La violenza è qualcosa che va oltre ad un semplice sopruso. E' il mondo intero ad essere violento, disumano, disumanizzato e disumanizzante. Perchè sono proprio i rapporti sociali, mattone fondamentale e imprenscindibile della convivenza, ad essere improntati alla violenza. Perchè ogni giorno, ogni istante, viene commessa una violenza, anche solo attraverso uno sguardo o un rimbrotto, anche soltanto attraverso una falsa notizia spacciata per vera al telegiornale.
Il mondo è violenza e c'è chi è stuprato e chi è stupratore, chi vittima e chi carnefice, chi sfruttato, sfrattato e villipeso e chi sfruttatore, aguzzino e giudicante. La violenza la trovi ovunque, la trovi nelle scuole, nelle strade, nei tribunali, nelle menzogne televisive. La legge è violenza, perchè il più delle volte significa repressione, controllo, ingiustizia.
Il denaro è violenza, perchè imbarbarisce gli uomini e li fa simili alle fiere, voraci, egoisti, assassini. Perchè li rende merci in un mondo fatto di mercanti e contrabbandieri, perchè li fa schiavi di un sistema che non potrebbe funzionare senza schiavi e signori. Ed in questo immane meccanismo, gli ingranaggi vengono oliati con il sangue ed il sudore dei deboli, con le lacrime e la sofferenza di intere popolazioni, con il sacrificio di milioni di innocenti, a loro volta inconsapevoli lamelle di quegli ingranaggi.
La guerra è violenza, è morte, è approfittazione mascherata da idealismo, è violenza di Stato, è distruzione di civiltà, è negazione della vita, è perpetuazione e acquisizione di potere, è inganno. E in questo inganno sono sempre gli stessi a pagare con il sangue, con la disperazione, con il terrore. Sono sempre gli stessi a morire per ideali e paroloni lontani anni luce dalla propria vita, per ragioni incomprensibili, per giochi di potere che non capiranno mai. La guerra è nel mondo, c'è sempre stata, fin dagli albori, fin da quando l'uomo cacciatore-raccoglitore cominciò a rendersi consapevole delle proprie potenzialità, fin da quando si rese conto che non c'era posto per tutti a tavola. E così si scelse la forza, sinonimo di guerra e di abominio.
Ma esiste una ragione alla violenza che fa del mondo uno spettacolo indecente, esiste una giustificazione profonda a tutti gli orrori della vita, una ragione che sta iscritta nella natura stessa dell'uomo e che è destinata a condannarlo per sempre. Il paradosso dell'umanità risiede proprio qui, vale a dire nell'incapacità di comprendere quale sia questa ragione.
In realtà però, il vero motivo della violenza che attanaglia il mondo è davanti agli occhi di tutti ogni giorno, ogni istante, in ogni sospiro, in ogni soffio vitale rubato, in ogni rantolo di morte, in ogni sguardo ghiacciato, in ogni sussurro della notte. Basterebbe solo guardare, lì, in fondo, fino al rumore di fondo che sale dal brulichio della vita. Basterebbe solo fermarsi un attimo a riflettere, a vedere aldilà del proprio egoismo e delle proprie illusioni. Basterebbe guardare aldilà dello specchio nel quale l'uomo ha perso la sua immagine, riprendersi il senso delle cose attraverso il riacquisto della propria identità.
Non c'è scampo da questa arena se non attraverso la riappropriazione di ciò che l'uomo ha perso ormai da troppo tempo, cioè fin da quel dannato momento in cui egli ha smesso di pensare in termini di specie e ha cominciato a farlo in termini di individuo. Il baratro che nacque a suo tempo da questa consapevolezza, paralizza oggi l'essere vivente potenzialmente più creativo del pianeta ad essere soltanto l'ombra di se stesso, soltanto un'enorme potenzialità sprecata, un'opportunità buttata via. Un grande architetto senza tavolo su cui disegnare, un grande pittore senza colori per dare vita ai suoi dipinti, un'artista del pallone senza campo su cui giocare, un amante appassionato senza amore da regalare.
Soltanto il triste burattino di un teatro di balocchi comandato dai fili della casualità.
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