di Francesco Salistrari.
E’ ufficiale, si. Un’altra Sinistra in Italia c’è.
In fondo c’è sempre stata. Sotterranea, invisibile, silenziosa,
quasi sempre ammutolita dalla fanfara della “sinistra radicale e di
governo” che ha annichilito per anni dibattito, analisi e
prospettive.
Si, la sinistra c’è ancora. Ed ha anche molte cose da dire.
A Firenze il 2 febbraio i promotori del partecipatissimo
convengo di Chianciano “Oltre l’Euro: La sinistra. La crisi.
L’alternativa.”, hanno dato vita ad un coordinamento
nazionale della sinistra italiana contro l’euro, capace di
presentare una proposta politica alternativa nei fatti e nella
sostanza alle ormai melliflue, inutili e sterili posizioni alla “sel”
o alla “rifondazione”.
Credo sia una notizia molto, molto importante da salutare con
grande entusiasmo. Per una serie di ragioni. Prima fra tutte il fatto
che una parte importante della sinistra italiana si è finalmente
svestita dei panni logori di quell’europeismo inconcludente, ma
soprattutto funzionale agli interessi delle classi dominanti che, per
troppi anni, ne hanno fatto solo un’appendice inutile e blaterante
del PD.
Finalmente, si, la Sinistra italiana è uscita allo scoperto. E le
intenzioni in cantiere sembrano promettenti, innanzitutto perché per
la prima volta dopo la “svolta della bolognina” una parte
importante della sinistra italiana si smarca da quella sudditanza
ideologica che potremmo definire del “governismo fine a sé
stesso” che, almeno se non nelle parole, ma nei fatti,
purtroppo, ha caratterizzato le linee politiche dei partiti della
sinistra italiana per un lungo periodo storico.
Periodo storico cruciale fatto di svolte epocali senza precedenti.
In altre parole, fatto di appuntamenti a cui la sinistra italiana non
solo è mancata, ma dalla quale è uscita con le ossa rotte.
Il fallimentare esperimento della “sinistra arcobaleno” e,
soprattutto, le fallimentari (eufemismo) esperienze dei “governi
Prodi” sono state per la prospettiva di cambiamento in questo paese
una clava inesorabile che ha condannato ampie fasce della società
all’abbandono e alla disperazione. Abbandono e disperazione che la
crisi del 2008 non ha fatto altro che acuire, favorendo un grave,
pericoloso e inarrestabile arretramento dei diritti e delle tutele
sociali nel nostro paese.
La sinistra italiana ha sprecato anni e anni, non riuscendo ad
elaborare niente di più se non il vuoto slogan “partito di lotta e
di governo” che poi, nei fatti, non significa niente, se non il
supino piegarsi alle oligarchie del nostro paese ed europee. Ha
sprecato opportunità e consumato capitale umano e culturale in
maniera imperdonabile, tradendo in definitiva quella che è la sua
funzione storica, la sua stessa raison d’etre,
irrinunciabile: prospettare un’alternativa sistemica.
L’abbandono dell’anticapitalismo (processo storico peraltro
incominciato negli anni ’70 con la svolta del “compromesso” con
la Dc) ha decretato tutta una serie di sconfitte e di arretramenti
sul piano dei diritti e delle conquiste sociali, sul piano del
radicamento e dell’autonomia politica necessarie all’elaborazione
di una proposta politica realmente alternativa e convincente. Con il
crollo del “comunismo” sovietico, nel 1989, la sinistra è
rimasta intrappolata sotto le macerie del socialismo reale,
scivolando inesorabilmente dal riformismo “bertinottiano” al
“governismo fine a sé stesso”, per giungere, nei fatti (e mai a
parole, sic!) all’anti-anticapitalismo filoeuropeista. Un processo
degenerativo che oggi, con l’iniziativa di Firenze, sembra essersi
arrestato e che fa sperare in un’inversione a 360 gradi.
Oggi, con la situazione disastrosa in cui versa l’Italia, con la
crisi mondiale galoppante che affonda nazioni e popoli, diritti,
benessere, ambiente e cultura, una sinistra realmente capace di
analisi e proposta politica non solo è necessaria, ma vitale.
La posizione “no-euro” non è uno slogan e non è un
“salto nel buio” (come molti vorrebbero far credere), perché gli
uomini e le donne che in questi anni hanno intrapreso il percorso che
li ha portati fino a Firenze, hanno prodotto un’analisi stringente
della realtà economica e sociale del nostro paese, individuando
nell’euro un nemico del benessere del nostro popolo, ma anche lo
strumento attraverso cui il capitalismo finanziario assoluto che
governa il mondo impone le sue politiche e le sue regole. (A questo
proposito è anche necessario sottolineare il valore aggiunto
rappresentato dalla recente opera di divulgazione compiuta da tutta
una serie di illustri economisti italiani che hanno permesso alla
discussione e al dibattito politico di questi anni di acquisire
maggiore forza non solo scientifica, ma anche politica).
Ecco: dire no all’euro, significa innanzitutto dire no al
capitalismo selvaggio che sta distruggendo 150 di diritti acquisiti,
immolandoli sull’altare della competitività, del mercato e della
finanza.
Per il nostro paese, un’uscita dall’euro da sinistra,
rappresenterebbe il primo passo verso la vera indipendenza,
verso la costruzione di un modello sociale alternativo che faccia da
esempio, in Europa e nel mondo.
Per fare questo passo, l’Italia ha disperato bisogno delle gambe
su cui camminare: un movimento politico capace di cementare il blocco
sociale nazionale che si opponga allo strapotere delle oligarchie
finanziarie e bancarie che, svendendo il patrimonio del nostro paese,
deturpando la democrazia, cancellando de facto la Costituzione
Repubblicana del ’48, sta trascinando l’Italia verso un nuovo
medioevo sociale.
Lasciare in mano alla destra il tema della sovranità nazionale
(e monetaria) è stato un errore madornale a cui bisogna porre
rimedio in fretta, perché è solo a partire da questo tema che la
sinistra può davvero proporre un’alternativa complessiva
credibile. L’iniziativa di Firenze intende recuperare a grandi
passi tutto il terreno perduto.
Si, la Sinistra è tornata. La stavamo aspettando tutti.
Qui il comunicato ufficiale dell’iniziativa di Firenze:
http://www.bottegapartigiana.org/show_article.aspx?id=2056837225#.UvGS3vl5NyU
Qui il documento politico approvato:
https://docs.google.com/file/d/0Bwyh_4Ow-fSRb2xLdmJFdkVyYkU/edit
Qui,
l’ordine del giorno approvato:
http://www.bottegapartigiana.org/show_article.aspx?id=1391436552#.UvGe3vl5NyV
Salve,
RispondiEliminachi sono i parlamentari che rappresentano questa sinistra?
Grazie e saluti
Purtroppo parlamentari che rappresentano queste posizioni non ce ne sono, tranne qualche sporadica confusionaria e non sistematica proposta che arriva dai 5 stelle.
RispondiEliminaUna proposta politica non ha comunque valore e dignità SOLO se rappresentata in Parlamento...che questo sia chiaro...