mercoledì 3 luglio 2013

Il tempo è scaduto.

di Moreno Pasquinelli.

Era il 2009 quando lo tsunami della crisi giunse in Italia, e in Europa. Eravamo soli, o quasi, allora, a segnalare che non si trattava di una delle solite crisi cicliche a cui sarebbe presto seguita la “ripresa”. Sostenevamo che eravamo entrati in una crisi storico-sistemica e che una catastrofe economica e sociale senza precedenti era alle porte (e chiamavamo a sventarla).  
Quelli che pensavano ad una crisi grave ma passeggera del capitalismo, dicevano: “Siete dei catastrofisti. Vedrete che ne usciranno in qualche maniera, ci metteranno una pezza, e la ruota tornerà a girare come prima”. 
  Chi aveva ragione?

Nel 2010, mentre la Grecia affondava, noi dicemmo un’altra cosa: che l’Europa sarebbe stata l’epicentro della catastrofe, che la stessa Unione europea, costruita sul pilastro della moneta unica, sarebbe andata in pezzi. Affermammo che la crisi dell’eurozona non si arrestava in Grecia, che essa era destinata a travolgere il nostro paese, che se volevamo evitare la catastrofe avremmo dovuto abbandonare la nave eurista oramai alla deriva, riguadagnare subito la sovranità politica e democratica, a cominciare da quella monetaria. 
  Chi aveva ragione?

La catastrofe non è stata evitata, ora ci siamo dentro fino al collo. Quattro anni di recessione hanno infatti avuto, sul tessuto sociale del nostro paese, gli stessi effetti di una guerra. Una guerra che è ancora in corso, tuttavia, perché i criminali che l’hanno voluta non hanno ancora raggiunto il loro scopo.

Chi l’ha voluta? E qual è il loro scopo?

L’ha voluta la nuova classe dominate globale, composta dai giganti della finanza parassitaria, quella fondata sulla rapina delle conquiste sociali di mezzo secolo, dei diritti popolari, dei beni comuni, delle risorse naturali. Una guerra predatoria globale che, dopo essere stata sperimentata con successo ai danni dei paesi più poveri, è stata scatenata anche verso “paesi maiali” come l’Italia.

Lo scopo recondito di questa classe parassitaria e criminale è depredare la ricchezza accumulata da alcune nazioni, per impossessarsene e quindi giocarsela nelle bische del capitalismo-casinò. Nei disegni di questa classe globale ci sono infatti una nuova divisione mondiale del lavoro, nuovi equilibri geopolitici, un assetto globale in cui queste nazioni sono condannate all’inferno, a diventare colonie, fornitrici di forza-lavoro e merci a basso costo nonché avamposti militari per soggiogare altri popoli.
Moreno Pasquinelli


Questo esito è stato meticolosamente e lungamente preparato. Occorreva privare le nazioni della loro sovranità politica, togliergli ogni strumento di autodifesa. L’Unione europea a questo è servita, a disarmare paesi come il nostro, ad abbattere ogni paratia difensiva, per poterli così meglio esporre all’offensiva predatoria. Non saremmo finiti nell’abisso dove siamo se la classe criminale globale non avesse prima infiltrato con uomini fidati le istituzioni europee e nazionali, corrotto e posto al suo proprio servizio partiti, mezzi di comunicazione, mondo della cultura.

Questa guerra economica è ad uno stadio già molto avanzato, ma non è affatto terminata. Siamo alle porte dell’ultimo assalto, del bombardamento finale. E’ questione non di anni, è questione di mesi.

Attenderanno le elezioni tedesche, per verificare la solidità della loro piazzaforte tedesca. Quindi le cosche dell’alta finanza globale scateneranno l’attacco finale.

In cosa consisterà?

Non è difficile immaginare il come. Consisterà in una vendita massiccia di titoli di stato, di abbligazioni e azioni delle grandi banche, lo spread schizzerà alle stelle e il nostro paese andrà in default. Così, forti dell’ausilio dei gaulaiter che hanno piazzato alla testa delle istituzioni, delle banche, dei partiti, le cosche globali daranno l’assalto alla ricchezza nazionale di cui non si sono ancora impossessati. Costringeranno il governo a dichiarare lo Stato d’eccezione, a chiedere alla Bce e alla troika di correre in soccorso dell’Italia. In cambio, come insegnano la Grecia e Cipro, vorranno che siano rispettate condizioni ancor più atroci di quelle che abbiamo conosciuto con Monti. Queste cosche imporranno di svendere gli ultimi gioielli di famiglia, dopo aver fatto crollare i loro valori vorranno impadronirsi di banche e aziende. Rapineranno poi gli ultimi risparmi dei cittadini sequestrando i loro conti correnti. Imporranno una patrimoniale che trasformerà milioni di italiani in mendicanti. Altre migliaia di aziende chiuderanno, assieme a pezzi dell’amministrazione pubblica e la disoccupazione andrà alle stelle.

E’ evidentissimo che l’eurozona scoppierà. Queste stesse cosche che oggi terrorizzano i cittadini affermando che se la moneta unica morisse sarebbe la fine, saranno esse per prime a decretarne il decesso. E vedrete! proprio quelli che oggi gridano “Euro o morte!”, ci diranno con nonchalance che sganciarsi dall’euro sarà indispensabile “per la ripresa”, che altre volte aree monetarie uniche sono andate in frantumi e quindi piloteranno lo sgretolamento proprio per nome e per conto della grande finanza predatoria globale.

Sarà uno shock sociale senza precedenti che i suoi demiurghi sperano poter gestire senza grandi scosse sociali. Ovvero col popolo docile e in ginocchio.

Il tempo è scaduto. Scaduto da tempo per la sinistra di governo asservita ai criminali. Scaduto per la sinistra d’opposizione che non ha né saputo né voluto sganciarsi dalla narrazione globalista e europeista. Il tempo sta per scadere per il Movimento 5 Stelle, che sta dissipando in maniera patetica il deposito di indignazione sociale incassato alle ultime elezioni, dimostrandosi del tutto inadeguato alla sfida dei tempi, del tutto incapace di indicare un’alternativa e quale sia la strada da percorrere.

Siamo ad uno snodo delicatissimo: se le classi dominanti non riusciranno a governare come adesso e dovranno ricorrere a mezzi speciali, il popolo non può più vivere come prima. I due ingredienti principali che se mescolati possono innescare l’esplosione stanno venendo a contatto.

Una rivolta potrebbe scoppiare, e potrebbe scatenare la sollevazione generale, malgrado il popolo lavoratore sia disarmato, privo di organizzazione e di direzione. Riusciremo a costruirli nel fuoco della battaglia? 


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