Di
solito quando è George Soros a fare qualcosa, si può star certi che
non l'abbia fatta per caso.
Un
uomo capace di mettere in ginocchio intere economie nazionali con una
potenza di fuoco finanziaria paragonabile alle vecchie cannoniere
dell'Impero coloniale Inglese, George Soros è l'icona del
turbocapitalismo moderno.
E
cosa sta facendo questo istrionico personaggio della finanzia
mondiale?
Vende
azioni e compra oro.
Non
spiccioli. Non piccole pepite comprate al mercato al dettaglio dei
cercatori d'oro nei fiumi inquinati del Nord America. Ma grosse,
ingenti, quantità d'oro.
Perchè
lo fa?
Dovremmo
entrare un attimo nella sua testa per saperlo veramente, nella sua e
in quella di tutti gli altri rampolli della finanza che in questi
mesi hanno fatto schizzare il prezzo dell'oro in alto così come non
succedeva da tempo.
Tutti,
anche i più ignoranti di economia & finanza, sappiamo che l'oro
è un bene rifugio. L'oro è la ricchezza per eccellenza, è
il metallo prezioso su cui un tempo era basata l'emissione monetaria,
è il metallo il cui luccichio mette al riparo da qualsiasi (o quasi)
fluttuazione del mercato, esplosione di bolle, fallimento,
inflazione, stagnazione, depressione. Se crolla tutto, quel che resta
è l'oro.
Possedere
oro nel momento giusto può equivalere a importanti profitti. Nei
cinque anni dopo la crisi del 1929, il valore d'acquisto degli
investimenti in oro si moltiplicò di 17 volte. Negli anni '70, di 15
volte.
Fino
al momento attuale del trend positivo dell'oro, e in una situazione
economica che sembra essere ostile quanto quella degli anni '30 e
'70, il prezzo
dell'oro si
è moltiplicato per 3, lasciando intendere che ci sono ancora ottime
potenzialità di crescita.
Ecco
perchè.
Soros
sa bene che in questa fase di crisi economica che rischia di acuirsi
e aggravarsi sempre più, comprare grandi quantitativi di oro oggi,
può significare grandissimi guadagni domani e mettersi al riparo da
perdite considerevoli.
Ma
chi compra oro nei periodi di crisi si mette anche al riparo dai
fallimenti. E Soros non a caso ha venduto oltre
un milione di titoli di imprese finanziarie e bancarie, fra i quali
titoli di Citigroup
(420.000 azioni), JPMorgan
(701.400 azioni), e Goldman
Sachs
(120.000 azioni). Per un controvalore totale di quasi 50.000.000 di
dollari USA (USD).
Comprando poi 884.000 azioni (130 milioni di dollari) in oro (fonte:
Stampa Libera). Ma
Soros non è il solo. Perchè nell'ultimo mese i piccoli investitori
hanno ritirato 10 mld di dollari dai fondi azionari.
Ma
anche pesci grossi come John
Paulson comprano oro a tutto spiano (portando il fondo della sua
società al 44% in lingotti d'oro!). Oltre a scommettere alla luce
del sole sulla caduta dell'euro (qui).
E
cosa dire delle Banche Centrali?
“Stando
al World Gold Council, la quantità di oro acquistato dalle Banche
Centrali mondiali è cresciuta in modo esponenziale nel secondo
quadrimestre del 2012. Le 157,5 tonnellate metriche di oro acquistate
dalle banche centrali nell’ultimo quadrimestre rappresentano un
aumento del 62,9% sul primo quadrimestre 2012, ed un aumento del
137,9% sul secondo quadrimestre del 2011, cioè sul quadrimestre
corrispondente a un anno fa.
Prima
del 2009, le banche centrali mondiali sono state venditrici di oro
per almeno un ventennio. La situazione si è completamente ribaltata,
e nell’ultimo quadrimestre le banche centrali hanno ammassato oro
in quantità mai viste prima…
Con
un valore di 157,5 tonnellate metriche, l’acquisto di oro da parte
delle banche centrali ha raggiunto livelli massimi da quando – nel
secondo quadrimestre del 2009 – sono diventate grosse acquirenti
del prezioso metallo ‘al netto’ di tutte le transazioni. Dati
presentati nel resoconto quadrimestrale dell’organizzazione, su
Gold Demand Trends”.
