Sto per entrare in un luogo che non ho mai visitato. Ostile, fatto di facce languide e sguardi interessati.
Ognuno vorrà carpire un segreto, una debolezza, da un atteggiamento, giuria messa lì a posta dalla propria superbia.
Sto entrando in un luogo di senatori, di dibattito, dove ognuno crede di poter criticare, proporre, cambiare. In realtà vedo il luogo dell'immobilismo e delle buone maniere. In cui ognuno recita una parte convinto di essere il regista.
Mi sento già le loro dita addosso, i loro falsi sorrisi di cera.
Sento già il vento della loro superbia e della loro ipocrisia scompigliarmi i capelli.
Il mondo delle parole e dei grandi maestri.
Sono già in soggezione, ma non mi interessa. Guarderanno me e crederanno di vedermi davvero. Crederanno di convincermi di essere simili. Proveranno a parlare attraverso le mie labbra, ma non riusciranno a farmi dire ciò che vorrebbero.
Navigherò in mezzo a loro simil fantasma, apparirò e scomparirò come solo io so fare e tutti crederenno di vedere qualcosa di nuovo.
Avranno mani e occhi solo per me, solo per un istante e sarò la loro ennesima illusione. Entrerò nel loro mondo e continuerò a fare ciò che so fare meglio.
Le luci, lo sfarzo, non mi faranno paura, ma solo sorridere.
Riderò, mentre tutti crederanno di vedermi piangere.
(Francesco Salistrari, 2009)
Ognuno vorrà carpire un segreto, una debolezza, da un atteggiamento, giuria messa lì a posta dalla propria superbia.
Sto entrando in un luogo di senatori, di dibattito, dove ognuno crede di poter criticare, proporre, cambiare. In realtà vedo il luogo dell'immobilismo e delle buone maniere. In cui ognuno recita una parte convinto di essere il regista.
Mi sento già le loro dita addosso, i loro falsi sorrisi di cera.
Sento già il vento della loro superbia e della loro ipocrisia scompigliarmi i capelli.
Il mondo delle parole e dei grandi maestri.
Sono già in soggezione, ma non mi interessa. Guarderanno me e crederanno di vedermi davvero. Crederanno di convincermi di essere simili. Proveranno a parlare attraverso le mie labbra, ma non riusciranno a farmi dire ciò che vorrebbero.
Navigherò in mezzo a loro simil fantasma, apparirò e scomparirò come solo io so fare e tutti crederenno di vedere qualcosa di nuovo.
Avranno mani e occhi solo per me, solo per un istante e sarò la loro ennesima illusione. Entrerò nel loro mondo e continuerò a fare ciò che so fare meglio.
Le luci, lo sfarzo, non mi faranno paura, ma solo sorridere.
Riderò, mentre tutti crederanno di vedermi piangere.
(Francesco Salistrari, 2009)
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