“E'
stato aggredito prima verbalmente e poi picchiato, con un pugno in
faccia, perché omosessuale e poi umiliato da un infermiere in
ospedale, che gli ha consigliato di farsi "curare da uno
psicologo". E' accaduto a Reggio
Calabria,
a pochi passi dal Teatro Comunale, dove è stato preso di mira
Claudio, 28 anni, che, insieme al suo compagno e ad altri amici,
stava trascorrendo la serata davanti ad un locale”
(http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/04/14/visualizza_new.html_185380177.html).
(http://ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/04/14/visualizza_new.html_185380177.html).
E'
questa la realtà nel Sud, ancora oggi, nel 2012, dove ai “diversi”
che siano neri (i senegalesi della raccolta delle arance, ricordate?), gay,
lesbiche, disabili, dawn o a chi semplicemente la pensa in maniera
diversa, viene riservato un trattamento da emarginazione,
discriminazione, violenza.
2012.
In Calabria. L'ex “Magna Grecia” dei tempi andati. La terra che
ha visto nascere il pensiero pitagorico, la terra di Campanella, di
Bernardino Telesio, la terra di Fausto Gullo. La terra di tanti
onesti cittadini soffocati da 'ndragheta e discriminazione, dalla
disoccupazione e dalla distruzione del patrimonio collettivo
(ambientale e sociale).
E'
successo ieri, a Reggio Calabria, l'ennesimo episodio di inciviltà,
di ignoranza, di disumanità.
Essere
gay in Calabria, nel Sud, è un reato non scritto. E' un anatema, una
lettera scarlatta che ci si porta addosso semplicemente perchè non
c'è comprensione, solidarietà, rispetto.
La
Calabria oggi assomma tutti i peggiori mali della società
individualista e consumista all'arretratezza economica e culturale,
alla desertificazione dei sentimenti e dei valori, in un mix
esplosivo e devastante.
Essere
gay oggi in Calabria è una colpa. E' una malattia. Forse contagiosa,
a vedere le reazioni che la gente ha quando si trova a dover
interagire con un simile così “diverso”.
Diverso
in cosa? Non si comprende.
Il
sesso dovrebbe essere la dimensione più intima dell'individuo. Il
vero nocciolo della propria privacy. Allora perchè vi è questa
costante intromissione, violazione, distruzione della privacy altrui?
Perchè interessa così tanto la sfera sessuale di un gay o di una
lesbica? Cosa c'è di malato (quello si!!!) in questa perversa voglia
di intromettersi nell'intimo di queste persone?
La
malattia non è l'omosessualità.
La
malattia è l'incapacità di comprendere che gli omosessuali sono
delle persone che hanno il diritto di fare della propria vita ciò che vogliono.
Ma
qui, in Calabria, le persone vengono uccise per un appalto, per una
tangente, per un mancato pagamento, per un affronto, per uno sguardo
“storto”.
Ammettiamolo.
La
vita, qui da noi, non ha poi così tanto valore.
(Francesco
Salistrari)
(c) Riproduzione Riservata.
Povera Italia!
RispondiEliminaPurtroppo non è solo un problema della calabria o del sud.
Luca