di
Italo Romano
La
Tares, così si chiama la nuova imposta sui rifiuti, sostituirà la
vecchia Tarsu, ovvero la tassa sui rifiuti solidi urbani. Il debutto
della Tares avverrà ad Aprile 2013, dopo le elezioni politiche
nazionali, in modo da non influenzare la deficienza di voto. Meglio
stare tranquilli, dopo la batosta dell’Imu, anche quella sullo
smaltimento dei rifiuti sarebbe stata troppo, forse.
Anche
la Tares prende come base imponibile la superficie degli immobili,
un’unità di misura convenzionale per stabilire le “quantità e
qualità medie ordinarie” di rifiuti prodotti. Il calcolo verrà
fatto sull’80% della superficie catastale ma non da subito: non
essendo ancora un dato disponibile per i comuni, all’inizio
l’applicazione della Tares si baserà sulle superfici dichiarate ai
fini Tarsu o Tia, in attesa che l’Agenzia del territorio
trasferisca i dati catastali alle amministrazioni comunali.
Ma
il maggior peso della Tares non è dovuto a questo, bensì ad altri
due fattori:
• si
tratta di una “tariffa” e non di una tassa, cioè di un prelievo
che copre per intero un costo dell’amministrazione e non solo di un
contributo parziale com’è ad esempio l’attuale Tarsu (ma non la
Tia, che è già una tariffa);
• copre anche altri costi oltre
allo smaltimento dei rifiuti.
“Tares”
sta infatti per “tributo comunale sui rifiuti e sui servizi” e
finanzia due tipi di spese comunali:
• la
gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo
smaltimento, svolto in regime di privativa dai comuni;
• i
cosiddetti “servizi indivisibili” (illuminazione pubblica,
manutenzione strade ecc.) attualmente non compresi nella Tarsu né
nella Tia.
La
Tares si pagherà in 4 rate: gennaio (ma nel 2013 la prima rata
slitta), aprile, luglio e dicembre. Le prime rate saranno ancora
commisurate agli import di Tarsu o Tia nel 2012 ma entro dicembre i
comuni decideranno i conguagli.
E’
assurdo come nell’epoca del vanaglorioso progresso, produciamo
immensi quantitativi di rifiuti, snaturando con efficacia e
distaccandoci sempre più dalla nostra vera natura.
Ci
propongono la merda e ce la fanno pagare due volte: quando la
compriamo e quando la buttiamo.
Sono
dei geni. Siamo degli idioti. Una civiltà senza senso.
Fonte: http://www.oltrelacoltre.com
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