di
Francesco Salistrari.
Ed
eccoci finalmente al “governissimo”.
Un
Letta in stile “statista” che, dopo aver ricevuto l’incarico da Re Giorgio e
stilato la sua lista di ministri in accordo con Berlusconi, enuncia il suo “programma”
di governo, richiamandosi al solito mantra del “più Europa, più europeismo”,
che promette di non far pagare l’IMU e abbassare le tasse, proprio quando allo
Stato servono al più presto dai 10 ai 14 miliardi per risolvere il nodo “esodati”,
rinnovare la Cassa Integrazione e rifinanziare gli ammortizzatori sociali, il
tutto sotto il capestro del “pareggio di bilancio”, le rate dell’ESM e gli
interessi sul debito che continuano a salire.
E
poi le riforme. Le riforme. Queste dannate riforme che ci “chiede l’Europa”. Riforme
che non hanno nulla a che vedere con la sparata populistica di “abbattere i
costi della politica” e mandare in soffitta il nostro bicameralismo (con
conseguente diminuzione dei parlamentari), ma che invece investono il mercato
del lavoro (che va armonizzato a quello tedesco), una riforma fiscale, una
riforma della scuola secondo le nuove direttive europee che chiedono
privatizzazione e coinvolgimento di aziende e fondazioni negli Organi
Collegiali scolastici (addio alla Scuola Pubblica!), una riforma sanitaria che
privilegi il privato e i tagli all’assistenza gratuita (sempre più una chimera)
e le ormai necessarie privatizzazioni/dismissioni del patrimonio pubblico. Sarà
questo il VERO programma e la vera azione di governo di questa presa per il
culo che chiamano “governo Letta”. Un bell’inciucio alla “Monti” per
traghettare il paese, nel pantano di questa crisi, e renderlo il più “servizievole”
possibile nei confronti dei paesi forti dell’Europa del Nord che necessitano di
questo e non di altro.
E
chi si aspettava qualcosa di diverso, sarà grandemente deluso. Anche perché da
questo governo non verranno mai toccati, né sfiorati, i privilegi degli ex
funzionari/parlamentari/senatori (stipendi e pensioni d’oro), né messo un tetto
agli stipendi di manager pubblici e privati, né toccati i privilegi delle varie
caste e castette italiote, né affrontato il tema dirompente della
disoccupazione, né degli investimenti pubblici, né dell’autosufficienza
energetica, giusto per richiamare alla mente qualche “tema”. Al massimo
verranno affrontati i tagli/eliminazione dei finanziamenti pubblici ai partiti,
discorso sul quale a causa della propaganda grillina che perdura da anni, l’appiattimento
ideologico e la sottovalutazione del tema sono arrivati a tal punto che
liquidare l’argomento in quattro battute non è assolutamente possibile.
Questo
è il governo del “più Europa”. E’ il governo dell’uomo nuovo del Gruppo Bilderberg,
è il governo della “massoneria unita”, dove anche il cavallo pazzo di
Berlusconi, rassicurato sulla sua situazione giudiziaria, collabora alla
grande, influendo e determinando, insieme agli altri, i nuovi assetti di potere
italiani, sempre più servi e schiavi delle consorterie finanziarie e bancarie
che governano il mondo.
Un
bel governo, non c’è che dire. Un governo in piena e assoluta continuità con
quello che abbiamo visto fino ad ora. Un governo che dimostrerà, a chi ne
avesse ancora bisogno, di quanto inutili possano essere le elezioni, quando la
democrazia è sospesa, solo formale. Un esito del voto che, nonostante il
Movimento 5 Stelle e tutti i suoi limiti, aveva chiaramente indicato una
profonda richiesta di cambiamento, soprattutto in riferimento alle politiche di
“rigore” imposte dall’Europa, e invece nisba. Dopo la manfrina dell’elezione
del Presidente della Repubblica e l’ennesima prova che il PD non è né un
partito di sinistra (ma nemmeno lontanamente) né un partito autonomo dalle
ingerenze e dall’eterodirezione di potentati e interessi che non sono quelli
della base elettorale che dovrebbe rappresentare, eccoci qua a quello che prima
delle elezioni e dopo l’esperienza del governo Monti, era l’esito più
prevedibile della situazione italiana: un governissimo (tecnico, di scopo, di
interesse nazionale, di emergenza, chiamatelo come vi pare). La Caporetto del
PD, ha chiaramente mostrato agli italiani, quanto lontani siano i loro
interessi da questa “casta” politica e da chi ne tira le fila. E l’azione di
questo governo appena nato (e che durerà il tempo necessario per indirizzare il
paese laddove il potere euro atlantico chiede) dimostrerà quanto poco in
considerazione vengano tenuti i veri e reali interessi del popolo italiano.
Ce
ne accorgeremo ben presto. Fin da subito. Fin da quando da una parte le
scadenze finanziarie, dall’altra il peso del debito, da una parte la crisi
sistemica mondiale, dall’altro le tensioni internazionali, non ci
costringeranno a guardare alla nostra situazione non più soltanto con
preoccupazione, ma con autentica e insopprimibile disperazione.
Si
perché il 2013 e il 2014 vedranno i nodi sociali venire al pettine ed il peso
della disoccupazione e dell’impossibilità di rilanciare l’economia, bloccata
com’è la politica economica da interessi che non sono quelli italiani,
renderanno evidenti quanto anti nazionali siano le scelte che la nostra classe
dirigente sta attuando in queste ore.
Del
resto, cari italiani, dal Governo Prodi in poi, per chi credete abbia lavorato
questa gente?
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