Mi sento strano.
Sono due persone.
Non sono più solo. Parlo con qualcuno che a volte decide per me. Qualcuno che come me fa muovere muscoli, sforna pensieri e considerazioni, agisce, parla, decide. Sento il suo respiro nella mia testa e mi accorgo che è il mio anche quando sto trattenendo il fiato. Non credo di essere mai stato posseduto, ma posso dire che questa volta sia successo. Sono posseduto.
Mi sveglio in luoghi e non so come ci sono arrivato, trovo cose spostate che non ricordo di aver toccato, trovo scritte sui muri che non ho mai tracciato, ascolto parole dal nulla che non sono io a pronunciare. Non so chi sia entrato nel mio corpo, ma non è uno spirito buono.
Sto pensando di scendere a patti con lui. Penso di essere in grado di farlo. Penso anche di essere capace di trovare un’intesa ragionevole. Non mi sembra impossibile pensare di dividere il corpo con lui.
Non voglio esorcismi. Non amo i preti e i loro riti, le loro superstizioni, le loro fantasie deviate. Non è il demonio ad essersi impossessato di me, ma qualcun altro.
Sono convinto che si tratta di un assassino.
Un assassino condannato a morte e che sta cercando la sua vendetta attraverso il mio braccio.
E’ assolutamente incredibile quello che mi succede. Ma sono convinto che non è un caso che sia successo.
Sono la lama da taglio di Jack lo Squartatore.
The Ripper.
Si, devo scendere a patti con lui. Non mi dispiacciono i suoi pensieri. Non mi dispiacciono le sue scritte raccapriccianti, le sue visioni sanguinose. Non mi dispiace la puzza di morte che si porta dietro.
Sarà un gioco da ragazzi parlare e trovare un accordo con lui.
(Francesco Salistrari, 2010)
*Tratto da “The Mind”
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