«Sono
terribilmente preoccupato per l’euro, che è potenzialmente in
grado di distruggere l’Unione Europea».
Problema: la politica di
rigore – per mantenere una moneta non svalutabile e non sovrana –
comporta sofferenze sociali che, alla lunga, potrebbero scatenare una
rivolta contro Bruxelles. Parola del super-investitore finanziario
George Soros, intervistato dalla televisione olandese nel programma
“Nieuwsuur”.
«C’è un rischio reale che la soluzione al
problema finanziario crei un problema politico realmente profondo»,
sostiene Soros, preoccupato che la Germania non capisca il pericolo
di una «depressione di lunga durata», a cui l’austerity condanna
il Sud Europa.
«Può durare più di un decennio, in realtà potrebbe
diventare permanente: fino a quando la sofferenza diventerà così
grande che alla fine ci potrà essere una ribellione, un rifiuto
dell’Unione Europea, che poi porterebbe alla distruzione
dell’Unione stessa. Un prezzo terribilmente pesante per preservare
l’euro».
In
teoria, sempre secondo Soros, la moneta della Bce «potrebbe durare
molto tempo, come l’Unione Sovietica, un assetto istituzionale
molto negativo che è durato per 70 anni», ma alla fine proprio
l’euro «sarà destinato a far crollare l’Unione Europea: il
tempo che ci vorrà, e può richiedere generazioni, sarà tempo perso
in termini di libertà politica e
di prosperità economica».
Risultato: «Una terribile tragedia per
l’Ue, e sta accadendo alla società aperta più sviluppata del
mondo». I “consigli” di Soros, commenta Giulietto Chiesa su
“Megachip”,
arrivano un po’ in ritardo: gli stessi dirigenti europei «hanno
già capito di avere tirato troppo la corda e di stare aprendo la via
ad un vasto sommovimento sociale».
In realtà, per Chiesa, la
correzione di rotta è già in atto, ma si tratta solo di tattica:
«Non vuol dire che la classe dirigente, cioè l’alta finanza,
abbia cambiato idea: soltanto, non sono stupidi. Frenano, per il
momento. Riprenderanno quando le masse avranno metabolizzato la prima
stangata. E nella pausa caffè si getteranno sulle privatizzazioni,
comprando tutto il comprabile, con il denaro virtuale di cui
dispongono, nell’Europa dei Piigs e in quella dell’Est».
Per
ora, aggiunge Chiesa, si vedono due segnali: il debito greco è stato
di fatto “abbuonato”, e l’Irlanda ha avuto la
“cartolarizzazione” del suo debito, dilazionato in trent’anni.
«E persino la sentenza europea che dà ragione all’Islanda è un
segno nella stessa direzione».
La Bce di Draghi? «Ha ripreso le
redini, ed è perfino riuscita a respingere l’attacco americano,
con la repentina svalutazione del dollaro: cosa che minacciava tutta
l’Europa, ma in particolare i tedeschi».
Ora l’euro è ritornato
attorno a quota 1,33 sul dollaro. Il “Quantitative Easing”
americano continua, ma a quanto pare l’Europa ha deciso di farvi
fronte. «Di tutto il giudizio di Soros – conclude Chiesa – la
cosa che mi pare più illuminante è che non fa alcun cenno alla
situazione del dollaro e dell’economia americana.
Silenzio rivelatore del suo disegno: dire che l’euro può crollare
tra settant’anni è una vera scemenza, è come dire che è eterno».
Come ormai molti pensano, l’anomalia mondiale della moneta europea
(non-sovrana, ma affidata al monopolio delle banche)
è passata quasi inosservata in tempi di crescita, ma non può
sopravvivere alla crisi,
aggravata dalle misure “suicide” di austerity e dalla perdita di
uno strumento flessibile come la moneta sovrana, vitale per le
economie nazionali.
Nessun commento:
Posta un commento