Ho smesso di sognare anni fa
quando ho visto un estraneo
sbirciarmi dai pezzi di uno specchio spezzato.
Antichi erano i suoi occhi,
simili al tempo, sbiaditi,
grigi di nostalgia.
Amare le sue rughe,
come carta strappata.
Sporche di polvere,
come carta vetrata.
Le sue labbra scarlatte parlavano
di cose lontane,
di navi salpate,
di adii consumati.
Un sorriso sfumato
nell'incrinatura del vetro,
ennesima beffa di un destino beffardo,
ennesimo trucco di un gioco truccato.
La sua guancia,
solcata da lacrima tagliente,
come cicatrice dimenticata.
Il fiume dei giorni sarebbe trascorso,
senza indugi,
24 ore alla volta.
Tutto sarebbe accaduto
e l'orma del mio passaggio mi avrebbe inseguito,
trepida amante.
Ho smesso di sognare a 16 anni
e da allora porto sempre con me
un frammento di quello specchio spezzato.
(Francesco Salistrari, 2009)
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