Versioni contrastanti: per i militari si è trattata della risposta ad un attacco terroristico, per gli esponenti dei Fratelli Musulmani è stato "un atto criminale contro i manifestanti". Il partito Libertà e giustizia lancia un appello alla rivolta per evitare che il Paese diventi "una nuova Siria".
I manifestanti pro Morsi hanno attaccato una caserma
dell’esercito, i militari hanno risposto sparando sulla gente.
Risultato: una carneficina costata la vita a 42 persone, secondo le
stime fornite dalla tv di Stato. 500 circa i feriti secondo il ministero
della Salute. Sarebbe altissimo, quindi, il bilancio delle violenze
che si sono registrate nelle prime ore della giornata di fronte a una
caserma della Guardia repubblicana al Cairo.
Nel frattempo, secondo un
responsabile dell’esercito, due soldati sono stati catturati dai
sostenitori di Morsi. Samir Abdallah e Azzam Hazem Ali,
riferisce l’agenzia Mena, sono stati caricati su una macchina e
costretti a fare con un altoparlante una dichiarazione in favore dell’ex
presidente e contro l’esercito. Poco dopo sono riusciti a fuggire. La
sede del partito dei Fratelli musulmani egiziani è stata chiusa per
decisione delle autorità, dopo la scoperta al suo interno di armi. Lo ha
riferito un alto responsabile della sicurezza alla France Presse. La
polizia secondo la fonte ha trovato “liquidi infiammabili, coltelli e armi” nei locali del partito Libertà e Giustizia di Mohamed Morsi, espressione della Fratellanza.
All’alba, secondo la tv satellitare, che cita il parlamentare di Fratelli Musulmani
Mohamed Ibrahim El-Beltagy, i militari hanno aperto il fuoco contro i
manifestanti provocando un “massacro”. I militari sostengono di essere
intervenuti per sedare l’attacco di un “gruppo terroristico” alla
caserma, nel quale uno dei loro è rimasto ucciso e altri 40 sono rimasti
feriti. Ma per Gehad el-Haddad, portavoce della Fratellanza,
i militari e la polizia sono arrivati all’improvviso alle 3.30 in
piazza e hanno cominciato a usare lacrimogeni e armi da fuoco per
disperdere un sit-in “pacifico” di sostenitori del presidente Mohamed Morsi.
“E’ stato un atto criminale – ha detto ad al-Jazeera – contro i
manifestanti”. El-Haddad, inoltre, su Twitter, ha successivamente
rivolto un appello a “tutti gli egiziani patriottici e coraggiosi”,
affinché si uniscano alla manifestazione del Cairo “per difendere il
paese dai traditori cospiratori del golpe militare” che ha destituito il
presidente. Il partito Libertà e Giustizia, espressione dei Fratelli
musulmani, “sollecita la comunità internazionale, i gruppi
internazionali e tutti gli uomini liberi del mondo a intervenire per
impedire altri massacri… e l’apparizione di una nuova Siria nel mondo
arabo”.
I militari egiziani, invece, hanno arrestato 200 persone
che nelle prime ore della giornata cercavano di assaltare un edificio
della Guardia Repubblicana al Cairo, armati di pistole, bombe
artigianali e altre armi. Lo ha annunciato l’esercito, citato dalla tv
di stato, smentendo la versione dei Fratelli Musulmani, che parla di 37 manifestanti uccisi e 500 feriti. I militari, al contrario, contano un morto e 40 feriti tra le loro file.
Nel frattempo, il partito salafita al-Nour
ha annunciato il suo ritiro dai colloqui per la formazione di un nuovo
governo in Egitto, dopo la destituzione del presidente islamico Mohamed
Morsi. Lo riferisce sempre al-Jazeera, secondo la quale il ritiro è
avvenuto in segno di protesta per le violenze dell’esercito. Nelle
scorse ore il partito salafita aveva bocciato prima la nomina di Mohamed el Baradei e poi di Ziad Bahaa el-Din alla carica di primo ministro,
perché figure troppo laiche. “Ci ritiriamo, ma non resteremo in
silenzio, volevano evitare lo spargimento di sangue, ma ora ne scorre a
fiumi”. E ad al-Jazeera il predicatore salafita Yaser Borhamy ha
aggiunto: ”Bisogna scegliere qualcuno che non provenga da un partito
politico, un tecnocrate puro”. El Baradei e el-Din fanno entrambi parte
del Fronte di salvezza nazionale, principale schieramento politico
dell’opposizione liberale.
Nel frattempo il leader laico el
Baradei, indicato come possibile vice presidente ad interim ha chiesto
di far luce sull’episodio: “E’ necessaria un’indagine indipendente”
sui fatti di questa mattina al Cairo. La violenza genera violenza e
deve essere condannata formalmente – ha scritto su Twitter – E’
necessaria un’indagine indipendente. La transizione pacifica è l’unica
via”.
fonte: Il Fatto Quotidiano
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