di
Giuliano Polichetti
Ci
siamo spesso occupati di inquinamento
atmosferico,
in particolare di PM (polveri
sottili), e abbiamo visto le correlazioni esistenti tra di esse e
numerosissime patologie (malattie cardiovascolari, respiratorie,
difficoltà riproduttive e altre). Sono ormai anni che il mondo
scientifico produce evidenze clamorose in tal senso, ma quasi mai
riesce a sortire effetti che conducano politici e società civile a
un cambio di rotta, a incoraggiare i cittadini ad assumere stili di
vita meno impattanti e a tutelare l’ambiente in cui viviamo e il
cibo di cui ci nutriamo. Eppure proprio la scorsa settimana
l’IARC (International
Agency for Research on Cancer), un ramo dell’OMS (Organizzazione
Mondiale della Sanità) che si occupa esclusivamente di sostanze in
grado di indurre neoplasie, ha ufficialmente riconosciuto
l’inquinamento atmosferico e in particolare il PM come agente
cancerogeno,
in grado cioè di fare sviluppare a qualunque essere vivente
molteplici tipologie di tumore. La conclusione? Più viviamo in
ambienti inquinati più abbiamo la possibilità di sviluppare il
cancro.
La
situazione è davvero preoccupante dal momento che l’Organizzazione
ha inserito le polveri sottili tra le sostanze del cosiddetto “Primo
Gruppo” ovvero
quelle dichiaratamente pericolose e delle quali è stata dimostrata
la cancerogenità. Dal resoconto dell’IARC risulta che solo nel
2010 le morti per
cancro al polmone imputabili al PM sono all’incirca 223.000, un
dato che fa rabbrividire, soprattutto se consideriamo che si
riferisce al solo mondo occidentale e a pochi paesi emergenti (Cina
per esempio).
Questa
presa di posizione dell’OMS segna un evento epocale: finora
infatti, benché questi effetti fossero confermati da buona parte
della comunità scientifica sopravviveva ancora un limbo di “detto
non detto” su
cui si reggeva, e tuttora si regge, il “non
fare” delle istituzioni di
tutto il mondo. La dichiarazione dell’OMS è vincolante e lascia
poco, o meglio nessun margine al dubbio e all’incertezza. Nessuno
può più far finta di niente o accampare alibi e tutti siamo
obbligati a porre rimedio e trovare una strada per sanare
questa boccia
tossica in
cui viviamo. Inoltre questo è l’esempio di come la ricerca, quando
è indipendente e senza scopo di lucro, riesce a fornire la verità,
pura e semplice. Ora la mia domanda è: alla luce di quanto detto,
noi cittadini attenderemo magniloquenti provvedimenti internazionali
o sceglieremo nel nostro piccolo di far qualcosa per salvarci la
pelle? Ora è
tempo di cambiare, il boomerang sta tornando dietro.
Giuliano
Polichetti
Chimico
Farmaceutico
Specialista in Farmacologia e Tossicologia Clinica
fonte: Attenti
all’Uomo
*****
Oms:
“Smog è cancerogeno come l’amianto”. 220mila le morti causate
solo nel 2010.
L’inquinamento
dell’aria è stato inserito nel gruppo delle sostanze più dannose.
E’ la prima volta che l’organizzazione mondiale della Sanità
conferma ufficialmente un collegamento con il cancro ai polmoni
Lo
smog è uno dei più importanti agenti cancerogeni. Lo ha dichiarato
ufficialmente l’Iarc, l’agenzia di ricerca sul cancro dell’Oms,
che ha annunciato oggi la decisione di inserire gli inquinanti
dell’aria nel gruppo numero 1, quello dei sicuri cancerogeni,
insieme a sostanze come amianto e benzene. E’ la prima volta che
l’organizzazione mondiale della Sanità dichiara ufficialmente che
l’inquinamento dell’atmosfera può causare il cancro. In
precedenza l’agenzia aveva dichiarato nocivi solo alcuni componenti
dello smog, come ad esempio i gas combusti del gasolio.
“L’aria
che respiriamo è inquinata da diverse sostanze cancerogene – ha
spiegato Kurt Straif, curatore della monografia dell’Iarc
sull’argomento – Ora sappiamo che l’inquinamento dell’aria,
oltre a provocare una serie di danni per la salute, è anche un
potente cancerogeno, più del fumo passivo”. Lo studio dell’Oms
raccoglie più di mille ricerche effettuate sui danni derivanti
dall’inquinamento dell’aria in tutto il mondo. Un’analisi che
ha registrato più di 220mila casi di morti nel 2010. Anche se la
composizione dell’atmosfera varia da zona a zona, hanno spiegato
gli esperti, le conclusioni sono valide in tutto il mondo.
“Ci
sono prove sufficienti per affermare che l’esposizione
all’inquinamento dell’aria provoca il cancro ai polmoni e aumenta
il rischio di contrarlo alla vescica” ha precisato il team di
ricercatori. Il rischio per i singoli individui è basso, anche se
Straif ha precisato che le fonti di questo tipo di inquinamento sono
così diffuse da essere difficili da evitare. I dati della ricerca
non hanno permesso di stabilire se un particolare gruppo (donne o
uomini, giovani o anziani) sia più vulnerabile ma è emerso che più
aumenta l’esposizione più aumentano le probabilità di ammalarsi.
Sull’argomento
l’Oms ha ricordato che si sta impegnando, insieme alla Commissione
Europea, ad abbassare i limiti imposti per legge all’inquinamento
atmosferico.
fonte: Repubblica
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