venerdì 27 aprile 2012

Non solo 5, ma milioni di stelle.



Il fenomeno Movimento 5 stelle non è assolutamente un fulmine a ciel sereno.

E non è nemmeno frutto di demagogia e populismo (aspetti peraltro presenti).
I politici, i mass media e chiunque creda e dica che Grillo raccoglie consensi solo perchè grida, perchè imbonisce le folle, racconta frottole patinate da belle parole, non ha compreso assolutamente nulla di quello che oggi in Italia rappresenta il Movimento 5 stelle.
Grillo non ha fatto altro che inserirsi in un VUOTO totale lasciato dalla politica. Un vuoto che sta proprio in mezzo alle istituzioni e alla società.
Un vuoto fatto di mancanza di proposte, di visioni, di idee, di soluzioni. Un vuoto fatto di arroganza, autoreferenzialità, ricatto, clientela.
La politica partitica ha fallito. Con essa probabilmente l'intera forma democratica parlamentare che ha dimostrato nel corso del tempo di figurarsi come un essere imperfetto. E il meccanismo che sta alla sua base (la delega) un'arma a doppio taglio che i partiti (i professionisti della politica) hanno sfruttato nella maniera più efficace per il proprio tornaconto (di potere, personale, anche semplicemente economico).
E Grillo arriva in un momento di smarrimento. In un momento drammatico, dove le aziende chiudono e le famiglie scivolano verso la povertà, dove imprenditori e disoccupati in una paradossale e tragica unione che annichilisce perfino la lotta di classe, si suicidano a dozzine.
E arriva in un momento nel quale appare chiaro che i problemi che stiamo vivendo risiedono nel meccanismo stesso del mercato. Nella composizione del potere. Nell'assenza di partecipazione democratica.
Appare evidente il problema gigantesco rappresentato dal sistema monetario (e di conseguenza bancario) non solo europeo, ma di dimensioni mondiali. Appare evidente come sempre più quote della sovranità nazionale dei vari contesti sono usurpate dal potere finanziario e bancario. E i destini di intere popolazioni vengono affidati alla scoreggia di un maneggione di Wall Street, piuttosto che della borsa di Londra, o un broker cinese o ad illusioni economiche come il debito, il Pil, lo Spread.
Grillo e il suo Movimento, nella sua confusionaria articolazione, incarnano una protesta latente che monta da decenni su queste tematiche. Una protesta che non ha mai trovato sbocco nei canali tradizionali della politica, tappati completamente dalla complicità attiva e interessata della classe politica alle dinamiche nazionali e internazionali che questa situazione hanno determinato.
Il limite più grande del Movimento 5 stelle dunque non è nel populismo, nella scurrilità, nell'antipolitica (neologismo inventato da chi l'antipolitica l'ha incarnata realmente per decenni). Il limite più grande sta nella struttura, o meglio nell'assenza di una struttura stabile e democraticamente funzionante, che il movimento presenta.
La “liquidità”, l'inconsistenza dei legami delle strutture territoriali collegate una all'altra possono solo sembrare dei vantaggi (e dei tratti distintivi) del movimento in questa fase, ma sono dei limiti oggettivi con i quali il movimento stesso dovrà fare i conti ben presto.
La stessa figura di Grillo e il suo protagonismo potrebbero essere armi a doppio taglio per il movimento. Perchè la personalizzazione involontaria che la percezione sociale fa del movimento identificandolo esclusivamente con la sua persona è un altro problema legato essenzialmente alla struttura interna del movimento stesso.
Dal punto di vista programmatico il Movimento 5 stelle, sostanzialmente, non ha nulla da invidiare a nessuno. A dire il vero rappresenta l'unico veicolo politico attraverso il quale vengono posti all'attenzione del dibattito politico italiano temi fondamentali (energia, ambiente ecc). Ma anche in questo ambito i limiti del movimento sono dietro l'angolo. Perchè è indubbio come manchi da questo punto di vista la volontà (ma soprattutto la capacità) fattiva, pragmatica, organizzativa a capire la necessità di legare tutti i movimenti e le sensibilità presenti sul territorio che dei temi trattati dal Movimento 5 stelle fanno alcune delle proprie bandiere. Parlo della stessa blogsfera, delle associazioni, dei movimenti e dei forum cittadini.
Credo (e auspico) che il Movimento 5 Stelle, non si schiacci troppo su se stesso e sulla innegabile autoreferenzialità del proprio leader “spirituale” e che sia in grado di proporsi sulla scena italiana non solo e semplicemente come un'alternativa alla merda della politica partitica tradizionale, ma anche e soprattutto come il collante politico tra tutti i movimenti presenti in Italia e che in maniera variegata (ma non troppo distante uno dall'altro) mettono in discussione il sistema nel suo complesso.
In altre parole, c'è bisogno che il Movimento 5 Stelle si faccia non solo trascinatore di folle disilluse dalla politica, ma leader e traino di un movimento complessivo di rinascita sociale e politica in questo paese.
Per farlo ha bisogno di un salto di qualità complessivo, che intervenga sulla leadership dello stesso movimento e sui modi e gli strumenti di organizzazione interna che faccia leva su forme e strutture democratiche capaci di elaborare una linea politica (strategica) unitaria capace di interagire e interloquire con tutto il panorama politico (movimentista) presente in Italia.
Ci riuscirà?


(Francesco Salistrari)






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