martedì 24 gennaio 2012
Una tanica tira l'altra.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni potrebbe sembrare il trailer di un film catastrofico.
Code chilometriche alle pompe di benzina, tra insulti e furbetti, tra chi cerca di accaparrarsi un goccio in più di oro verde e chi tenta disperatamente di farsi un'auto avanti, scaffali nei supermercati che cominciano a diventare vuoti, con i tir che non viaggiano e le merci che non arrivano, le fabbriche che chiudono, tassisti e lavoratori nelle piazze.
Quello che mi sconvolge e mi fa rabbia è vedere come a tutto questo si accosti una quasi totale indifferenza della gente comune, di quella che fa la fila alle benzine solo per metter da parte qualche litro di carburante in più e tirare avanti per i dieci giorni dichiarati dello sciopero. Tanto prima o poi finirà e si tornerà alla normalità. Allora perchè preoccuparsi tanto.
Ma nel frattempo quella manica di banchieri piduisti e massoni al governo pensano a questa protesta (con tutti i suoi limiti sacrosanta) solo come a uno scoglio da superare, a un problema da risolvere sul cammino della salvaguardia dei privilegi e dell'euro, delle banche e dei grandi interessi finanziari, mentre si preparano i nuovi colpi ai diritti fondamentali dei cittadini e dei lavoratori.
E statene certi, anche quelli, come il resto, passeranno senza che nessuno (o la maggior parte) dica niente.
In Italia non esiste più una Sinistra degna di questo nome, ma una serie di partiti (marci) che tentano disperatamente di ritagliarsi uno spazio politico nel “futuro” parlamento, lasciando in mano alla destra estrema e alla Lega l'egemonia di una protesta altrimenti dirompente.
Gli italiani intanto, la maggioranza, vivono alla giornata, coprendosi occhi e orecchie al motto napoletano “adda passà a nuttata”, senza rendersi però conto che il paese è allo sfascio, che la democrazia in Italia è stata sospesa e che continuando così non c'è nulla da fare.
La crisi non è né finita, né ha snocciolato in pieno i suoi effetti devastanti sul tessuto sociale. Le politiche neo-liberiste, monetariste e antisociali non hanno ancora esplicato i loro danni né tantomeno hanno cessato di essere necessarie. Naturalmente dal punto di vista del blocco sociale al potere in Italia e nel mondo.
Eppure noi siamo qui, oggi, a litigare per una tanica di benzina, come se fosse proprio quest'ultima la soluzione ai problemi che abbiamo di fronte. Nessuno si interroga sui perchè di tutto questo. Nessuno riesce a e vuole dare risposte.
Le uniche che ci giungono da un mondo politico illegittimo e antidemocratico sono quelle che parlano di abolizione dell'art. 18, flessibilità del lavoro, smantellamento degli ammortizzatori sociali.
E noi, mentre siamo in fila a litigare per una tanica di benzina, non ci rendiamo conto che sta per arrivare il giorno in cui l'unico uso che potremmo farne sarà quello di scospargerci il corpo e darci fuoco, nella disperazione.
(Francesco Salistrari)
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