Ecco
cosa riferisce Soros al News
Week:
“Non
sono qui per tirarvi su il morale. La situazione è la più seria e
difficile che abbia sperimentato nella mia vita. Stiamo andando
incontro ad un periodo estremamente difficile, paragonabile per molti
versi agli anni ’30, quelli della Grande Depressione. Nel mondo
sviluppato ci attende una colossale ‘riduzione delle spese’ che
minaccia di portarci ad un decennio, o più, di stagnazione (se non
qualcosa di peggio). Lo scenario migliore sarebbe un periodo di
deflazione, lo scenario peggiore… un crollo del sistema
finanziario».Sembra quindi che abbia investito i propri soldi in
vista di questa tempesta. Ma ancora più allarmante è cosa farà
seguito al crollo finanziario, secondo Soros… «Al montare della
rabbia, saranno inevitabili le rivolte per le strade dell’America.
E quasi maliziosamente ripete: ‘Sì, sì, sì’, la reazione alle
rivolte potrà essere più violenta delle rivolte stesse. Le rivolte
saranno usate come scusa per ‘reprimere’ e per mantenere l’ordine
e la legalità, anche usando armi pesanti. Cosa che, spinta
all’estremo, potrebbe condurre ad un sistema politico repressivo e
ad una società nella quale la libertà individuale sia molto più
ristretta; fino all’estrema conseguenza che ci porterà a rompere
con la tradizione degli Stati Uniti d’America”.
Rabbia,
rivolte, repressione.
Dobbiamo
fidarci di quello che dice Soros? Stando a quanto riferisce (qui)
l'ex
Generale in pensione Jerry Curry
(USA), la Social
Security Administration (SSA)
pare abbia acquistato 174.000
proiettili a punta cava
(i più letali). Ma non solo. A quanto riferito sia dal Generale in
pensione, sia da altre fonti (qui
e qui),
il Dipartimento
della Homeland Secuirty
(DHS)
ha
acquistato la bellezza di 750
mln di proiettili di
vario genere, tra cui 357 magnum capaci di perforare i muri.
A
cosa si preparano? Alla Guerra
Civile
come riferiscono le fonti citate? Se fosse così ci sarebbe da
preoccuparsi e non poco.
La
tempesta perfetta finanziaria che sta per abbattersi sul capitalismo
mondiale partirebbe da cosa? Nel 2008 furono i mutui sub-prime e il
crollo del ciclope Lehman
Brothers a scatenare lo tsunami finanziario. Oggi potrebbe essere
la caduta dell'Eurozona?
Aldilà
di qualsiasi considerazione sulla questione, è chiaro che ci si sta
preparando a qualcosa di grosso, di molto grosso e i movimenti fatti
sull'oro sono solo un segnale. Molti si aspettano un crollo e si
preparano a questo. Anche le Agenzie Governative americane lo fanno,
ma non investono in oro, bensì in un altro metallo: il piombo.
E' evidente che in caso di crollo finanziario generale, di fallimenti
a catena, di esplosione di rivolte e violenza, non c'è che una
strada da perseguire per il potere, a meno di essere messo seriamente
in discussione: la repressione.
Notizie
negli Stati Uniti parlano anche dei campi per gli sfollati della
FEMA.
Ne parla dettagliatamente e con dovizia di fonti e particolari un
articolo di inizio anno pubblicato da Informare X Resistere (qui).
Dunque
qualcosa bolle in pentola.
Sono
anni che sono convinto che la crisi economica che investe il
capitalismo sia di natura più drammatica e profonda di quella che
sconquassò il mondo nel 1930 e spinse l'umanità nel baratro della
Guerra Mondiale. Sono anche sempre più convinto che la risposta del
potere alla reazione popolare allo sfacelo che sta per arrivare,
sarà di natura dittatoriale
(da quando ho aperto il blog l'ho affermato in più occasioni: qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui,
qui
e qui).
Una svolta dittatoriale a livello globale (come negli anni 20 e 30)
che rischia di far scivolare il mondo in un'altra conflagrazione
mondiale.
I
segnali sono davvero inquietanti e quello che ci aspetta potrebbe
essere davvero duro. Nell'indifferenza ignorante che contraddistingue
la stragrande maggioranza dei popoli occidentali, si rischia di
compromettere non solo le nostre libertà collettive, ma la vita
stessa ed il futuro dell'umanità.
Sembra
troppo drastico, catastrofista, paranoico, ma non credo sia così. E
dovremmo cominciare un pochino tutti a renderci conto di quello che
succede.
Scrivo
questo blog, per dare a chiunque legga, uno squarcio di
consapevolezza, una finestra alternativa da cui guardare un panorama.
Che piaccia o no, prima o poi, tutti, saremo costretti a farlo.
Sarebbe
meglio farlo coscienti di chi come e perchè.
Rischieremmo
molto meno di farci prendere per il culo da un novello Mussolini.
(Francesco
Salistrari)
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