di
Valerio Lo Monaco
L’ultimo
Geab (Global Europe Anticipation Bulletin) in ordine di tempo, tra
quelli pubblicati periodicamente dal gruppo Leap2020 che abbiamo
indicato più volte – e che in genere fa previsioni decisamente
ponderate che poi si rivelano giuste – torna a battere su un tema
al quale crede ciecamente, non senza ragione, praticamente da sempre:
il crollo del Dollaro.
La
previsione in questo caso è relativa alla seconda metà del 2013,
dunque a una data praticamente dietro l’angolo, e segue la visione
generale che accompagna (non solo) i report di questa organizzazione
e che vede in una inevitabile “Crisi
Sistemica Globale” lo
scenario di passaggio tra un prima e il dopo. “Dopo” che,
naturalmente, deve essere organizzato su
basi completamente nuove.
La
parte pubblica del bollettino, che il Geab rilascia gratuitamente e
che equivale a circa un decimo di tutto il lavoro presente in ogni
studio pubblicato, viene tradotta anche in italiano praticamente un
istante dopo il suo rilascio e resa disponibile da molti siti ( qui,
ad esempio, la traduzione riportata da Megachip di Giulietto Chiesa).
Ed è a questo sito che vi rimandiamo per la lettura della parte free
del report.
Le
parti più importanti e approfondite del lavoro del Leap2020 sono
però ovviamente quelle pubblicate in abbonamento annuale (peraltro
costoso: 220 euro l’anno) che qui possiamo sostenere grazie,
superfluo forse ribadirlo, ai nostri rispettivi abbonati. Val bene
chiarire, anche per interpretare meglio le parti pubbliche del
report, che esso, da sempre, si rivolge non tanto, o non solo, a
lettori interessati all’argomento, quanto a direttori d’azienda e
leader politici. Il piano di analisi – che spesso si spinge persino
in veri e propri consigli – è situato dunque al livello
dei“decisori” e
degli addetti ai lavori, e non tanto alla mera informazione di base.
Ciò non toglie, ovviamente, che anche il lettore “educato” a
certi temi (e in grado di leggere lingue differenti dall’italiano
in cui non è tradotto) non trovi utile questo denso prodotto
editoriale.
Per
quanto attiene a questo numero in particolare, il 72, uno dei punti
cardine di tutto il ragionamento risiede nei cambiamenti fondamentali
che stanno avvenendo attorno al petrolio, e al petrodollaro. La
notizia più importante è questa: già nel 2005 il consumo di
petrolio da parte dei Paesi emergenti ha superato quello dei Paesi
occidentali. E oggi questo processo è ancora più avanti, con il
contemporaneo clima di sfiducia nei confronti del Dollaro, che è la
moneta principale per il commercio dell’oro nero. La cosa ha, e
avrà, delle notevoli conseguenze.
Secondo
il Leap2020 i problemi legati al petrolio avranno una incidenza moto
forte nel “mondo dopo-crisi” che questa organizzazione vede già
praticamente dietro l’angolo.
Altro
tema, sul quale è il caso di tenere accesa la luce: il Leap2020, da
organizzazione profondamente europeista, vede buona parte delle
misure prese a livello europeo in seguito alla crisi che stiamo
vivendo come una “modernizzazione” adatta a governare le sfide
del XXI secolo. Noi siamo di opinione differente, ed è inutile in
questa sede spiegarne i motivi visto che ne parliamo praticamente
ogni giorno. Ma queste modernizzazioni specificate
dal Leap2020 non saranno sufficienti ad affrontare il momento in cui
tutto il mondo dovrà prendere coscienza della“tempesta
che sta per colpire le valute”.
Prima tra tutte, come evento scatenante di non ritorno, appunto, il
crollo del Dollaro. Questa situazione, che ripetiamo, il Geab prevede
per la seconda metà del 2013, sarà l’elemento chiave attraverso
il quale il mondo si dovrà riorganizzare su “basi
nuove”,
prima tra tutte quella del “nuovo
sistema monetario internazionale”.
Sorvoliamo
sul fatto che il team di Leap2020, a quanto pare e se non sbagliamo
interpretazione, legga tale momento come un evento alla fine dei
conti auspicabile – mentre qui, ovviamente, ci battiamo dal punto
di vista della sovranità monetaria, dunque per lo svincolo totale da
un “sistema internazionale” di controllo. Ma il punto geopolitico
ed economico nel quale in ogni caso si arriverà a un passaggio
epocale viene pronosticato con dovizia di particolari.
La
data chiave più plausibile, secondo il report, è quella del G20 di
settembre prossimo che, “si
svolgerà nella tempesta, perché ci saranno già state le grandi
paure sul Dollaro” che
il documento prevede per il periodo marzo-giugno 2013. Se così sarà,
dunque, lo scopriremo a breve e ovviamente non tarderemo dal mettere
in collegamento gli eventi di cronaca che si potrebbero verificare
praticamente da subito, visto che siamo a fine febbraio, con quanto
previsto del Geab.
Senza
mezzi termini, il report: “stiamo
assistendo agli ultimi giorni dei petrodollari, che sono l’elemento
chiave della dominazione statunitense”.
E
i segnali di questo momento parrebbero inequivocabili: guerre
valutarie in atto; indici nazionali degli Stati Uniti; spostamento in
là della resa dei conti sul Fiscal Cliff (prossima data di pericolo,
maggio 2013); diminuzione del Pil e ricaduta degli Usa nella
recessione alla fine di aprile; disordini sociali in aumento.
Conclude
il report che è una situazione, questa, alla quale stanno andando
incontro diversi Paesi, e lo scenario previsto è quello di una crisi
in pieno “stile islandese”: non salvare più le Banche e lasciare
che queste falliscano.
Ce
ne è abbastanza, insomma, per una vera e propria seconda ondata
della crisi sistemica che analizziamo anche noi da ormai cinque anni.
Il
dato che emerge (anche da questo report) è nei fatti esattamente
cosa sosteniamo da tempo: tutto quanto messo in pratica dallo scoppio
della crisi ai giorni nostri è stato irrilevante ai fini di un
superamento della stessa. E gli anni recenti di apparente
stabilizzazione della situazione, mediante, beninteso, tutte le
misure draconiane imposte all’Europa, per quanto ci riguarda, non
sono stati affatto come un periodo di contenimento della situazione
per prepararsi e gettare le basi per una rinascita. Ma semplicemente
un blocco temporaneo del peggioramento, pagato a carissimo prezzo da
buona parte dei cittadini di tutto l’Occidente, e in attesa della
seconda, inevitabile – e forse finale? – ondata di crisi che si
sta per abbattere su tutti noi.
fonte: www.ilribelle.com
Per
gentile concessione de “La Voce del Ribelle”
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