Sono il pallido riflesso di un sorriso lasciato a marcire su una spiaggia deserta, dimenticato, scartato, dissolto da indifferenza ed incuria.
Sono il pianto del nibbio, il canto del cuculo e la voce triste del vento.
Sono foglie morte e tempesta, sono luce ed ombra, paura e rimpianto.
Sono la luna coperta da una coltre di nubi, sono quella stella cadente svanita prima che sia espresso un desiderio.
Sono acqua e fuoco.
Sono bile e rimorso.
Sono solitudine e rabbia.
Sono ruggine e nebbia.
Sono il senso indefinito di un sogno svanito al risveglio.
Sono l’amore che non esiste.
Sono il riflesso in quello specchio rotto.
Quella che vedi è la mia immagine, intrappolata per sempre in un frammento di vetro.
(Francesco Salistrari, 2004)
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