Nichi
Vendola.
Lo
definirei “Un uomo, una deriva”.
L'emblema
della deriva della sinistra italiana.
Completamente
incapace di pensare un modello socio-economico diverso, di
proporre una visione realmente alternativa al neo-liberismo
dominante, di rispondere concretamente alle esigenze del popolo
italiano (ma in generale dei popoli del mondo).
Nichi
Vendola rappresenta la visione antropomorfizzata di un'agonia.
L'agonia del pensiero alternativo dei partiti cosiddetti di sinistra.
E
non è un caso che sia così.
Per
chi non lo sapesse, Nichi Vendola, leader attuale di SEL, faceva
parte di quella “rifondazione” Comunista che pretendeva di
rappresentare in parlamento gli interessi dei lavoratori e delle
classi subalterne italiani. Quella stessa “rifondazione”
Comunista che ha approvato le prime misure legislative che
hanno dato avvio alla precarizzazione del mondo del lavoro
italiano. Misure che hanno contribuito, insieme alle altre dinamiche,
a ingigantire il divario sociale tra i possessori di ricchezza
e i lavoratori salariati. Quello stesso Vendola che faceva parte di
quei governi che hanno dato avvio alla privatizzazione
selvaggia del patrimonio statale e delle aziende pubbliche di questo
paese, compresi i beni comuni. Quegli stessi governi che hanno dato
il via libera (senza peraltro approvazione parlamentare) ai
bombardamenti in
Serbia e l'occupazione del Kosovo. Quegli stessi governi che hanno
garantito l'ingresso nell'euro e nella “cornice” europea,
forma moderna di dittatura oligarchica della finanza e delle
banche, che ha favorito la sostanziale deindustrializzazione del nostro paese.
Cosa
avrà da dirci di più di quello che ha fatto questo sommo poeta del
nulla?
Cosa
vorrà proporre agli italiani? Quale alternativa allo sfacelo
economico verso il quale galoppiamo a tutta velocità?
Un
accordo organico e politico/programmatico con il PD e l'UDC, per
creare le condizioni di una vera alternativa in Italia.
Ma
non era la stessa proposta dei governi Prodi (e D'Alema)? Ma non è
stato appunto grazie (anzi a causa) di quei governi che il paese è
andato alla deriva? Non sono stati proprio quei governi ad “indorare”
una pillola indigesta con la promessa di future conquiste sociali ed
economiche?
E'
facile adesso dare la colpa ai vent'anni del potere berlusconiano. E
presentarsi come i salvatori della patria. E' facile far passare
l'idea che gli sconquassi economici di oggi siano solamente l'effetto
delle politiche di centro-destra. Il fumo negli occhi degli italiani
del berlusconismo e dell'anti-berlusconismo ha oscurato per un
vent'ennio la verità fondamentale del nostro paese e del potere
europeo (ed atlantico): non esiste nessuna differenza di fondo
tra gli schieramenti politici parlamentari (presenti oggi e
ieri nei parlamenti italiani).
Deindustrializzazione italiana. |
L'incapacità
di questa classe politica nel suo complesso a rendersi autonoma
rispetto ai poteri forti internazionali (rappresentati egregiamente e
trasversalmente in tutto l'arco costituzionale) non solo è stata
tenuta nascosta con una finta “lotta” tra centro-destra e
centro-sinistra, ma anche con la capacità magistrale di far passare
praticamente sotto silenzio tutte le “riforme” cruciali che hanno
determinato gli sfaceli di oggi.
E
oggi, il poeta del tavoliere viene qui e vorrebbe farci lezioni di
democrazia? Vorrebbe regalarci speranza? Vorrebbe farci credere che
esista una via d'uscita affidandoci proprio a coloro che ci hanno
affondato?
Vogliamo
parlare del PD?
No,
meglio di no, per carità.
Il
PD è "il
simbolo del peggio del peggio del peggio, l’epitome di tutta quella
complessa sinergia fra ignoranza, supponenza, e bramosia di potere,
che ha distrutto il paese che amo" (Alberto
Bagnai).
E'
inutile.
Come
è inutile qualsiasi forza politica o movimento che proponga come
alternativa l'alleanza con questo cancro italiano. Che NON propone
una alternativa al neo-liberismo, ma che al contrario appoggia in
parlamento proprio un governo (tecnico? Aahahahahhahahah) espressione
diretta del pensiero neo-liberista. Che NON propone nessuna
risoluzione concreta del problema del debito italiano (non a caso non
ho scritto pubblico, leggete Bagnai) se non quella di svenderci come
paese ai fondi privati (MES), alle regole assurde del Fiscal Compact,
ai mercati dei titoli (e dei capitali), alla potenza
economico-produttiva tedesca e francese, regalando di fatto le scelte
decisionali più importanti in mano ad un gruppo oligarchico di
tecnocrati non eletti democraticamente (e quindi illegittimi).
La
democrazia
così è
solo un
bluff.
Un inganno bell'e buono.
Con
quale faccia questi signori ci vengono a propinare soluzioni che NON
affrontano i nodi cruciali dei problemi che l'Europa (e il mondo
occidentale nel suo complesso) oggi vive? Con quale credibilità ci
vengono oggi a spiegare che una maggiore integrazione politica ed
economica europea sia la soluzione ad un problema che proprio questa
integrazione ha causato?
Come
fa un uomo che si dice di sinistra, che si dice dalla parte dei
deboli e degli sfruttati, che di dice difensore di diritti e libertà,
che auspica un mondo più equo e sostenibile, appoggiare proprio quei
poteri contrari a questi principi?
Nichi
Vendola, ci è o ci fa?
Sinceramente
io ne ho le palle piene di questa gente. Non so voi, ma io NON ci
sto.
(Francesco
Salistrari)
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