martedì 14 luglio 2009

Un nuovo partito d'opposizione? Si può e si deve.



In Italia, oggi, c'è estremo bisogno di un partito d'opposizione e non più soltanto di semplice collocazione parlamentare, ma nelle piazze, sui programmi, le proposte, gli inciuci, le corruzioni e le soverchierie di una classe politica ormai inaccettabile nel suo insieme. C'è bisogno di un soggetto politico nuovo, nelle forme organizzative e nelle strutture e negli uomini, che dia avvio ad un ricambio generazionale anche della classe politica attuale, che si faccia interprete del malcontento della gente, delle istanze di gran parte della popolazione italiana, che si faccia portavoce della migliore Italia, attorno ad un progetto che miri a scardinare completamente gli attuali, insopportabili, e obsoleti, assetti di potere.
Viviamo nell'era mafiosa di Berlusconi, del bavaglio a magistratura e informazione, dei conflitti di interesse e delle leggi su misura e non credo, non posso credere, che gli italiani continuino a dimostrarsi masochisti fino al punto di sopportare oltre l'oltraggio politico e sociale di questi ultimi decenni.
Bene, il problema non è negli italiani, ma in chi li rappresenta. E' inutile parlare qui delle centinaia di inquisiti e pregiudicati condannati o prescritti, paraculi leccaculi e arraffoni che siedono nelle aule parlamentare oltraggiando costituzione, elettori e dignità nazionali. E' inutile parlare della storia personale, mafiosa, dei vertici della politica italiana. Se Berlusconi viene votato e vince, è solo perchè in Italia, a lui, non esiste un'alternativa credibile e Prodi, l'unico forse capace di destare un minimo di fiducia l'ha infatti battuto due volte, salvo poi affossare nelle beghe di una coalizione che di condiviso, di comune, aveva solo l'attaccamento alle poltrone.
Occorre dunque fare chiarezza, adesso, e scalzare dal potere, con la forza attiva dei cittadini onesti, uno dei governi più dannosi dal punto di vista sociale istituzionale e legislativo della storia repubblicana. Un governo rappresentativo di antiche consorterie di potere che invano cercarono negli anni '70 di fare dell'Italia un nuovo Cile (P2), antidemocratico negli uomini nelle idee e nelle azioni, vergognoso per le complicità/commistioni con affari poco chiari illegali, figlio di un'ideologia che di liberale ha veramente ben poco. Ci troviamo dinnanzi all'unico governo capace di far approvare (e senza opposizione sociale!!) quasi in toto il vecchio “Piano di rinascita Democratica” di gelliana memoria, capace di denigrare uno dei poteri costituzionali del nostro paese, la magistratura, limitandone fortemente le prerogative, invadendo il campo delle sue competenze con leggi incostituzionali, con l'arroganza di un potere che tracima i limiti delle sue sfere di competenza e manda a quel paese il teorema democratico della separazione. E lo fa in modo sottile, indolore, limitando al massimo le contestazioni, grazie al controllo, militare, dell'informazione nazionale. Ma grazie anche e soprattutto alla mancanza di una vera, seria, reale opposizione politica a questo disegno di potere oltraggioso della democrazia stessa.
Non basta richiamare i problemi del paese, non basta attaccare Silvio Berlusconi in quanto tale, per fare opposizione. Non basta “non nominare l'innominato” in campagna elettorale perchè altrimenti “si fa il suo gioco!”, per essere partito d'opposizione. Non basta abbandonare le aule parlamentari per protesta e fare un favore alla maggioranza, per apparire come opposizione. Soprattutto non è con lo stesso programma di Berlusconi che si fa opposizione.
C'è bisogno di un piano generale per il nostro paese, attento ai problemi reali e non immaginari o dettati da logiche di profitto ed elettorali (vedi ponte sullo stretto o alta velocità), un programma strategico che faccia i conti con i mutamenti economici internazionali e la crisi devastante che il capitalismo sta vivendo, che, lungi dai proclami degli irresponsabili al governo, non è passata per niente ma che è solo all'inizio. Un progetto unitario che tenga conto della necessità di preservare i posti di lavoro ed eliminare completamente il precariato come nuova forma di schiavitù e mandare per sempre a fanculo lo slogan della “flessibilità” come panacea di un mercato del lavoro che va riformato, non imbarbarito. Un programma serio che non dimentichi la priorità della Guerra alla mafia, non più lotta, perchè si conoscono nomi, connessioni, connivenze, convergenze e la mafia va battuta sul terreno della repressione tout court, basta con il buonismo e il garantismo che non hanno portato a niente. C'è bisogno di una politica dell'immigrazione (non lotta!!) che accomuni sicurezza e dignità per chi arriva nel nostro paese scappando da quegli stessi inferni che il nostro stile di vita ha causato. E bisogna soprattutto impostare finalmente una seria, vera, reale politica energetica basata sulle energie rinnovabili, futuro energetico per la razza umana, mettendo al bando le idee malsane del nucleare portate avanti da questi manigoldi che ci governano. Nucleare che diventerebbe, in Italia, problema in sé solo per quanto riguarda la gestione delle scorie radioattive. Se assistiamo ogni giorno agli scempi che la mafia compie con i rifiuti “normali”, cosa possiamo aspettarci dal nucleare?
I problemi dell'Italia sono tanti e di difficile soluzione. Non esiste una bacchetta magica, ma le idee, le persone, le volontà, le competenze, ci sarebbero e andrebbero solo sfruttate.
Non è ormai più possibile affidare le nostre vite a gente di malaffare come Berlusconi, D'Alema e compagnia discorrendo.

(Francesco Salistrari, 2009).

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