Ieri
il FattoQuotidiano pubblicava un allarmante articolo (qui)
sul cosiddetto Overshoot
Day.
Cos'è
l'Overshoot Day?
Secondo
quanto affermato dall'articolo, l'Overshoot Day non è altro che
il
giorno in cui il
consumo di beni naturali nel mondo supera la quantità prodotta
nell'intero 2012.
Una data, calcolata dal Global
Footprint Network
di Londra, che ogni anno si sposta indietro: nel 1987 era il 19
dicembre.
Quindi
oggi è l'Overshoot Day!
Oggi
abbiamo superato la fatidica soglia.
Tralasciando
il fatto che tale data sia solo indicativa, va da se che la notizia è
molto preoccupante per una serie di motivi.
Innanzitutto
ciò significa essenzialmente che il consumo umano (e lo sfruttamento
del pianeta) ha raggiunto livelli inauditi e, senza un cambio di
rotta, insostenibili. Nell'articolo si afferma che a questo ritmo a
metà del secolo, per sostenere il consumo umano, ci sarà bisogno
dell'equivalente delle risorse e della produzione di due pianeti.
Impensabile!
Mi
viene allora spontanea una domanda.
Siamo
davvero sicuri che la crisi economica che stiamo vivendo sia di
natura prettamente finanziaria? E se lo è cosa c'entra l'Overshoot
Day?
Allora
proviamo un attimo a ragionare per tentativi.
Poniamo
l'ipotesi che la crisi sia di natura eminentemente finanziaria.
Mettiamo che il tutto è determinato dal sistema monetario e
finanziario, dai meccanismi di circolazione dei capitali, dalle
distorsioni del mercato, dalla volontà delle banche, delle holding e
dei grandi gruppi rappresentati dalle corporations.
Allora
cosa c'entra l'Overshoot Day? Se diamo per assodato che tali stime
siano corrette, dovremmo comprendere anche che se la crisi ha ragioni
non fisiche, dunque finanziarie ed in ultima istanza politiche,
comprenderemmo come questa crisi sia in qualche modo “pilotata”,
“voluta”, determinata da una serie di scelte e di decisioni
politiche e finanziarie che favoriscono e accelerano una diminuzione
dei consumi delle società per far fronte, appunto, all'Overshoot Day
e alle sue conseguenze nel lungo periodo.
In
altre parole, pur di non rinunciare ai meccanismi che tale situazione
hanno determinato, le elites dirigenti mondiali fanno di tutto per
imporre un nuovo modello di consumo. E per farlo scelgono la via più
traumatica: la crisi e probabilmente a breve la guerra.
A
grandi linee è questo ciò che sostengono, in vario modo, molti
osservatori ed analisti.
Ma
proviamo a ragionare diversamente.
Mettiamo
che la crisi non sia di natura finanziaria, ma che il lato
finanziario della stessa sia solo una conseguenza di qualcosa di
molto più grande. Mettiamo che la crisi sia determinata da un
concetto ampio di Overshoot Day.
Cosa
significa? Significa che il mondo ha raggiunto dei limiti di
sostenibilità dell'attività umana non più espandibili. E la crisi
che si innesta su questi processi non è altro che il risultato di
questa insostenibilità.
Proviamo
a ragionare un attimo nel dettaglio.
Negli
ultimi venti anni paesi come la Cina, l'India, il Brasile, il Sud
Africa, il Venezuela, l'Indonesia, il Vietnam, la Corea del Sud e
tanti alti, sono cresciuti a ritmi vertiginosi e solo nell'ultimo periodo hanno rallentato. Questo significa, in soldoni, che i ritmi di
consumo di risorse energetiche, materie prime e alimenti sono
cresciuti esponenzialmente. Significa anche che il meccanismo
“finanziario” altro non è stato che un “viagra economico”
per sostenere tali processi e permettere a tutto il mondo, di vivere
al di sopra di un certo standard sostenibile.
Se
poi analizziamo alcuni aspetti degli eventi degli ultimi anni, in
particolare le cosiddette “rivolte” dei paesi africani (Tunisia,
Egitto, Algeria, Libia ecc) notiamo un tratto comune più volte
sottaciuto nelle analisi che si sono sprecate su questo tema. Qual'è
questo tratto comune? Il fatto che tutte queste rivolte siano
scaturite da una crisi dei prezzi alimentari che ha messo in
ginocchio le popolazioni in questione (lo sostenevo qui).
Senza analizzare la dinamica e gli sviluppi di tali rivolte e come
sono state “gestite” e “sfruttate” dai paesi occidentali, il
fatto che l'aumento dei prezzi dei generi alimentari sia stato
generato a livello globale(dicono alcuni analisti) in ampia parte dalla massiccia
riconversione dei terreni agricoli adibiti a colture per il consumo
umano (mais, riso, grano ecc) a piantagioni per la produzione di
biocarburanti (2007), ci da modo di riflettere abbastanza a fondo
sulla realtà della situazione.
Le
varie bolle finanziarie scoppiate in questi anni (sub-prime,
derivati, immobiliare, e poi la crisi dei debiti sovrani) quindi
altro non sarebbero che i nodi di una insostenibilità strutturale
del sistema che vengono al pettine. In altre parole l'aumento dei
consumi mondiali (e l'emergere di tale consumo in zone del pianeta
restate per secoli nel sottoconsumo), ha prodotto una situazione di
ingovernabilità di ampia portata. Ecco l'Overshoot Day e il suo
significato.
Cosa
vuol dire? Significa che a meno che i paesi emergenti e le “vecchie”
economie occidentali non decidano di comune accordo di rimodellare i
consumi e i ritmi di crescita,i modelli socio-economici di sviluppo, una
parte del mondo imploderà ben presto. Dalle dinamiche in atto,
sembra proprio che sia l'occidente il più
fragile. Che sia il primo a cadere, insomma. Questo genererebbe una
situazione di instabilità mondiale che potrebbe condurre ad una
guerra generale aperta per il controllo totale delle risorse
disponibili (acqua, petrolio, gas, materie prime).
E
i segnali di questa possibilità ci sono già tutti.
Quindi
l'Overshoot Day è una data, simbolica, ma molto molto importante.
Da
notare che ogni ipotesi fatta è basata essenzialmente sulla
correttezza delle stime sull'Overshoot Day. Se non fosse così,
cambierebbe tutto.
E
la crisi assumerebbe l'aspetto inquietante di un piano di dominazione
globale architettato e voluto da una elite mondialista senza
scrupoli.
In
altri termini questa crisi, ben lungi dall'avere una qualche radice
nello stato delle risorse del pianeta e dell'economia reale,
rappresenterebbe un artificio malefico determinato da una precisa volontà
politica criminale.
Quale
verità si cela dunque dietro l'Overshoot Day?
Lo
scopriremo molto presto.
(Francesco
Salistrari)
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