Guardo in alto e vedo cenere,
come se avessi gli occhi ricoperti.
Ma cosa vedono i miei occhi?
Cosa non vedono?
Il fanciullo che mi osserva da lontano
sembra ridere tra se
e si trastulla della mia stupidità.
Lo guardo e lo vedo sfocato,
quasi etereo, il fantasma di un bambino,
maglione di lana rosso,
pantalone beige di velluto a costine.
Nell'indistinzione mi sembra di riconoscere un volto,
poi la sensazione svanisce.
Chi sarà mai?
Continua a osservarmi e a sorridere,
con quel suo sorriso beffardo,
gli occhi stretti e vispi,
i capelli a caschetto, con la frangetta dritta sulla fronte,
mentre il tempo sembra essersi cristallizzato.
Ad un tratto ho paura e non so perché.
Allora rivolgo nuovamente gli occhi al cielo
e quello che vedo mi gela il sangue nelle vene.
La luna,
spuntata come per magia dalla coltre di cenere,
è in fiamme.
Letteralmente incendiata da un fuoco satanico.
Guardo verso il fanciullo e anche lui la sta guardando.
Ma non sorride più.
Anzi gli occhi adesso sembrano tristi,
quasi velati di lacrime, distanti.
Si rivolge nuovamente a me,
mi guarda lungamente,
poi muove una mano, come in saluto,
sussurra quasi impercettibilmente qualcosa,
poi mi volta le spalle e con passo incerto se ne va.
Guardo di nuovo lo spettacolo allucinante della luna,
con il cuore che martella nel petto,
con la testa ovattata,
gli occhi fissi su uno spettacolo raccapricciante.
Cosa sta succedendo?
Poi all'improvviso, nulla.
Mi sveglio sudato nel mio letto,
con piccoli raggi di sole a filtrare dalla finestra.
Era tutto un sogno,
ma ho ancora a galleggiarmi nella testa le parole sussurrate dal bambino:
“E' finita!”.
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