martedì 24 febbraio 2009

Prede


Il cielo a volte appare troppo grigio...come il cuore. Un cuore in tempesta che permette al sangue di scorrere con lentezza, con cinismo, simile in questo solo ad un orologio che consente al tempo di scorrere con noncuranza. E quel ticchettio continuo nella testa, il rumore del sangue, come mille lancette e ingranaggi di un orologio antico, continua e continua.

Il cielo a volte è troppo grigio, carico di acqua. Acqua sporca, nera di ingiustizie, acida come la bile, terribile. L'acqua che sgorga da sorgenti malsane, putride, puzzolenti, simile in tanfo all'olezzo di una carcassa lasciata a marcire.

Il cielo a volte è troppo grigio, triste....come i nostri occhi. Scintillanti di luce televisiva, intontiti, incapaci di riconoscere le cose, di vedere i fantasmi che siamo diventati, di comprendere il baratro delle nostre illusioni.

Il cielo a volte è nero, come il petrolio. Come il sangue di questo mondo dissanguato, senza dignità, maledetto, capovolto. Nero come le piume di un corvo che volteggia nell'aria ad attendere che i rifiuti vengano abbandonati.

Il cielo a volte è troppo nero, come le scaglie di un serpente. Velenoso, immobile ad attendere la sua preda, gelido, impassibile, temibile, fulmineo nei suoi movimenti di morte.

Il cielo a volte è troppo scuro. Come il tunnel nel quale viviamo.

Il cielo, lassù.

E noi, prede del serpente, quaggiù.


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