Folgori e tuoni dal tuo cielo buio,
pioggia e grandine cadono dal cuore,
fango e ghiaccio sui tuoi piedi.
Sei fradicio di nostalgia ghiacciata,
sei il fiocco di neve congelato a terra,
ed il calore non ti ridarà vita.
Tuoni e fulmini sulla tua testa persa,
amore come neve, freddo e candido,
amore come ghiaccio, tagliente e indifferente.
C’è la tormenta che imperversa
e scappi inutilmente da questo freddo,
tempo selvaggio di un cuore malato.
Sulla tua vita c’è l’inverno rigido,
di sale e fango, di neve e freddo,
sulla tua vita è caduta la coltre del rimpianto.
Nuvole nere addensano il tuo futuro contorto
e neve sferzante sfregia il tuo viso,
sei il pupazzo di neve che vedi laggiù.
Hai il naso di carota ed il cappello,
la sciarpa rossa ed i guanti di lana.
Sei tu il pupazzo che vedi.
Presto arriverà di nuovo il sole,
ma tu sei un pupazzo di neve
e ti scioglierai nella calura che verrà.
Di te resteranno solo pochi oggetti
ed il ricordo di un freddo terribile.
L’inverno è passato e quel pupazzo con lui.
(Francesco Salistrari, 2003)
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