? No, una rivelazione: mettiamoci
sopra il nostro pugno pesante! Sediamoci sopra! Ghiotto di bava il
Banchetto, banchetto di Dio, all’altare del
sacrificio dei Filistei, pronti all’ostia dell’estrema unzione.
Qualcuno andrà pur sacrificato. I migliori sono sempre quelli che se
ne vanno! I migliori sono i figli di Dio.
Eccolo, come si prepara! Lo vedete?
E’ il girotondo mantrico attorno all’ ombelico, è il risucchio
di Coriolis, scarico e spurgo di una crosta di pietre che poggia il
culo su una pozza nera, viscida, un catino di resti di vita
liquefatti, cadaveri storici. CADAVERISTORICI.
Perché?
Dio il settimo giorno si riposò,
l’ottavo creò gli assiomi del “Free-the-man”. Ho sbagliato la
pronuncia? Ancora una distrazione, Friedaman! Come fosse forza di
gravità, scivolo involontario. Imperscrutabile volontà della
natura. Maniacale delirio di presunzione.
Volontà divina! Ohhhhhhh: “oh”
come stupore!
Oooooooo: “o”come congiunzione
logica, pura, semplice, saccente, lapalissiana masturbazione mentale
a cambio fisso, a interessi variabili, a valore nominale! (((Non
posso farne a meno, perdonatemi, non resisto è il risolino isterico,
impetuoso, impietoso, schizofrenico:
Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah.
Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahahah.
Geniale! E’ un imbroglio! Totò sta vendendo la fontana di Trevi!!
Davvero geniale!
Cosa? Cosa dite? Non è Totò?!?!?!?
No, non è Totò. Accidenti, ancora una distrazione. Aladino la
comprerà sul serio quella maledetta fontana. Esprimete pure i tre
desideri!)))
Valore nominale: l’ottavo giorno è
stato creato il nulla! Un idea più che altro, un pensiero, un
arrangiamento venuto male, una stortura, il delirio del nulla!
Bandiera dietro la quale correre, riunirsi, centrarsi, adunarsi,
fosse seme della vita …, tutti a questa fonte opaca, nera senza
riflesso! Fosse vita, fosse essere, fosse morte, ma non è niente.
Eppure è vita e morte. Pasteggiamo con calici ricolmi di essa.
Cincin, cincin,cin,cin, la salute è vostra, teatrino di ventriloqui,
sorrisi immobili come maschere da teatro! Mangiate e bevetene tutti,
questo è il NOSTRO sangue.
Cosa c’è? Un brivido? Una domanda?
Una piccola ciarlatana paura? Ahahahahhahah, e ridete pure voi! Non
c’è nulla da temere. Questo è solo il vaniloquio di un folle. Il
soliloquio ottuso di quei fili a corrente alternata, di questa unica
enorme ingarbugliata matassa di adenine, citosine, guanine, timine.
Ine,
ine,
ine,
ine, sono cose piccine,
cose da niente.
Come me.
Ineine!
Restate pure appartati, quant’è
volgare questo accanimento, la puzza nauseabonda di questo fiato,
rifuggite pure da questo blateramento biascicante. Il ragioniere sarà
pur ragionevole e tutto tornerà a posto. Sono solo dei più (+) o
meno (-) in questa dannata bramosia di conti. Il saldo avrà la
chiusura ovvia del pari. E l’utile tornerà inutile. Sono solo
numeri che cadono, come pioggia. Conta, conta, conta! Conta contare.
Tu conti? O hai dimenticato la tabellina dell’uno? Tu conti? O non
sei mai servito a nulla?
.
Resti muto, forse? Ingabbiato? Respinto
e ricacciato? Ecco che sei! Sei il vomito e il rigurgito della vacca.
Questo sei. Questo siamo. Concertisti
della compagnia dei dementi. Orchestra muta e grottesca delle vostre
facce di cera.
Non credetemi. Rilassatevi,
distendetevi, scioglietevi, dissolvetevi.
Sono solo il riso muto del demente: il
vostro.
"Complesso, amplesso di 400 soldati (che gemiti)! Altre quattro batterie Patriot da nord ovest (fruste del piacere). Acquistati uccelli di ferro. Boati di ferro, freddo di acciaio, bisognerebbe bloccarla quell’acciaieria, bisognerebbe interpretarlo quell’uragano sopra le fabbriche".
RispondiEliminaE' la descrizione più razionale che abbia mai sentito della follia umana.